Due più due
di Guido Meda
Bisogna ammettere che quattro pole diverse, tre diversi vincitori e una classifica cortissima dopo quasi quattro gare sono un segno. Il segno forte che qualcosa nel motomondiale sta cambiando. Resta irrisolto il problema della cilindrata. Restano un problema i motori 800, con meno coppia e più regime, resta un problema il livellamento imposto dall’elettronica che ha involuto e ridotto qualità e numero dei soprassi. Ma solo un anno fa era peggio.
Il monogomma è una misura restrittiva, ma come si immaginava, non è più e per nessuno oggetto di discussione. Perchè alla fine nè ai piloti, nè ai team, nè ai giornalisti, nè tantomeno ai telespettatori importa poi granchè del mercato delle gomme di primo equipaggiamento e della competizione tra gommisti. Così, giusto per essere nudi e crudi, ma sinceri.
Manca una terza gomma. Manca e Dio solo sa cosa succederà il giorno in cui il meteo imporrà proprio quella gomma, che non c’è. Ma è un sollievo aver tolto un fattore discriminante al confronto. Ora vince chi va più forte, chi mette la moto a posto meglio. Non più chi ha azzeccato la gomma buona, non più la moto equipaggiata con la marca di gomme che va meglio sulla tal pista o sulla talaltra.
Il risultato è che Pedrosa e Lorenzo, che nel 2008 erano Michelin, ribadiscono che non tornerebbero indietro e le case stanno interpretando il loro lavoro di progettazione e di modifica delle moto tenendo conto di quell’unica opzione di gomme di cui dispongono.
Scegliere adesso insomma chi vincerà il mondiale è dura davvero. Ve la sentireste di decidere che Stoner tornerà a dare due secondi a tutti? O che Rossi, per il quale la concorrenza è forte davvero, vincerà dieci gare a stagione? Che il Pedrosa che stiamo vedendo adesso, molto razionale ed efficace a dispetto di una moto che non gli piace, si perderà via? Che Lorenzo è un pacco? Che Dovizioso non migliorerà? Anche Melandri è rinato. E Le mans, proprio Le mans, la trasferta più odiata da tutto il paddock, ha il potere di compattare ancor più valori che già di per sè non sono mai stati così vicini.
da sportmediaset