Analisi pragmatica e realista, con cui concordo, anche se con una ressalva:
"Ma i giapponesi possono farcela da soli. É questo che ci stanno dicendo. E non é un messaggio confortante"
non sará confortante, ma non vedo niente di nuovo soto il sole.
I giapponesi ce l' han sempre fatta da soli, perché sempre hanno avuto le spalle abbastanza larghe per fare quel che credevano meglio senza preoccuparsi troppo degli sponsor e dei loro soldi (piú utili, anzi, indispensabili, ai team clienti, ovvio)
Quando la Honda decise di tentare la via della 500 4t a cilindri ovali, non si fece di certo intimorire dala mancanza di sponsor: brució inutilmente e con la massima impassibilitá orientale milioni di dollari in un utopistico progetto supertecnologico giá in partenza destinato all' insuccesso.
Solo questi ultimi lustri ci hanno abituato alla presenza degli sponsor, che, come giustamente detto dal Borghi, son diventati sempre piú ingombranti ed esigenti.
Al punto di cercar di condizionare il mercato e di metter bocca nella gestione interna dei team.
Era ovvio che prima o poi i giappi dessero loro un "Altolá!"
Borghi dice che il messaggio che i giappi stan mandando "non é affatto confortante".
Per me invece quel che non é confortante é un' altra cosa, che purtroppo é avvenuta da tempo, e sulla quale ormai é tardi piangere:
il fatto che il passaggio al 4T ha aumentato e di molto costi di gestione, mettendo di fatto il motomondiale nelle mani delle case giapponesi.
E perché nelle mani delle giapponesi?
Perché le 4 sorelle son state piú lungimiranti delle case nostrane, e non hanno mai abdicato alle competizioni come invece han colpevolmente fatto prima o poi tutte le case europee.
Solo la Kawa é stata per un po' fuori dalla mischia, ma la kawa non é una vera casa motociclistica, alla kawa fanno le moto (e le corse) cosí come tanti altri giapponesi fanno i bonsai: per passatempo.
Le case giapponesi son sempre rimaste nell' agone, e un po' alla volta hanno acquistato sempre piú peso e potere, fino al punto di dettar le regole.
Le case europee invece son colpevoli di aver abdicato al loro ruolo, lasciando un po' alla volta i giappi incontrastati dominatori del campo.
Sembra una cattiva (anzi, pessima!) consuetudine italiana: nel 57 Mondial, Gilera e Guzzi mollarono di colpo e misero in ginocchio il motomondiale (quelle si che fu una vera crisi, altro che ste fregnacce di crisi con cui certuni oggi si riempiono la bocca a sproposito!), poi fu la volta di case come la Morini, l' AermacchiHD, quindi la MV, infine la Cagiva; e intanto le case inglesi e i tedesche finivano peggio di noi.
E (ultima ma non ultima!) ha abdicato anche l' Aprilia;
direte che continua in 125 e 250, ma io dico che continua solo per forza d' inerzia, con poco sforzo e pochi investimenti.
Perché non ci son (ducati a parte) case europee nel mondiale?
Perché per esser presenti in motogp (badate bene! Ho detto presenti!, e non competitivi!) ci vogliono troppi soldi!
E ci voglion troppi soldi perché le case europee, abdicando ai giapponesi, han permesso loro di mettere in campo una motogp che costa troppo per un costruttore europeo.
Abdicando ai giapponesi gli europei han fatto il loro gioco.
E i giapponesi han cominciato a giocare al rialzo, ed oggi é difficile entrare su questo "tavolo da gioco" dove la puntata minima fa rizzare i capelli e tremare i polsi.
La ducati é l' unica che resta, ma dubito che abbia il budget sufficiente per fare il salto di qualitá che la porti al titolo.
Perché oggi per pensare di lottare per il titolo bisogna che una casa metta in conto di bruciare almeno una cinquantina di milioni di dollari.
É questo
il problema.
Un problema che non é di oggi, che ci portiamo dietro
dal 2002, un problema che quando io stesso gridavo contro l' avvento del 4T veniva minimizzato da molti di coloro che oggi gridano alla crisi.
Una crisi che non c'é.
Perché quello che oggi abbiamo non é una crisi, ma un problema, un problema che abbiamo ricevuto insieme alle 990 di 4T e col quale dobbiamo adattarci a convivere.
E, ripeto, il problema non é la presunta fuga degli sponsor, non é il problema dei gommisti, non quello di un pilota messo alla porta per "giusta causa", non quello di tre o quattro piloti costretti ad emigrare in classi minori, no.
Il problema, lo ridico, sta nel fatto che la latitanza delle case Italiane ed europee ha permesso alle 4 sorelle di arrivare ad una posizione egemonica e poter cosí varare nel 2002 un regolamento che permette di esser competitivo solo a chi ha soldi in abbondanza.
Un regolamento scritto col colpevole avallo di quello Zerbi cui oggi certi tifosi inneggiano per le sue esternazioni pro-biagi, quello Zerbi che ha a suo tempo abdicato a Costruttori e Dorna in maniera a dir poco vergognosa.
Un regolamento scritto col colpevole avallo di Aprilia e Ducati: e dico colpevole perché nel momento in cui si varava la formula 990 4T la Aprilia e la Ducati decretavano la loro resa all' egemonia Giapponese.
Ed é inutile che i ducatisti si affannino a dirmi che sbaglio: il tempo mi dará ragione.
Perché a meno che la ducati non venga comprata da una industria straricca disposta a iniettarle tanti milioncini in cerca di un ritorno di immagine, la Ducati continuerá a vivacchiare senza mai peró arrivare nemmeno vicino al titolo; continuerá a fare da comparsa alle primedonne giapponesi, quella comparsa europea che a case come Honda e Yamaha fa comodo per avere una pietra di paragone "europea" con cui confrontarsi, e cui "imporre" sul campo la propria "superioritá tecnologica", per poter poi dire tronfi d' orgoglio "Visto? Siamo i migliori!"
Potete pensarla come volete, ma, ripeto, per me non c'é
nessuna crisi.
C'é solo quel problema cui additai 4 anni or sono, problema col quale mi sono peró abituato a convivere, con pazienza, anche perché certe volte simili problemi prima o poi si risolvono da soli ... col tempo e col naturale evolvere delle situazioni.
Chissá, forse un domani una grande casa con trascorsi motociclistici come la BMW potrebbe decidere di non spender piú i suoi soldi in F1, e potrebbe chiedere a un "Rossi" di tentare una nuova avventura: costruire dal nulla una moto europea con la quale dar la paga alle 4 sorelle
O forse la Honda e Yamaha potrebbero trovarsi a combattere da sole e, stanche e annoiate, potrebbero mollare anche loro come han semnpre fatto gli europei ... e si potrebbe tornare a correre con le 500 a 2 tempi o qualcosa di simile ....
.... Chissá, sognar non costa nulla.