dalla gazzetta dello sport
Rossi brinda in anticipo al titolo
IMPLACABILE Valentino Rossi, 26 anni, è vicino a raggiungere il suo
obiettivo: battere il record del 2004 con 11 successi stagionali. Il
pesarese quest'anno ha vinto 9 volte su 11 gare (Milagro)
Vince con rabbia e distribuisce champagne ai suoi uomini. Capirossi 2° e Biaggi 3° La chiave: un intervento che ha reso la Yamaha super in curva Loris entusiasma con una ottima Ducati. Grande rimonta di Max
dal nostro inviato
BRNO (Repubblica Ceca) Una frase, una battuta, forse uno striscione poco gradito: per molto meno Valentino è disposto a mettere tutto sul tavolo e rischiare anche quello che non serve. È fatto così. Anche perché, alla fine, ha sempre ragione lui. Vince e diventa Incubo Rossi: per gli avversari ovviamente. Undici gare, nove vittorie, il Mondiale praticamente in mano già dalla prossima gara, con 132 punti di margine. Tanto da dimenticare la scaramanzia: «Motegi non è un bellissimo posto per fare festa, ma quando si vince un titolo va sempre bene». Se ci mettiamo che la pista è di proprietà della Honda che ha abbandonato da 2 anni e che continua a prendere bastonate, il gusto si fa ancora più dolce.
Anche Brno non è il Mugello: gli assomiglia ma non ha lo stesso pubblico straripante di passione, però il podio di ieri ha dato le stesse emozioni di maggio: allora Rossi (e chi se no?) Biaggi e Capirossi, ieri Rossi, Capirossi e Biaggi. Una liberazione per le nubi tecniche della Ducati e per quelle di risultato del romano. La conclusione più bella per una giornata che, MotoGP a parte, è stata avara per i colori italiani, con il solo Marco Simoncelli sul podio della 125 dietro a Thomas Luthi e Mika Kallio, mentre in 250 Daniel Pedrosa ha regolato Giorgio Lorenzo e Casey Stoner.
Rossi non ha dominato ma ha saputo conquistare una gara come in una partita a scacchi, dalle prove alla bandiera. Sabato Valentino e Sete potevano sembrare quasi alla pari, come passo di gara. Ma ieri mattina, nel warm up, lo spagnolo ha sfoggiato un ritmo infernale, che ha fatto pensare subito a un progetto di fuga. Lo ha capito anche Rossi, ovviamente, che non aveva però nessuna voglia di accontentarsi e ha chiesto a Jeremy Burgess di rendere la sua Yamaha più veloce nelle curve, perdendo magari qualcosa in frenata «perché la moto era bella da guidare, ma non abbastanza veloce».
Il tecnico australiano ha ammorbidito le sospensioni, alzando un po' l'assetto della moto e così Rossi è scattato come un fulmine braccando Gibernau. Si è andati avanti fino all'ultimo giro, quando Incubo Rossi ha fatto vedere la sua ombra invadente all'interno della Honda dello spagnolo. Una fuga che ha subito dato a Valentino 4 decimi al primo intertempo, rimasti costanti anche al secondo. Ma qualche curva dopo, quando la vittoria del pesarese era già certa, si è visto lo spagnolo accanirsi contro la manopola del gas senza che il motore rispondesse: benzina finita per (ufficialmente) un problema al sistema elettronico che regola il controllo del consumo. Una delusione enorme, anche se Gibernau, ripresosi dall'amarezza, era più imbufalito nel cercare una risposta al perché una moto in grado alla mattina di girare velocissima, 5 ore dopo non fosse più capace di ripetere quelle prestazioni. Motore o gomma (ha cambiato quella posteriore con una uguale prima del via per una vibrazione sospetta), Sete voleva spiegazioni, minacciando di non scendere in pista oggi, quando la Honda darà a lui e a Max Biaggi una nuova 5 cilindri per la seconda parte della stagione. Gioco delle parti, è chiaro, ma ieri la Honda sembrava più lontana: può esserci una Ducati ad aspettarlo.
Proprio la rossa ieri è stata la sorpresa (annunciata) del GP. Loris Capirossi ha ereditato con un sorriso il 2° posto lasciato vacante da Gibernau. Ma la sensazione è stata che, con una partenza allineata allo standard Ducati, avrebbe potuto lottare anche per la vittoria. La GP5 di Loris si è impennata al semaforo e l'imolese è scivolato in 7a posizione, poi ha dovuto fare una marea di sorpassi con una moto non velocissima, ma è stato comunque capace di arrivare a 8 decimi dal possibile aggancio con la vetta. Il passo avanti delle gomme Bridgestone è stato netto. Sulla pista dove sono state sviluppate, Motegi, fra tre settimane la verifica per capire se non si è trattato solo di una combinazione fortunata.
Sorpresa ancora più incredibile, visti la disperazione delle prove, il podio di Max Biaggi, che significa anche il doppio salto mortale nella classifica mondiale: dal 5° al 2° posto. Max è partito in quarta fila, ha faticato ma dal 10° giro si è scatenato, arrivando anche lui vicino ai primi.
Si è invece staccato troppo presto dal gruppo di testa Marco Melandri, partito alla garibaldina ma poi man mano risucchiato dal gruppo (ha finito 6°) in cui si sono alternati anche Alex Barros (4°) Nicky Hayden (subito dietro), pure loro in difficoltà con le gomme. Il resto è buio pesto.
Filippo Falsaperla