Potrei scrivere...ermetico, tipo:
Partirono un dì, affranti, ;
capipopolo e figli di un'ardimento antico,
contagiati di delirio da battaglia.
Sognatori, menestrelli e cantastorie
lacrimose spoglie d'uomo.
Restituiti furono,
dai moti del mare
nel palmo di una spiaggia gialla
e incamminati, fronte al cielo e terga al suolo,
irruppero stanchi su prati
ch'eran verdi e ad un tempo eran puranco
bruciati dal sole.
Ponti di pietra poi, valicarono a piccole porzioni.
Ahiloro, travolti anch'essi dai moti del mare.
Gorgogliavano i flutti ed è il terrore stava lì,
nei loro occhi liquidi per l'ira e la mestizia.
"Silenzio. Non voglio udir stormir di fronda"
tuonò una voce.
"E' solo una tempesta, come altre ne furono.
Se la paura si fa casa in voi, urlate il vostro male,
che trovi spazio nel padiglione degli dei".
Non vi fu risposta che potesse ritenersi della guisa.
Seguitarono il lamento, nè terrore, nè silenzio.
Un solo flebile mugolio di gole.
Al fine orbene,
passarono i
confini dell'isola madre.
Migrarono su un'isola lì accanto,
fu un buon viaggio.
Un colpo di remo, forse due, per approdarvi.
Ma era bella, bella davvero,
(in via dei matti numero zero)
Accolti come re dal ventre gonfio
più che il petto.
Coperti coi monili della novella terra
non ne capirono il lucore, non colsero,
non videro e rimpiansero.
Invocarono gli dei.
"Deh, spiriti buoni,
'chè la rotta era sì buona al par di voi,
ma non troviamo cibo per i nostri figli.
Le frutte, le verdure, financo gli animali
hanno il sapor del legno intriso.
Deh spiriti buoni,
afflitti dalle nostre litanìe,
vogliate, con un colpo della mano
spazzare isola e monili
e restituirici alla nostra terra, che era sì buona e bella".
Una grandinata coi chicchi come mele,
rispose il cielo. Ma il padre ch'era buono
lui sì, arrecò più danno di quell'evento gelido.
Non si poteva fare pipì,
perchè non c'era il vasino lì.
Ma era bella, bella davvero
in via dei matti numero zero.