TAVULLIA (Pesaro) Valentino contro Valentino a Tavullia, ovvero il pluricampione Rossi contro il Valentino Cafè per il presunto utilizzo illecito da parte del bar - che espone gadget (magliette, cappellini e altro) chiaramente riferiti al “Dottore” - di marchi depositati. La vicenda è sfociata nella richiesta, da parte del commercialista di Rossi, Achille Marchionni, di sequestro dei prodotti.
«È merchandising non autorizzato - spiega Marchionni all’Ansa, commentando la notizia riportata da Qn Resto del Carlino - una sorta di “vu cumprà”all'italiana. Da parte nostra non c'è alcun intento persecutorio, ma Valentino, oltre a tutelare se stesso, deve anche tutelare i contratti con le aziende che pagano per utilizzare marchi depositati. Insomma, si prefigura una sorte di concorrenza sleale, e su questi aspetti è stato chiamato a decidere il tribunale di Bologna.
Di tutt'altro avviso il titolare del Valentino Cafè, Antonio Coculla, secondo cui i gadget esposti nell'esercizio commerciale (nel sito del bar c'è una sezione dedicata al merchandising, attualmente inaccessibile) non recano il nome del campione ma quello del bar: «Facciamo quello che fanno tutti per la fidelizzazione dei clienti - dice Coculla -. Noi siamo un bar, non abbiamo un business miliardario: stampiamo duecento magliette con il nome del caffè e per la maggior parte le regaliamo ai clienti. Questo bar (che si trova proprio di fronte al Valentino Rossi Fan Club ndr) è aperto da 24 anni, noi lo abbiamo rilevato da tre. Gli amici di Valentino ci vengono da quando avevano 14 anni, e quando era meno impegnato ci veniva anche lui. È normale che ci siano delle foto che lo ritraggono». Insomma, secondo Coculla, è «una tempesta in un bicchiere: si risolverà tutto con una stretta di mano».
Diposti a ritirare i gadget, allora? «Prima dobbiamo capire cosa chiede Valentino - risponde Coculla -. È il nome del bar che non gli va bene? L'importante è che continui a vincere - scherza - perchè quando vince il bar è pieno».
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