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12 ottobre 2004


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La moto più rapida del west


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Con la vittoria nel Gran Premio della Malesia, Valentino Rossi ha ipotecato domenica il sesto titolo della sua carriera mettendo fine a una settimana di inutili polemiche col rivale Gibernau. La critica applaude ma tra insulti e goliardia lo stile non c'è più

I giornali di ieri, comprensibilmente, erano pieni di elogi a Valentino Rossi. A leggere bene, però, ciò che veniva messo particolarmente in risalto non era tanto il dominio imposto da Rossi domenica nel Gran Premio della Malesia (tre giri dietro Barros, poi il vuoto), quanto il godimento per nulla nascosto, anzi smodatamente esibito, nei confronti del perdentissimo Gibernau. Rivelatosi una volta di più, all'appuntamento decisivo, disastroso. Un po' per colpa sua e un po' per la moto. Dopo il litigio in Qatar, la lettura della critica era stata sostanzialmente politically correct: la Honda (non Gibernau) è stata stronza a fare ricorso, ma più ancora la Yamaha e il capomeccanico Burgess (non Rossi) sono stati pirla a prestare il fianco al reclamo - ineccepibile secondo regolamento - dei rivali.

In rispetto però di quella prassi cara al popolo italico, notoriamente smascherata da Flaiano, nessuno come gli italiani è abile nel correre in soccorso del vincitore. Di conseguenza, oggi che Rossi è giustamente avviato verso il sesto - e più bello - titolo della sua carriera, chi ha vinto (lui) è santificato come intoccabile e chi ha perso (l'altro) è tratteggiato come un imbecille. Meritevole, per questo, di ogni critica, meglio se efferata. Detto che la trovata della t-shirt «Rapida», che pulisce «lo sporco del Motomondiale in soli sei secondi, di notte», è una delle migliori goliardate dell'ultimo Rossi, meno nobili sono parsi i commenti illustri piovuti da ogni dove. Mario Lega, campione del mondo 250 nel `77, dà del «fantasma» a Gibernau, accusandolo di avere provocato il vero «Dottor» Rossi. Per Teocoli, fresco dei trionfi auditel col suo rutilante one man show, «Gibernau ha fatto il furbo e l'ha pagata». E Dj Ringo (non un filosofo qualsiasi: Dj Ringo) gode nel constatare come «Gibernau abbia fatto proprio una figuraccia, almeno poteva cercare una riappacificazione, ma non ha fatto neanche questo». A dire il vero la riappacificazione avrebbe dovuto cercarla Rossi, visto che anche ieri Gibernau ha sportivamente ammesso la netta superiorità del rivale, ma tant'è. Sempre Dj Ringo, il filosofo post-moderno, alla luce del secondo posto di Biaggi ha ribadito la teoria antica, e oltremodo campanilista, secondo cui dopo Rossi viene, per capacità, il pilota romano: può essere, ma se così fosse sarebbe ora che Biaggi lo dimostrasse (a tutt'oggi ha ancora 36 punti in meno di Gibernau). Non dispiace certo che il nostro miglior talento contemporaneo (di ogni sport) abbia ribadito tutta la sua dittatoriale bravura, fornendo una gara perfetta. Il titolo, da nessuno previsto alla vigilia, è ora pressoché certo.

Trenta punti in due gran premi, Rossi non se li farà recuperare. E la vittoria finale servirà a ribadire quanto tutti, tranne i soloni «biaggisti», sapevano già: che, anche un anno fa, Rossi vinceva non per la moto, oggi in mano a Barros e Hayden (quarti e ottavi in classifica generale), ma per una superiorità manifesta. Gli altri vanno in moto, lui è la moto. Quello che spiace, è questo pressoché universale dagli all'untore nei confronti di un pilota dotato, vincitore anche quest'anno di quattro gran premi (sette Rossi, uno Biaggi), ma forse troppo normale, che una settimana fa non era spia per nessuno e che oggi è certamente un giuda. Rossi ha 25 anni e tutto il diritto di reagire come vuole, anche in maniera antipatica e infantilmente bizzosa. Lo spettacolo, forse, ne gode e il mondo dei motori vive da sempre di antipatie tra campioni (meglio, però, se le antipatie sono bilaterali, non univoche). Se, per rendere al massimo, Rossi ha bisogno di inventarsi provocazioni subite, è liberissimo di farlo; era una prassi cara anche ad Ali (che aveva altro stile, però). A risultare fastidioso, tremendamente italiano, è il codazzo di servi sciocchi che attornia Rossi. Opinionisti senza opinioni, comici che non fanno ridere (se non involontariamente). Gente che un tempo Rossifumi avrebbe demolito con un sorriso, e di cui oggi è paradossalmente ostaggio. Lunga vita al campione Rossi, inarrivabile. Ma sull'uomo, e i suoi tifosi ciecamente idolatranti, si può discutere.

il Manifesto

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I suoi guadagni schizzano in alto. Più di Beckham e Agassi...
Oggi è diventato il sesto sportivo al mondo per fatturato
Fenomeno Valentino Rossi
E' il Re Mida della moto
dal nostro inviato CORRADO ZUNINO


Valentino Rossi

PHILLIP ISLANDS - Il fax della Great White London Management produce proposte dal lunedì al venerdì: planano in Sacksville Street da tutta Italia chiedendo uno spazio sulla spalla, sullo stivale, sullo scarico della moto di Valentino Rossi. Quanto costa? "Ormai non dico neppure no, non rispondo e basta", spiega Gibo Badioli, manager di Rossi. "Il pilota va usato con oculatezza, per sua volontà e per evitare sovraesposizioni". Valentino è vicino alla vittoria nel motomondiale, (domenica si corre il Gp d'Australia), fedele a chi era con lui nei tempi difficili e molto superstizioso, ha mantenuto una cerchia limitata di sponsor che aggiorna solo di fronte a proposte irrinunciabili e piacevoli. Circoscrivendo il numero dei pagatori e alzando la richiesta, oggi è diventato il sesto sportivo al mondo per fatturato: il suo sfiora i 23 milioni di euro. Guadagna un filo in più del "calciattore" David Beckham, di Andre Agassi e Kobe Bryant, del povero Mike Tyson. Guadagna un terzo di Michael Schumacher, ma nel 2006 anche Rossi sarà su una Ferrari. Dicono...

Due eccezioni smuovono tradizioni e pigrizia: il bergamasco Simone Polini, scarichi per moto, ha perso il giro quando il pilota passò alla Honda. "Ero con Valentino dai tempi delle minimoto, ma oggi non riesco neppure a parlargli". L'altra eccezione il leader l'ha fatta per il gruppo Altadis, produttori delle Gauloises. "Mai correrò per uno sponsor delle sigarette e se lo farò metterò sulla tuta la scritta "Il fumo uccide"", promise. Né l'uno, né l'altro. L'ottanta per cento del suo ingaggio base oggi arriva da Gauloises, che versa a Yamaha 8 milioni di euro. Per arrivare ai 13 totali, l'azienda giapponese aggiunge di suo. Spiega Dany Hindenoch, capo della comunicazione Altadis: "Non possiamo usare il pilota per attività di sponsorizzazione, né riprenderlo senza casco, ma ha l'80% della copertura del motomondiale e ci accontentiamo".


Sul piano delle vendite al Rossi giovane che faceva impennare qualsiasi prodotto se n'è sostituito uno più maturo che dà prestigio. Dainese, abbigliamento sportivo, con Valentino dal '95, poche stagioni fa parlava di un ritorno sull'investimento di sei a uno. "Quest'anno lo utilizzeremo per la prima volta in una campagna, ma il mercato non può rispondere a ogni sollecitazione. Se Agostini e Mang vincevano, il lunedì dovevamo mettere in vendita la tuta replica. Oggi non è così". Claudio Puppo, Agv, caschi: "Meglio Rossi di Totti. In Australia apri un giornale e trovi due foto del pilota. Noi vendiamo 600 mila caschi l'anno, 50 mila sono repliche". Il leader della MotoGp è riuscito poi a sfilare a Schumacher il marchio Kerakoll, collanti di Sassuolo.

Non è stata sempre lineare la gestione del marchio Rossi. Nastro Azzurro si affanna da otto anni, "da quando lui portava agli amici le casse di birra dei concorrenti". Alla premiere dello spot Rosso Alice, Telecom, tre milioni di euro in due anni, non si è presentato. La gestione di cappellini e shirt con il "46" è approdata agli spagnoli di Precisport, 15 piloti di moto sotto contratto, dopo troppi passaggi. Brutti portachiavi a 9 euro e set "felpa più maglietta" da 78 euro si trovano, però, anche sul sito "unofficial" Rossifumi e su un RossiMerchandise. com gestito in Olanda. "In Spagna si vendono più bandane di Valentino che di Gibernau", spiega Ramon Ferrè, "e i marchi di Valentino restano tra i più falsificati".
Smessi gli obblighi con Gas abbigliamento, Rossi oggi veste in libertà Diesel, Energie, Nofia. Prima di riuscire a fargli portare la visiera gialla alla Paperoga, Nastro Azzurro fece diverse prove sfornando anche una tristissima coppola. "E' sottovenduto", dicono gli esperti di marketing. Ma negli anni scorsi ha detto troppi sì. Quando scoprì la pubblicità dello stecco Fileno, wurstel bastoncino rimasto nei supermercati pesaresi, la Ip minacciò di ritirare il proprio simbolo. A due Natali fa risale il panettone-casco e il ragazzo ha abbandonato in fretta la reclame della Cepu: non avrebbe mai dato esami, rischiava un effetto comico alla Del Piero.

La rivista musicale Rolling Stone compare sulla tuta di Rossi durante i rally e anche la Michelin paga al suo babbo il divertimento fuoristrada. Playstation, poi, ha intenzione di usarlo per l'edizione 2005 del videogioco MotoGp. Il manager Badioli ha persino chiesto una percentuale sulle copie del libro venduto dalla Gazzetta dello sport in 50 mila copie: Rcs ha respinto l'assalto, ma cercherà un accordo economico per un video celebrativo messo in cantiere il prossimo anno. A Radio Deejay interviene per piacere, ma un invito in discoteca può fruttargli 15 mila euro. In quelle dove è cresciuto - dorsale adriatica - ci va gratis purché non lo facciano sapere in giro.



(15 ottobre 2004)

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UN MATCH FRA ROSSI E BIAGGI? MACCHÉ!
GLI ITALIANI, DA SEMPRE, PARLANO CON LE MANI…
di PAOLO SCALERA
Gli anglosassoni ce lo dicono da sempre: parlate con le mani. Si riferiscono, però, ovviamente, al gesticolare continuo che accompagna spesso i nostri discorsi. Per loro, e per il resto del mondo, siamo rumorosi, indisciplinati e un po' rissosi, particolarità quest'ultima che dividiamo con gli irlandesi. Luoghi comuni, certo, che però domenica scorsa hanno trovato conferma nel match fra Rossi e Biaggi, ai piedi del podio.
Un sottoclou di scarso livello del GP di Barcellona della 500 che ci ha invece regalato l'ennesima bella gara.
Tralasciamo il resoconto da questura dell'accaduto per dire che questo è un fatto nuovo, per il motociclismo, ma non del tutto inedito: si misero le mani addosso, negli anni '70, gli inglesissimi Phil Read e Bill Ivy, anche loro due campioni del mondo. Mentre in occasione di una gara a Riccione Agostini, dopo aver battuto Renzo Pasolini, passò un brutto quarto d'ora a causa dei suoi tifosi. Se però il grande Ago fu sempre regalmente indifferente ad ogni provocazione, che ci sia attualmente animosità, fra i due, è risaputo e che Valentino abbia costruito, inizialmente, la sua carriera arrampicandosi sulla notorietà di Biaggi con comportamenti stupidi e altrettanto stupide provocazioni ("meglio un giorno da Rossi che una vita da Biaggi" la sua frase demenzialmente più celebre) è non storia, ma più semplicemente cronaca.
La cosa grave, secondo noi è che entrambi ora sono vittime del personaggio che si sono costruiti ed in qualche modo ostaggi dei tifosi. Costretti a recitare da attore comico Rossi, tragico Biaggi. All'ormai noto "che cazzo fai, idiota!", pronunciato da Vale, la risposta di Max, deve essere stata "ce ne è anche per te...".
Insulti da Bar, insomma, che paradossalmente, però, offriranno alla Honda la possibilità di fermare ogni ulteriore provocazione da parte del clan di Rossi nel futuro. E magari sveglierà anche la Yamaha e la Marlboro, colpevolmente inerti fino a ieri di aver tollerato atteggiamenti antisportivi. Meglio qualche fuoripista di questo tipo, comunque, che di quelli reali.

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DOVE SI PARLA DI UN CONTRATTO, DI CAPRICCI E DI DEI IN PENSIONE
Doveva essere chiuso a fine luglio - al massimo - il contratto fra Valentino Rossi e la Honda. Non l'aveva detto un cretino, ma Suguru Kanazawa, il Geronimo della HRC. Parole al vento: si viaggia verso fine settembre e della firma nemmeno l'ombra.
In compenso fra i "no comment" di Vale a Rio, e le dichiarazioni pacificatrici del mediatore Carlo Fiorani si capisce solo una cosa: qualcuno fa i capricci.
''Voglio pensare al titolo e a vincere più gare possibili. Ce ne sono cinque in poche settimane, non ho tempo di pensare ad altro'', dice Rossi, con i capelli giallo-verdi come la bandiera brasiliana.
''L'ultima versione del contratto, successiva agli ultimi colloqui del Portgallo, è nelle mani dei nostri avvocati in Giappone. Ho ricevuto ieri la proposta corretta e l'ho inviata nuovamente a Tokio con le mie osservazioni, attendo un'altra approvazione prima di consegnarla a Rossi'', ribatte il manager romano.
Sulle percentuali di successo delle trattative, ormai si scommette.
''E' inutile dire che manca un 10 o un 20 per cento alla firma. Diciamo così per dire che siamo vicini. Mancano almeno un paio di punti che non sono formali ma sostanziali. Se troveremo l'accordo su questi punti sostanziali bene, altrimenti si discuterà ancora o non si farà il contratto'.
Qualcuno di sicuro fa i capricci. Oppure li fanno tutti e due.
E', forse, questa la versione più probabile, perché sia la Honda che Rossi - a ragione o a torto - sono convinti di poter fare a meno l'uno dell'altro. E se rimarranno assieme sarà un puro fattore di convenienza. Non c'è amore, e fin qui passi, ma nemmeno rispetto reciproco. E questo è più grave.
Valentino, ai giapponesi, rinfaccia di essere monolitici. E soprattutto di dare vita, carattere e personalità ad una cosa che per lui è solo metallo inanimato: la moto, l'Honda. Loro a lui, rimproverano proprio questo: non rispettare con il mezzo, il Mito e le mille anime di una due ruote leggendaria. Ma tant'è, questi sono i fatti. E se non siete convinti che sia così si può leggere nell'ultima polemica Rossi-Biaggi il resto della verità.
Max dice: "Rossi rimarrà lì dov'è perché gli conviene. Fosse convinto di poter fare senza la Honda, cambierebbe".
Vale replica: "''Biaggi è sempre una volpe, bugiardo quando parla ai giornali o alla televisione. Tutto ciò che dice ha sempre un fine. Ma io di certo non cambio idea per lui, non mi faccio condizionare dalle sue dichiarazioni. Per Max sarebbe molto meglio che io restassi alla Honda: così potrà continuare a dire che lo batto solo perchè io ho la moto migliore. Non devo dimostrare di essere il più forte. Non cambierebbe idea nemmeno se lo battessi con la Proton".
Si potrebbe pensare, a questo punto, che Rossi rimarrà alla Honda solo per far venire l'orticaria a Biaggi. Ma egualmente si potrebbe affermare che se ne andrà perché lui non è tipo da farsi condizionare. Già, perché la frase di Valentino, si può leggere nei due sensi. Per questo Biaggi rincara la dose: "''Il team di Valentino vinceva prima che arrivasse Rossi, con i vari Gardner, Doohan e anche con Criville quando Doohan s'è infortunato gravemente, e vincerà anche senza di lui. Semplicemente perché è la squadra migliore con la moto migliore. Questa è una realtà sotto gli occhi di tutti".
Potrebbero continuare all'infinito, Max e Vale, a spararsi bordate, ma a ben guardare ciò accade unicamente perché gli dei del motore a scoppio, dei quali Suguri Kanazawa è il misero rappresentante terreno, non hanno, loro, sì, il coraggio per fare ciò che la logica, lo spettacolo e lo sport richiederebbero: dare ad entrambi i duellanti le medesime armi per battersi. Strano, perché lo fecero, ma in F.1, con Prost e Senna ai tempi della McLaren.
Si vede che gli dei di quel tempo sono andati in pensione.
18/9/2003

GPOne, articolo non firmato.

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17-01-2005
"Guidare un'Honda ufficiale è il sogno di ogni pilota, anche di quelli che gareggiano per altri team. Ho sempre voluto essere un pilota HRC ufficiale, ed ora Honda mi offre la migliore opportunità per esprimere il mio potenziale. La mia vita come pilota riparte da oggi."

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4 DICEMBRE 2001

JEREZ-I dubbi con i quali Rossi ha lasciato la Spagna confermano che all’HRC avranno un bel lavoro da fare per soddisfare il Campione del Mondo e rendere la RCV211 il punto di riferimento come lo era la NSR500.
Dopo gli ottimi tempi del 1° giorno sono iniziati grossi problemi ed i tecnici, dopo aver ascoltato Rossi, i tecnici HRC sono inetervenuti sulla ciclistica senza riuscire minimamente ad eliminare i difetti.
L’insensibilità alle modifiche ha fatto sorgere il dubbio di problemi strutturali mentre Katoh con l’NSR ha girato sempre più veloce.
La moto che Rossi aveva provato in Agosto era però disastrosa! Seguendo le indicazioni del “Dottore” la HRC ha abbassato di 17 mm la sella, aumentato le dimensioni della carenatura, cambiato la taratura della forcella troppo rigida e del forcellone per trazione e potenza, modificata posizione e dimensione degli scarichi; Rossi ha tuttavia segnalato ancora del lavoro da fare sul codino e sui leveraggi dell’ammortizzatore oltre all’eccessivo consumo del pneumatico.
La 4T sarà comunque competitiva, ma Valentino avrà il suo bel da fare per metterla a punto e dovrà di fatto rinunciare al grande vantaggio della NSR..Rossi:”A Suzuka avevo riscontrato parecchi problemi ma in HRC sono stati bravi a venirmi incontro..però c’è ancora tanto da fare su quello che ho indicato.”

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09-02-2005
In un intervista esclusiva rilasciata a www.motogp.com (che riportiamo qui sotto) Max Biaggi parla dei prossimi test di Sepang e del suo rapporto speciale con il tecnico Erv Kanemoto. A sorpresa il pilora romano annuncia anche che non si lamenterà più della moto o di qualsiasi altra cosa!

Domanda: Quali sono le tue condizioni fisiche e come procede il recupero del piede infortunato? Sembra che a Sepang potrai lasciare da parte le stampelle, ma non ancora gli stivali speciali fabbricati dalla Dainese.

MB: Il piede fa passi da gigante. Non è più un piedone, finalmente mi entrano tutte le scarpe normali. In questi giorni sto macinando chilometri in bicicletta perché di tornare a correre non se ne parla, ancora per molto. Però ho buttato le stampelle, è vero. Invece gli stivali nuovi non li butterò mai. Perché oltre che a sostenere una caviglia instabile, servono a prevenire gli incidenti. All´interno contengono un tutore in fibra di carbonio molto leggero, ma molto forte. Se li avessi avuti quando sono caduto probabilmente non mi sarei rotto niente. In compenso questo mio incidente potrebbe servire ad evitare fratture a tanti altri piloti, visto che la Dainese sta per mettere in produzione questo nuovo stivale studiato su di me. Insomma, qualcuno potrebbe dire: meno male che Biaggi si è fracassato la caviglia! O forse lo hanno già detto senza sapere dello stivale...

D: Suppongo che affronti questo secondo test a Sepang con più ottimismo rispetto a due settimane fa, quando sei salito di nuovo in sella alla moto con qualche dubbio sulle tue condizioni fisiche dopo essere rimasto inattivo per più di due mesi per via di questa brutta lesione...

MB: Sicuro. L´altra volta non sapevo neanche se sarei riuscito a fare un giro. Uno stato di ansia che non auguro a nessuno.

D: Di recente l´HRC ha confermato che sarai il `cavallo di punta´ della scuderia per questa nuova stagione e anche il principale responsabile dello sviluppo della moto. Senza dubbio, si tratta della grande opportunità per lanciare l´attacco al titolo della MotoGP, un obiettivo che hai inseguito negli ultimi anni.

MB: Calcola che per abituarmi al ruolo di cavallo di punta sto mangiando biada tutte le mattine a colazione... A parte gli scherzi, per me essere in HRC è fantastico e soprattutto motivante. Chiunque faccia un giro in pista desidera essere pilota ufficiale Honda. Tutti, dagli amatori ai piloti professionisti. Se qualcuno dice di sognare un´altra moto lo fa per evidenti questioni contrattuali. Oppure è un po´ matto. Questo ruolo è importante perché ti permette di intervenire sullo sviluppo della moto. Il mio obbiettivo principale è costruire un mezzo che mi permetta di esprimere tutto il mio potenziale. E questo oggi si può fare solo alla Honda. Ho una gran voglia di divertirmi a guidare. Voglio finire una gara e dire: ok, più forte di così non potevo andare.

D: Nel prossimo test e nel successivo, a Phillip Island, avrai già a disposizione la nuova RC211V del 2005. Come prevedi che sia il lavoro sulla nuova moto in questa fase di precampionato?

MB: Sarà un lavoro molto intenso. Ce ne siamo resi conto subito. Dobbiamo costruire La Moto Vincente e non è affatto facile. Perché il 2004 è stato un anno perso e perché gli altri sono stati molto bravi. Però la squadra mi piace molto. Aver ritrovato un grande professionista come Erv Kanemoto è fantastico. Il nostro è un rapporto speciale, sento un legame particolare con Erv. E poi c´è tutto il nuovo team,gente giovane, in gamba, molto motivati, a cominciare dal capo meccanico Iwano. Pensa che la pista chiude alle sei e noi normalmente rimaniamo al lavoro anche oltre le 10 di sera.

D: Alcune voci critiche hanno già esposto i propri dubbi sul fatto che tu possa sconfiggere Rossi questa stagione, anche con il massimo appoggio da parte dell´HRC. Ti influenzano questi commenti fatti prima che tu possa provare la moto del 2005?

MB: Ho sentito in giro che c´è molta curiosità su di me e sulla mia nuova moto, sia da parte dei giornalisti sia degli altri piloti. Li ringrazio, fa piacere sapere che qualcuno ti pensa... he, he, he!!!. Qualcuno è già pronto ad emettere giudizi dall´esito dei prossimi test, come se uno costruisse una moto vincente in due settimane. Ma via! Vi voglio svelare una cosa che non ho mai detto a nessuno: non sentirete più una lamentela da parte mia. Sono stanco di questo stereotipo che mi hanno cucito addosso. So benissimo che c´è chi non aspetta altro che sentirmi denunciare qualche problema tecnico. Conosco giornalisti che mi fanno solo domande sul chattering. Beh, sarà un piacere deluderli, ma quest´anno il chattering - ovvero saltellamento dell´avantreno in staccata - verrà alle loro penne o ai loro microfoni. Se problemi tecnici ci saranno, io ne parlerò solo con il mio team, che ha tutta la mia fiducia.

Domanda: Rossi ha detto che il Campionato del 2005 può essere una battaglia tra lui, Gibernau e Biaggi, senza perdere d´occhio la Ducati, che ha fatto importanti progressi. Sei d´accordo con questa previsione? Come consideri lo schieramento della MotoGP del 2005?

MB: Ha ragione Rossi. Sì, puoi scrivere proprio così: Biaggi ha detto che ha ragione Rossi. Ti piace? Dello schieramento qualcuno lamenta che siamo di meno. Ma a me sembra che i migliori ci siano sempre tutti. Certo, una Moto GP con le batterie di qualificazione come il Supercross USA non la vedremo mai.

Domanda: Dopo il primo test con il riformato team Repsol Honda, quali sono le tue impressioni sul lavoro con Erv Kanemoto e la nuova squadra tecnica? Che ci puoi dire del tuo nuovo compagno di squadra Nicky Hayden?

MB: Sono molto contento. In HRC c´è il clima giusto. Le persone sono tutte nuove, quindi vogliono tutti fare bene. Si lavora tanto, perché c´è tanto da lavorare. Stiamo cercando di imparare gli uni dagli altri. Siamo solo all´inizio di un lungo percorso. Erv non ha bisogno di presentazioni: è una certezza. Nicky, per dirla con una parola della sua lingua è cool. Noi italiani diremmo che è un figo, uno tranquillo.

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Il pilota romano furibondo

«In pista ho vinto io,
questa non è giustizia» dal nostro inviato
BARCELLONA - Si toglie il casco, non capisce, ma è chiaro che c'è casino. «Che ho fatto? Non ho commesso scorrettezze, perché quella bandiera nera? Che vuol dire?». I suoi addetti stampa si agitano, cercano di spiegare, bene che vada sarà squalifica. Poi arriva anche la multa: 5000 franchi svizzeri, poi più di sei milioni di lire: «Se è così per quest'anno smetto di correre». Max Biaggi lascia la moto ed entra nell'ufficio del direttore di gara, convocato d'urgenza per non aver rispettato la bandiera nera, che segnala l'obbligo di fermarsi. Il ragazzo va dal preside con una nota d'indisciplina scritta in rosso: è stato squalificato, ma rischia sanzioni anche per il resto del campionato. Serve forse un esempio di mano pesante, di governo forte a dispetto delle regole, di dittatura.
Max Biaggi è pronto a spiegare. A chiarire. Ma non può sbilanciarsi, perché è in corso un giudizio e «qualsiasi cosa dirò può essere utilizzata contro di me». Cominciamo, dunque: «Potevamo ammazzarci. Se avessi frenato sarei caduto, e anche Barros non aveva scelta. E' successo quello che temevo. Ma qualsiasi cosa succederà, mi resta almeno la soddisfazione di aver vinto una bellissima corsa. Ora aspetterò l'appello, ma senza sperarci troppo. Smettere qui? No, è stato un momento di rabbia. Andrò in fondo a questo mondiale anche se, avrete visto, essere bravi non sempre conta e vincere a volte non basta. Con Nosetto? Ci siamo detti un sacco di cose, ma devono restare tra noi ed è giusto che sia così».
I catalani incalzano. Vogliono sapere se c'è qualcosa sotto, se la potenza della Repsol, benzina spagnola, si sia fatta in qualche modo sentire sotto forma di condizionamento: «Mi dispiace, non posso dire nulla. Forse ci sono piccole cose che alla fine pensano sulla bilancia. Anche il regolamento è fatto bene, ma in alcuni punti è impreciso: lascia ampia facoltà di interpretazione ai giudici. Una cosa però voglio dirla: prima del regolamento, prima dei codici in generale, esiste il buon senso. Il buon senso che distingue l'uomo dalla bestia. Adesso c'è l'appello, vedremo. Mi hanno però assicurato che non verranno presi provvedimenti oltre questa gara, tutto finirà qui, anche se una squalifica è una botta per il mio mondiale».
Anche Alex Barros è dietro la lavagna: «Non ho visto bandiere. A quella velocità, in scia, non vedi niente. Ho visto le bandiere gialle dietro la curva, ma ormai era tardi: Max usciva lento, io dovevo passarlo per forza, altrimenti sarei caduto».
G.Belleggia.

Così si stravolge un bel film

E' IL DESTINO dei grandi venuti dal nulla: incontrare sempre qualcuno pronto a riportarti in miseria, un po' per volta o tutto insieme. Immagini simbolo di una vita maledetta, come le facce segnate di alcuni pugili. Come la faccia di Max Biaggi alla fine del Gran premio di Spagna, quando si toglie il casco sulla corsia dei box e chiede: «Cosa ho fatto? Non ho commesso alcuna scorrettezza. Perché quella bandiera nera?».
La trance agonistica stavolta è shock, e il suo volto adesso si sovrappone a quello curato, pulito e sicuro di chi aveva preparato per mesi questo Gran premio e nei minuti prima della partenza poteva permettersi pure di allentare la concentrazione perché sentiva, e si vedeva, che avrebbe vinto lui. Sì, la sfida con Doohan su questa pista era stata la sua ossessione. Aveva calcolato tutto, eccetto il gesto dello sceriffo Roberto Nosetto, faccia impunita col ruolo di direttore di gara con licenza di uccidere il mondiale.
Stavolta Max Biaggi non racconta di una staccata al limite, di una curva in cui è rimasto in piedi per caso. Stavolta usa un tono nuovo e recita: «Qualsiasi cosa dirò potrebbe essere usata contro di me». La medaglia è capovolta: sembra braccato dalla polizia di mezzo mondo. Al Capone, Scarface. Anche Anna Falchi che lo bacia e poi si passa la mano sulla bocca per togliersi il sudore sembra più la compagna di un uomo in fuga. Doveva essere un altro film, ma il regista ha cambiato idea su fatti e personaggi. Basta saperlo.

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Q:
What would you like to tell your thousands of fans around the world about your arrival at Repsol Honda for 2005?

Max Biaggi:
Being in this team is a great opportunity; you may laugh now, but let me tell you that I've always wished to be part of this team and to wear the Repsol colours. This has been one of my biggest dreams and also one of my secrets, something that finally has become true.

Now I'm here, in the best team of the World Championship, with the support of Honda – the number one factory – and with such an important sponsor, who has achieved so much success in this sport as Repsol.

I know that we have a lot of work ahead; last year things didn't work out very well for the team, so we'll have to work hard to make the Honda be once again a winning bike.

You cannot make it in just two days, we're talking about a slow process that isn't free of difficulties, but I'm sure that we'll make it. We're moving forward, and that's always important and positive, and fortunately we still have two months ahead.

Q:
How is your foot injury doing?

Max Biaggi:
It's doing well, I'm almost recovered, let's say that right now I'm at a 90% of my best shape. It was a complicated and painful injury, but I've been working hard, so here I am, back again, riding fast and without trouble. I had some discomfort during the first tests of the year we made here, but it's forgotten.
Have you found big differences between the bike you rode last year and the factory bike you're riding now?

Max Biaggi:
Not for the moment, I don't see big differences between them. But we're testing countless new parts and we're allowed to do that because we are the official team. I couldn't do that in the other (Camel Honda) team because I wasn't a factory rider.

And that's the big difference. Now we have the chance to choose something we think is going to work well and make it evolve in our direction. That's how you can get a tailor-made bike that adapts to your needs, gives you confidence and therefore allows you to be faster on it.

Q:
How does the 2005 feel bike at present?

Max Biaggi:
Friday was the first day we started to work on the 2005 bike although the base is basically the same as last year. There are no big differences between one and the other; they look almost alike.

Right now we're testing countless elements, from engine parts to tyres, different chassis and geometries... We're looking for the right direction; once we've found it, we'll go deeply into it and create a winning bike. This isn't something we can achieve in only a couple of days, we need some months of work, testing and more work.

Q:
You've been in the premier-class since 1998. Is the best of Max Biaggi yet to come?

Max Biaggi:
Yes, I'd say 99% yes. Let's see what happens in the next ten months...

Q:
Is this the best chance you've had so far to be a premier-class world champion?

Max Biaggi:
Yes, that's true, it probably is. At the end of last season I had several possibilities on the table, some with major remunerations, but I'm not here to become rich and be often on TV; I know very well what I want and I'm conscious about the fact that this is the team that can offer me everything necessary to get the MotoGP title.

I want to be the number one, the world champion at the end of the season. Right now it's Rossi and his Yamaha who are number one and my aim is with no doubt beating that pairing and become number one myself. The way to get to your aims is never easy but we'll try it as a team.

Now we're starting to work and get to know each other; we have to try to get as much information as possible during these tests to make it as easy as possible for the engineers in Japan. But we have to move on fast and find the way to improve some aspects of the bike as quick as possible to be faster every time. Improving and developing the new bike is our main objective right now.
Q:
What do you need from Honda and from the Repsol Honda Team to become world champion in 2005?

Max Biaggi:
Working with Honda is with no doubt something incredible and I'm excited with the idea. The team is completely renewed compared to the previous seasons, so we're now trying to adapt ourselves and to become a close team.

We hardly knew each other only a couple of days ago so we have to look for harmony and balance between all of us. It's important to achieve it because we'll be much more competitive working that way.

Let's not forget that the team always plays a very important role in this sport, especially during race weekends, where we only have four hours to get the bike set and any mistake may set us back. Good communication within the team and a competitive bike are most of the times the key to be in the front.

Look, I signed the contract with Honda because they came to me and told me that they wanted me to ride for them to try to get the title together this year. And that's what we are here for, both Honda and me, to try to get the title, so I think that Honda will be the first one wanting to give me the necessary tools to try it with guarantees.

Q:
There are 12 people in your garage, a bike that is completely dismantled and then reassembled in a few hours, you've been working from 8.30 in the morning to 10 o'clock in the evening in the circuit. You seem very dedicated…

Max Biaggi:
Yes, that's the way I work, I always try to give my best and to transfer as much information to the team as I can be sure of, and as quick as possible. It's not easy to improve something that is already good; most of the times you can only give it some little touches to improve a tenth or two... You build a wall stone after stone, you'll never make it at once, just like appearing from nothing.

Well, it's the same in our case, if you don't plan things right, working methodically and seriously, you won't get the result you expect. It may happen some day, but then it won't be something that can offer you continuity and you probably won't know why it happened.

That's my style, always trying to be very precise with what I'm doing, getting to know and looking for an answer to what has happened. That's why I insist: communication is of vital importance; we have to communicate and talk about things that happen and how we can improve.

Q:
I guess that the presence of Erv Kanemoto, an old friend of yours, will be of vital importance for you and the team this season?

Max Biaggi:
Yes, we've known each other for a long time, I've learned a lot from him and we largely agree in several working aspects. Look, I'll be very sincere: I know how to win the world championship, and to do it I need the support of a factory and to be surrounded by the precise people, people like Kanemoto.

There's fluent communication with him. At the end of a test day, we often talk in the evening. Being relaxed, I analyse things I have seen on the bike and tell him. He's like me in this aspect, he lives his job intensively, he likes it and he always wants to improve.

Q:
What's your relationship like with your new team-mate Nicky Hayden?

Max Biaggi:
Good, Nicky is a nice team-mate. We already knew each other before because I use to spend some time in the United States and we had already been practising Supermotard together.

He's young, he's only been a couple of years here and I think that he's a good team-mate. We've been talking a bit about these tests today, about how things are going on for us and what problems and solutions we have... Sharing information on a general level.

Q:
So the fight for the 2005 world championship will be between you and...

Max Biaggi:
Valentino is the Champion and the man to beat. Starting from this point, I think that Gibernau, and I hope that myself, will be fighting for the title. Maybe Barros, Hayden, Capirossi, Tamada will be there as well...

Q:
How do you like the Repsol colours?

Max Biaggi:
Well, they fit me very well. The truth is that I liked the way I look with these colours. I think that the Repsol orange favours me a lot and I love this colour.
http://www.crash.net

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Lo Zio Tazio

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Da Repubblica
http://www.repubblica.it/2005/c/sezioni ... iaggi.html

La frattura al piede, le difficoltà, l'età
Max Biaggi di fronte al mondiale decisivo
"Mi dispiace, Valentino
ma quest'anno vinco io"
dal nostro inviato CORRADO ZUNINO


Biaggi nel test con la Honda
BARCELLONA - Biaggi, fa ancora male il piede sinistro?
"Quando lo appoggio sulla pedana, in frenata, sì, fa molto male".

Si è rotto il piede all'inizio del novembre 2004, nelle settimane in cui la grande madre Honda stava decidendo di affidarle la moto migliore che possiede, cioè la moto migliore del mondo.
"Una bella sfiga, eh?".

Però bella incoscienza fare un allenamento di supermotard in una fase cruciale della sua carriera.
"Sono sempre andato in moto lontano dai gran premi, non posso incatenarmi. Devo dire che l'azienda è stata gentile, mi ha aspettato, mi ha seguito".

E alla fine le ha dato il ruolo di prima guida e di tester.
"Diciamo primo pilota del team Hrc, quello ufficiale. Prima guida Honda si vedrà durante la stagione".

Ci siamo: la rivalità interna con Sete Gibernau. Nelle ultime due stagioni lo spagnolo ha dimostrato di essere l'unico rivale di Valentino Rossi. E' stato lui a tenere il mondiale aperto fino all'autunno, lei è caduto prima.
"Rossi non teme Gibernau, teme me. Non l'ha mai temuto, lo tiene sempre sotto pressione. Rossi sa che è un pilota arrivato tardi ai vertici di un mondiale, non ha la tenuta psicologica per reggere un'intera stagione al massimo. Infatti, ogni anno, quando arriviamo in Malesia Gibernau si scioglie. E Rossi vince il mondiale".

Ma lei Biaggi merita davvero di ottenere gli aggiornamenti della Honda prima di Gibernau?
"Sto facendo ogni cosa possibile per meritarlo. Provo per sei, sette ore fino a quando non va giù il sole. E sono io quello che sta spingendo in avanti lo sviluppo della moto mentre Gibernau ha scelto di tornare indietro. Credo che a Tokyo se ne rendano conto".

Spieghi.
"Honda ha capito che la moto del 2004 ha avuto gravi problemi di vibrazione tutto l'anno, ci hanno chiesto di aiutarli a risolverli. Io ho deciso di usare i pezzi nuovi, di provare e riprovare anche se questo può rischiare di confonderti. Gibernau, praticamente, è tornato alla moto del 2003. Eppure in Australia ha avuto i pezzi nuovi prima di me".

Con buoni risultati, visto che qui ai test Barcellona nel primo giorno ha fatto il secondo tempo, ieri il terzo.
"E il primo tempo chi l'ha fatto?"

Biaggi, alleluia...!
"Venerdì e pure ieri. Intendiamoci, a tre settimane dalla partenza del mondiale non sono qui a cercare il tempo, ma farlo aiuta".

Il suo ex manager Sito Pons ha detto che lei l'anno scorso aveva già la moto ufficiale. Insomma, Biaggi il solito piagnone.
"Sito Pons farebbe meglio a tacere visto che non tirava fuori i soldi neppure per una carena e non mi lasciava mettere gli adesivi in ricordo di Kato perché gli occupavano lo spazio degli sponsor".

Mike Doohan dice, invece, che lei non è un buon sviluppatore perché cerca sempre la perfezione. E il parere di Doohan in Honda è ascoltato.
"Dice cose stupide, e non da ieri. Doohan non ha mai dimenticato la legnata che gli diedi nel '98: esordio in 500, battuto alla prima gara. E poi la squalifica a Barcellona. Lasciamo perdere, quel mondiale ce l'ho ancora sul gozzo".

Quindi, la perfezione.
"La moto perfetta l'ho avuta due volte nella vita. Ma io non cerco la perfezione: è un luogo comune che mi ha appiccicato addosso chi non mi ama. Cerco l'equilibrio della moto su ogni pista, e lo sto trovando".

Da un po' di tempo lei e Rossi avete smesso di colpirvi. Anzi, vi riconoscete reciprocamente il talento. Qui a Barcellona, mi pare, quattro anni fa vi prendeste a pugni in faccia.
"Non iniziai certo io e non ho mai attaccato per primo. Credo che sia cresciuto e non abbia più bisogno di me per farsi pubblicità, così ora si potrà vivere una sana rivalità da pista".

Biaggi, lei quest'anno lo batte Rossi?
"Voglio diventare il numero uno e quindi devo battere Rossi e la Yamaha".

Anche perché a 34 anni questa è la sua ultima possibilità di vincere il mondiale moto che conta davvero, il MotoGp.
"Sono qui per vincere il titolo. Cosa diceva dell'età?".

Che lei ha 34 anni.
"Ma sono integro, vado in bici, mi alleno e non penso proprio a quando smetterò".

Non pensa neppure a quando metterà su famiglia?
"Il matrimonio è una cosa superata, d'altri tempi, mi piace la vita da singolo".

Giuri Biaggi, nel 2005 basta lamentele e teorie di complotti.
"So come si vince questo mondiale, conosco i punti deboli di Rossi. Ho solo bisogno di essere circondato dall'azienda, dal mio team e da Erv Kanemoto, il capomeccanico che volevo".


Con lui vediamo che parla, parla.
"Parliamo della moto fino a sera, ci addormentiamo parlandone".

(20 marzo 2005)

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26 marzo 2005

Dal sito ufficiale di Max

"Siamo arrivati da Barcellona con un buon set up, ma qui a Jerez la moto non rispondeva più. L’esperienza mi permette di dire che conosco la differenza di messa a punto tra queste due piste. Ed io ho fatto tutto quello che può fare un pilota: ho provato e riprovato tutte le soluzioni di telaio e sospensioni ed ho guidato al limite. Ma non è servito. Il tempo sul giro rimane troppo più lento del mio standard. A questo punto dipende dalla gestione del motore: erogazione della potenza ed elettronica. E questo non è di mia competenza. Spero che la risposta arrivi al più presto. "


DA MOL

Un disastro completo che il pilota analizza senza troppa diplomazia: "Va male, sinceramente dopo Barcellona dove non faticavo a fare tempi buoni, qui, per tutta la giornata non siamo mai stati competitivi e non è un problema di gomme o di setting".
- Scusa ma se non è un problema di setting, cos'è?
"Il problema deriva dalla gestione elettronica, soprattutto del freno motore, in entrata e in uscita di curva. E' impossibile frenare come voglio. Non c'è verso, sono preoccupato, è incredibile che io prenda un secondo e mezzo su questa pista. Ho provato di tutto, ho dato il massimo come faccio sempre. La mattina, appena entrato prendevo un secondo, dopo ottanta giri ancora peggio. La moto è stata cambiata da cima a fondo e ho ottenuto le stesse sensazioni, non è gestibile "nell'apri e chiudi" .
- Cosa si può fare per rimediare?
"Passare da Barcellona a qui, per uno della mia esperienza non è difficile, sappiamo già le mosse da fare. Questo mi sembra un brutto segno e non vedo vie d'uscita e le abbiamo provate tutte. Le variazioni di setting funzionano, l'elettronica no".
- Di chi è la colpa? "Dico una cosa: oggi il capomeccanico è quello che preme i pulsanti dell'elettronica, spero solo sia stato un errore. Io sono un factory rider, un pilota ufficiale e non posso avere questi problemi".
E qui, senza cercare polemica, sembra evidente che Max non sopporta il distacco rimediato da Hayden, ma soprattutto il fatto che questo non sia capitato ai team satellite.
Un Biaggi arrabbiato e scuro, cui fa ideale contrappasso un Hayden felicissimo: "Ho iniziato bene, ho fatto una simulazione positiva e ho un ottimo passo. Se domani piove, va bene lo stesso, bisogna imparare e magari sarà bagnato anche in gara".

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News, 28/03/05
http://www.motogp.com/it/motogp/news_in ... ?menu=home

In generale, all’inizio eravamo abbastanza competitivi, ma tutto si è guastato in questi ultimi test a Jerez. Da quando ho iniziato a girare, considerando la situazione dalla quale partivo, abbiamo migliorato. Oggi sono completamente guarito dalla lesione alla caviglia, anzi direi che da questo punto di vista sono al 100%. Prima dell’inizio dell’anno non avevo potuto provare la moto che guiderò questa stagione. a gennaio abbiamo ricevuto il nuovo materiale, ma da allora non ci hanno portato praticamente niente di nuovo e francamente mi aspettavo molto di più. Le nuove parti non sono sufficienti. Per vincere dobbiamo migliorare molto di più e spero che queste migliorie arrivino in tempo". È normale che Biaggi sia rimasto sconcertato dopo un fine settimana nel quale il team non ha trovato soluzioni per il chattering e alle difficoltà per affrontare velocemente le curve, un problema che ha lasciato i due piloti distaccati da più di un secondo dai primi classificati di tutte le sessioni.

"È un vero mistero. Solamente una settimana fa eravamo molto competitivi : a Barcellona abbiamo messo a segno il miglior tempo nei primi due giorni e forse lo avremmo fatto anche la domenica se non ci fosse stato quel problema con il connettore. Invece adesso, quando mancano due settimane al primo Gran Premio, che si disputerà proprio qui a Jerez, siamo abbastanza persi. Dobbiamo continuare a lavorare e spero che le cose vadano meglio quando torneremo. Verrò al Gran Premio per dare il massimo e spero che la moto vada bene allora, perché non può succedere che stia lottando con la moto". "La Yamaha è migliorata molto rispetto all’anno scorso, ma sembra che anche la Honda, anche se non saprei dire quanto. Ne è la dimostrazione il fatto che ci sono molti piloti Honda che hanno fatto importanti passi avanti, anche se non è il mio caso. Mi piacerebbe avere delle prove che anche la mia moto è evoluta come le altre. Questo fine settimana così negativo a Jerez rimane un mistero per me. Basta guardare il foglio dei tempi per vedere dove sono gli uni e gli altri"

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motonline.com 28/03/2005

Nella borsa del morale, elemento che sembra contare di più di tante alchimie tecniche, Melandri è in alto, Hayden pure, il picco più basso appartiene senza dubbio a Max Biaggi. Oggi paurosamente indietro, ieri accusato di scorrettezze da Hayden (che lo avrebbe minacciato ma tutti smentiscono), Max ricorda a tutti che "Comunque non mollo e in questo momento non bisogna mollare. La moto che a Barcellona andava bene, oggi non c'è più. Ho problemi di saltellamento in staccata e di trazione in uscita che non avevo mai avuto prima".
A dire il vero anche Sete lamenta qualche incertezza in entrata e dire che i due guidano in maniera totalmente diversa, problemi che gli altri hondisti non hanno. Oggi Biaggi ha passato buona parte della giornata nel motorhome, poi è tornato in sella, ma si vedeva che aveva poche speranze. Lui è fatto così, davanti al "male oscuro" si perde e pretende attenzione dalla Honda. Ma dal Giappone fanno sapere che non ci sono differenze con la moto di Hayden e che non risultano problemi.
Sembra di averla già sentita questa frase, ma scommettiamo che su questa pista fra un pugno di giorni, Max sarà a dar battaglia.

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Da Motograndprix.it
http://www.motograndprix.it/news_gp.htm?id_news=5525

Biaggi, 27/03/2005:
" .... Sono tornati i problemi di chattering, tanto in ingresso quanto in uscita dalle curve assieme a problemi di trazione che non siamo riusciti a risolvere. Adesso è il momento di dare una "sterzata" definitiva, per partire bene per Jerez."

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WWW.max-biaggi.com


Ciao ragazzi
La situazione che si è venuta a creare è quanto di più spiacevole potesse accadere. Prima lo scontro in pista con Melandri, poi la reazione a caldo di mio zio che è andato a discutere fin troppo animatamente con il pilota del team Telefonica e in ultimo la multa della direzione di gara. Mi dispiace molto per il comportamento di mio zio perché so che lui ha reagito istintivamente solo per difendere me, ma è la persona più buona e onesta che esista. E poi il suo gesto ha sicuramente messo in secondo piano l’aggressione che io ho subito in pista ad opera di Melandri. Per capire cosa è successo veramente però bisogna guardare le immagini dall’alto, perchè solo quella ripresa mostra chiaramente la dinamica dello scontro. Melandri veniva da dietro, si è infilato all’interno della chicane con l’unico intento di buttarmi fuori, tanto che ha girato anche la testa per lanciarmi un’occhiata in segno di sfida. Ha urtato la mia carena sull’anteriore e per puro caso non è riuscito a sbattermi a terra. La scena del mio gomito vista dall’alto fa capire chiaramente che quel gesto era un tentativo estremo di mantenere la distanza tra le due moto e non un aggressione. Per risposta invece ho avuto un calcio. Tutto questo è ancora più grave perché Melandri aveva appena fatto un fuori pista e non aveva alcun motivo di correre (e quindi di superarmi proprio lì) perché con la gomma da qualifica che aveva sotto poteva fare soltanto un giro buono (la Michelin me lo ha confermato) e lo aveva appena sprecato. Ovviamente a pochi secondi dalla fine delle qualifiche non poteva neanche cambiare ruota, quindi il suo gesto è ingiustificabile. Comunque non ce l’ho affatto con Meandri, gli eccessi di adrenalina capitano a tutti. Mi dispiace per lui e soprattutto per l’immagine che abbiamo dato.
Quanto alla giornata di prove sono soddisfatto del lavoro svolto con il mio team. Abbiamo trovato un buon set up per la gara anche se il nono tempo in qualifica non ci rende giustizia. Purtroppo dopo il contatto con Battaini ho danneggiato la moto numero uno ed ho dovuto fare il tempo con il muletto che non aveva lo stesso assetto. Comunque domani possiamo fare una bella gara e speriamo bene.
Oggi la Honda ha presentato la nuova hospitality e per l'occasione il Team mi ha fatto una bella torta di buon compleanno... con due giorni di anticipo!!! Grazie!

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