..il caso Ducati tira l'argomento..
quanto è giusto, se tu Team sai di avere già un pilota per i prossimi anni, non definire con certezza chi terrai (se terrai) e chi lascerai a terra?
nel caso specifico non sarebbe stato più "etico" dire anche chi era già sicuro di non poter rinnovare?

..se poi generalizziamo dovrebbe essere altrettanto importante sia il formalizzare i piloti futuri che formalizzare i licenziati futuri perché uno così ha più tempo per capire dove eventualmente andare.. tanto più contestualmente quando sai che la matematica impone che più di quel numero non si può essere.. (pensate che casino se un'azienda di 10 operai annunciasse di averne assunti 5 nuovi senza aumentare i posti di lavoro)

..e oggi come oggi in casa Yamaha si sa che c'è una sella vuota, mentre in casa Ducata si sa che c'è un culo in più..
mah.. a volte parliamo male dello stile Jap ma stavolta lo stile italiano non è certo da esempio..

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«La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi» (P.P. Pasolini)

magari all'interno dei team si conosce già tutto ma non si ufficializza fino alla totale sicurezza della cosa.
L'imponderabile è sempre in agguato ...

E a proposito di culi in più o in meno, se sono tutti come quelli che hai in firma, opto per il culo in più !!!!

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METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO

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il dolore è il preludio al cambiamento
la potenza è nulla senza controllo
Fucilali tutti e lascia che li giudichi Dio

Non credo sia questione di stile o meno, come uno che non si toglie le scarpe infangate.
E' proprio la politica aziendale di meringa, tipica da casa italiota.
Noi semo li ggeni e voi (piloti) nun siete 'n caz-zo.
Già vista in altre squadre di rosso dipinte.
Guai a far contare l'elemento umano, le vittorie devono essere solo del mezzo, altrimenti il marketing non ottiene i risultati stellari che ottiene.
E via di mega-fan-cul-club con i cartelloni colorati da girare a tempo, come tante cheerleader di una squadra di calcio.
Ottimo aziendalmente, meno come squadra che fa uno sport individuale, anche se motoristico.

E tutti quelli che criticavano i megacolossi giappi adesso ritrovano la stessa me(nt/rd)alità nelle ex piccole case artigianali.

Così va il mondo.
Ancora tifo per i piloti, altrimenti viva Suzuki

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