da repubblica
Per Valentino Rossi arriva la denuncia Il Fisco chiede 112 milioni di euro
PESARO - Il Fisco lo aveva avvertito, aveva indagato su di lui e si era accorto che qualcosa non andava, che mancavano all'appello 60 milioni di euro non dichiarati. Adesso per Valentino Rossi è scattata, puntuale come ogni atto dovuto, la denuncia alla procura della Repubblica di Pesaro. Per il campione del motociclismo le ipotesi di reato sono "omessa dichiarazione dei redditi e dichiarazione infedele". E l'Agenzia delle Entrate ha quantificato la somma complessiva dovuta dal pesarese: 112 milioni di euro.
Ieri era uscita la notizia che l'Agenzia delle Entrate lo scorso 3 agosto aveva notificato al fuoriclasse delle due ruote un avviso di accertamento. Gli ispettori del Fisco erano giunti alla conclusione che Rossi non aveva pagato tasse per 25 milioni di euro. Imposte derivanti da 60 milioni di euro di entrate, relative agli anni 2000-2004, che il campione di Tavullia non aveva mai dichiarato.
"The doctor", come viene soprannominato nell'ambiente dei motori, rischia una multa salatissima. L'Agenzia delle Entrate ha comunicato che la somma dovuta da Rossi, comprensiva di sanzioni e interessi, è di 112 milioni di euro. L'inchiesta penale, invece, non è che la conseguenza dell'accertamento svolto dal Fisco, un atto dovuto.
Il campione pesarese, che risiede a Londra dal 2000, aveva costituito società estere per gestire i contratti di sponsorizzazione. Nello specifico, nel 2000 avrebbe presentato una dichiarazione infedele relativamente a tutte le imposte, mentre negli anni dal 2001 al 2004, avrebbe presentato dichiarazione infedele per l'Irpef, e l'avrebbe del tutto omessa per Iva e Irap. In Gran Bretagna avrebbe invece dichiarato un reddito di 825 mila sterline (poco più di un milione di euro) nel 2001, un milione di sterline per il 2002 (circa 1,6 milioni di euro) e 650mila sterline per il 2003 (circa 1 milione di euro). In Italia avrebbe dichiarato redditi da fabbricati per importi irrisori.
Secondo quanto si apprende, inoltre, a Valentino Rossi sono riferibili otto autovetture di grossa cilindrata, tutte assicurate a Pesaro direttamente possedute o intestate a parenti e società riconducibili al pilota. E possiederebbe anche uno Yacht modello Pershing 46+4, denominato "Titilla", normalmente ormeggiato nel porto turistico di Vallucola.
A quanto pare, fino al 2002 avrebbe presentato condono fiscale automatico pagando circa cento euro. I compensi contestati dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia delle Entrate comunque non rientrerebbero nel condono in quanto redditi prodotti oltre confine che andavano condonati pagando una somma più alta e dopo aver usufruito del cosiddetto "scudo fiscale" per il rientro di capitali all'estero.
In linea teorica, il sette volte campione del mondo ha tre strade davanti a sé per regolare il contenzioso. La prima è la quiescenza: in questo caso, evitando l'impugnazione dell'avviso, farebbe decorrere i termini per presentare ricorso, 60 giorni a partire dal 16 settembre. Oppure potrebbe impugnare la contestazione davanti alla Commissione tributaria provinciale, la cui sentenza può essere a sua volta impugnata davanti alla Commissione regionale e, in ultima istanza, in Cassazione. Come ultima ipotesi, il pilota potrebbe accettare un accertamento con adesione, o conciliazione, procedura partecipativa che di fatto è un concordato con il fisco. In questo caso, verrebbero ricalcolate imposte e sconti sulle sanzioni.
I genitori di Valentino cadono dalle nuvole. Il padre, l'ex centauro Graziano, parla di "fulmine a ciel sereno" e giura di non saperne nulla. La madre invece afferma che "ha fatto sempre tutto nel rispetto della legge".
Il diretto interessato affida il suo pensiero a un comunicato. Respinge le accuse e dice che "la questione sarà discussa nelle sedi adeguate". Tuttavia, "dura lex sed lex", la legge è legge, ed è uguale per tutti. A ricordarlo è un tifoso speciale del Dottor Rossi, il vice ministro dell'Economia Vincenzo Visco.
(9 agosto 2007)
_________________ Lo Zio Tazio
"Io vi daró tutto ... basta che non domandiate nulla!"
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