LA PROVOCAZIONE / Anche alla presentazione della nuova Renault si è parlato dei test di Valentino con la Ferrari

La stoccata di Briatore: «Decida tra moglie e amante»

DAL NOSTRO INVIATO
MONTECARLO - Se è andata bene una volta, perché non riprovarci? E Flavio Briatore per il lancio della Renault R26 ritorna al Grimaldi Forum. Un altro vernissage nella mecca dei ricconi, con la speranza di rivincere anche nel 2006 i titoli mondiali piloti e costruttori della F1. D’altronde le gatte da pelare non mancano al bravo Flavio, che per l’occasione indossa una giacca blu bordata di bianco, Billionaire Couture, sopra una camicia rosa con collettone, jeans delavé , scarpe in vernice dalla punta lunghissima. Lui porta soldi con gli sponsor, sceglie la gente giusta per il team, batte colossi come Mercedes, Toyota, Bmw e Honda, ma il suo presidente Carlos Ghosn ripete un ritornello già udito: «Se non si sta al top, cioè tra i primi tre team, nel 2008 chissà se continueremo in F1».
Così, invece di descrivere le meraviglie della Renault R26, dotata sulle pance di due pinne per parte che la fanno sembrare un’astronave, Briatore deve spiegare che cosa farà da grande. Lascerà la Renault? Sarà l’erede di Bernie Ecclestone al comando della F1? Se Renault si ritira, comprerà la scuderia e continuerà per conto suo? «Farò quello che mi sentirò di fare, quello che mi entusiasma e mi dà soddisfazioni. E adesso concentriamoci sul 2006: vogliamo restare in testa, non difenderci, ma batterci per i titoli». Ma Fernando Alonso che annuncia l’addio con un anno di anticipo farà cambiare qualcosa nella strategia del team? Si punterà su Giancarlo Fisichella? E il romano ha le carte in regola, adesso, per battersi per il titolo? Interrogativi pesanti, ma Briatore non si tira indietro. Intanto spiega che dopo sei anni lo spagnolo era probabilmente arrivato a una crisi di rigetto e che per questa ragione non c’era possibilità di trattenerlo.
«Successe così anche con Schumacher e guardate dove è arrivato. Tra me e Fernando, comunque, rimane un legame: è una mia società che gli cura le sponsorizzazioni». Per Fisichella il discorso è più complicato: «Giancarlo è veloce, determinato, concentrato, ha fatto esperienza in un top team e avrà una macchina più adatta a lui: mi sembra che non gli manchi nulla, ad eccezione di un po’ di grinta. Ma non sempre, solo qualche volta. Io credo che possa vincere il titolo».
Sulla presentazione della R26, però, aleggia l’ombra di Valentino Rossi, che ieri a Valencia ha debuttato in mezzo ai lupi della F1 non riuscendo a mostrare quello che davvero sa fare. Dice Patrick Faure, presidente di Renault F1, tirato per i capelli nell’argomento: «Valentino è un grande fenomeno mediatico: non ha ancora dimostrato nulla, ma non si fa altro che parlare di lui. Incredibile». Briatore, invece, per Valentino ha un giudizio strano, diviso tra affetto e antipatia: «Rossi la deve piantare. Deve capire che non si può giocare a calcio e a pallavolo: la palla è sempre rotonda, ma si tratta di due sport completamente diversi. Quindi deve decidere, una buona volta, e non continuare a uscire contemporaneamente con la moglie e con l’amante. La Ferrari ha fatto grandi sforzi per lui, gli ha messo a disposizione tutto quanto occorre per fare buona figura. Vedremo di che pasta è fatto nel confronto con gli altri, a Valencia; e che finisca lì questo tormentone». Velenoso, infine, Alonso: «Sono davvero contento per Rossi. Mi sembra che vada bene con una F2004 dieci cilindri e con poca benzina! Adesso sono proprio curioso di vedere come se la cava in pista, insieme a tutti noi».

Molto notata e discussa la giacca con cui Flavio Briatore ieri si è mostrato a Montecarlo per la presentazione della Renault 2006. Una giacca proveniente dalla sua «maison», la Billionaire style e che assomiglia molto a una indossata da Jude Law. L’attore fu fotografato vestito in quel modo all’uscita da Balthazar, elegante locale nel cuore di Soho a New York. A questo punto la domanda è d’obbligo: chi ha copiato chi? (Vallenilla/Olycom)
Paolo Artemi

FORMULA 1 / A Valencia dopo sei ore e mezzo di attesa il «dottor» Rossi si è insabbiato con la Ferrari

La prima di Valentino è tutta da buttare

In testacoda dopo mezzo giro: «È la vita, succede, è stato pure divertente»

DAL NOSTRO INVIATO
VALENCIA - Sei ore e mezzo per scrutare il cielo, aspettare che la pioggia conceda una tregua, che l’asfalto del circuito si asciughi il più possibile. Un minuto e mezzo per andare in testacoda mentre il mondo ti guarda. Ciao a tutti, ci vediamo domani.
Peggio di così non poteva andare la prima lezione di guida di Valentino Rossi in F1: affondato nella sabbia dopo mezzo giro, dopo aver percorso appena 2,8 chilometri. Per carità, sono cose che succedono anche nelle migliori famiglie (Schumi in un altro punto è finito lungo sulla sabbia, ma poi è ripartito subito); e poi la pista era un po’ bagnata e le sue gomme erano ancora fredde. E, a voler proprio vedere, i debutti non sono il suo forte. La prima volta con una squadra corse di moto non gli era andata meglio: caduto alla prima curva su una Cagiva 125 al circuito di Magione. Ed è lui stesso ad ammettere che anche con la 250, con la 500 o con la macchina da rally la prima volta ha fatto cilecca. «È perché nei debutti voglio strafare», dice lui.
Tutto quello che volete, ma di sicuro un debutto come quello di ieri il Dottore proprio non se lo poteva aspettare. Sono le 16.35: è tutta la giornata che rimanda l’uscita per la pioggia e se ne sta chiuso nel suo camper, mentre gli altri piloti, Michael Schumacher per primo, fanno un giro dopo l’altro (alla fine saranno 87 quelli del tedesco, che ottiene un buon terzo tempo in 1’20’’358 con la F2004 ibrida, e 1’20’’519 con la nuova macchina).
Già non è il massimo se sei venuto fino a Valencia per confrontarti finalmente con gli altri e in tutto il giorno sei stato a bordo della Rossa solo per un paio di minuti fermo ai box (prova di sedile). Ma è inutile rischiare, così Vale aspetta che la pista si asciughi un po’. Quando succede, c’è il tempo per un giro solo, ma è meglio di niente. Esce dai box prudente, quasi intimorito, questa volta non vuole strafare. Se la prende comoda, cerca la giusta confidenza. Alla radio gli dicono che deve far passare la Honda di Barrichello che arriva lanciata (peraltro sarà Rubinho a essere il più veloce della giornata, girando in 1’19’’359, davanti al suo compagno Davidson). Vale fa passare, e anche questo dev’essergli sembrato come fare una capatina su Marte. Dopo 300 metri il fattaccio: alla decima curva del circuito Ricardo Tormo (la più difficile), fa un errore, forse dà un po’ troppo gas, considerate le gomme ancora fredde. Finisce nella sabbia, ma è sicuro (come spiegherà poi ai meccanici) di poter ripartire subito. E invece la macchina si gira e tanti saluti alla prima giornata di prove. Un errore banale, una cosa difficile da digerire per un Cannibale come lui. E infatti chi lo conosce bene riferisce che, al ritorno al camper, Vale era arrabbiato, molto arrabbiato. Non è un incidente che può pregiudicare la sua nuova sfida (oggi, secondo programma, ci si riprova), ma non è una bella figura.
Forse in tutto il circuito di Valencia peggio di lui stava solo Kimi Raikkonen che ha resistito in pista 24 giri, prima di doversi ritirare per problemi al motore.
Ma sarà che Vale al suo ruolo di guascone non vuole rinunciare, sarà che forse si è consolato pensando che le disavventure ai debutti portano bene, fatto sta che agli occhi di tutti quelli che lo guardano (irridenti ragazzi spagnoli tifosi di Gibernau compresi) riserva la sua faccia sorridente. «È la vita, succede, è stato anche divertente», riesce persino a dire a un fotografo.
Naturalmente non è vero, ma tant’è.
Perché ieri tutti cercavano lui e soltanto lui, e non è bello ripagarli con un’immersione nella sabbia: persino uno come Michael Schumacher a bordo della 248 F1 era stato rifilato al ruolo di personaggio secondario. Troppo gustoso vedere il mondo Valentino catapultato nel meraviglioso mondo della Formula Uno. Con l’inseparabile amico Uccio che si aggira attorno al camper con i jeans che toccano terra. Con Vale ancora chiuso nel suo camper con la faccia stropicciata dal sonno quando Michael fa ginnastica nel suo tir palestra. Belle scene, ma non è detto che ci si debba rinunciare. Perché oggi si ricomincia.

Arianna Ravelli

La Formula 1 non fa sconti



di

ROMA - Sarà stato l’effetto-emozione, più che l’effetto-ala. O semplicemente la scarsa dimestichezza con un oggetto molto complesso e che non fa sconti a nessuno come una Formula 1. Il risultato del primo test di Valentino Rossi a Valencia è purtroppo scoraggiante: sette curve, poi il testa-coda impietoso dopo il sorpasso di Rubens Barrichello. Eppure andava piano piano, Rossi.
Il testa-coda in auto è l’errore più comune. Nel raccordare le fasi di fine frenata e accelerazione, si esagera con il gas e si finisce in sovrasterzo di potenza. I piloti di Formula 1 ci sguazzano: guidano in costante derapata controllata e la loro abilità è proprio nel saper gestire lo scivolamento continuo della macchina.
Valentino ha ancora molto da imparare e non si può certo giudicare dopo il primo volo. Però girarsi dopo sette curve significa aver sbagliato l’approccio al test. Cercare la prestazione prima ancora di capire da quale parte girare è un esercizio fine a se stesso: si rischia di viaggiare sempre oltre le proprie possibilità, non si sente la macchina, un attimo e sei fuori. Poi, finito nella sabbia, Rossi non è riuscito a far ripartire la F2004. Imbarazzo generale tra i suoi amici. La Ferrari ha sdrammatizzato con stile. Oggi e domani si continua.

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... ciao Sic ...

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se Rossi se la piglia in saccoccia Ci GODO COME UN PORCO
se stanno inchiappettando Rossi CI GODO como un suino
perchè mentire? Ci GODO!

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se stanno inchiappettando Rossi CI GODO como un suino

perchè mentire? Ci GODO!

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"Omnis homines qui sese student praestare ceteris animalibus, summa ope niti decet ne vitam silentio transeant veluti pecora,"
Sallustius, Bellum Catilinae, liber I