renatoilgrosso ha scritto:
Mi capita talvolta, per non più di cinque minuti a semestre, di essere serio.
Generalmente non mi preoccupo, tanto so che poi passa, che dura, come un dolore intercostale, qualche minuto, e poi svanisce.
In questi momenti, il mio umore è come un caffè turco, ha un fondo di malinconia, ma basta non agitare.
In questi momenti, mi sento creativo, ma per il mio progetto di trilogia fantascientifica, sono istanti troppo brevi, e a dipingere ceramica, sono un disastro.
In questi momenti, sono straordinariamente lucido, e vedo cose che solitamente non noto, che solitamente sono come i bordi delle schermo di un cinema, dove sei sicuro che succede qualcosa, ma non osi guardare.
Pensavo che siamo proprio un bel gruppo di matti, si.
Siamo giullari (non si offendano i seri e quelli che non si sentono coinvolti, che poi, se non si sentono coinvolti che si offendono a fare?) siamo buffoni senza padrone, burloni senza una paga, maestri di cerimonia di un gioco che non ha compensi, tranne il ridere e lo stare insieme.(può esserci paga migliore?)
Ragazzi (si fa per dire, e per darsi morale) ho scoperto un nuovo senso al nostro gioco, perché adesso so che la compagnia ha un pubblico.
Un grande bellissimo pubblico di persone fantastiche, lontane, luminose e dolci.
Non chiedetemi spiegazioni, non posso dirvi niente, ma sappiate che dall’altra parte del vetro di questo nostro strano teatro c’è qualcuno silenzioso, qualcuno che ci applaude, e ci segue, che è felice, di un altro spettacolo, di un altro giorno al bar di Mario, di altre sciocchezze dette così, solo per dirle, solo per ridere.
Gente lontana, e con la dignità e la riservatezza dei signori, di quelli che lo sono per classe e non per censo. Gente vicina adesso, gente per cui sentirsi lieti di scrivere parole.
Non serve un applauso, non servono commenti, serve sapere che ci siete, e che il nostro grazie in qualche modo vi potrà arrivare.
Forza giullari, rifacciamoci il trucco, lo spettacolo dev’essere più bello che mai, perché non è spettacolo per re, ma per gli amici silenziosi.
P.S. non è che mi sono montato la testa, semmai la stò montando anche a tutti voi.
Accidenti Renato
Ho finito i fazzoletti!
