Donington, trionfo Stoner
Vale fuori anche dal podio
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L'australiano della Ducati recupera dal 9° posto e trionfa sulla Yamaha di Edwards. Male Rossi che chiude 4° dietro a Vermeulen e vede allontanarsi la vetta del Mondiale. Capirossi cade, Melandri 10°
Casey Stoner, 21 anni, quinto successo stagionale. Ap
DONINGTON (Inghilterra), 24 giugno 2007 - Stoner vede il sole, le nuvole sono su Rossi. Che dopo aver perso nel regno di Catalogna, perde anche nella sua seconda casa di Donington. Troppo forte l'australiano della Ducati, 9° dopo la prima curva, in testa al traguardo. Dietro, l'altra Yamaha di Edwards, dietro ancora quella di Rossi, quarto e pensieroso, sorpassato pure dalla Suzuki di Vermeulen: ora il distacco mondiale è di 27 punti.
VIA ASCIUTTA - quando parte la MotoGp, le condizioni disastrose della classe 250 sono alle spalle: pista bagnata ma non piove, quindi si asciugherà. Per questo chi parte bene, dura il tempo di pochi giri. Al via il treno dei primi otto è formato da Edwards, Pedrosa, Hayden, Rossi, Hopkins, Vermeulen, De Puniet e Melandri. Stoner male, addirittura 9°. Di questi solo Vermeulen, che ha vinto sul bagnato di Le Mans, può definirsi uno specialista. Pedrosa, al contrario, si conferma un animale da asciutto e sparisce. Hayden cade, Rossi non va oltre il terzo posto, sbaglia, arretra e rimonta ma non troppo. L'unico a fare il fenomeno è Stoner che dopo dieci giri ringrazia Edwards e se ne va. Ancora distacchi abissali, come nella 250.
BRIDGESTONE - Situazione invariata fino a dieci giri dal termine, quando ai box prende corpo l'ipotesi di un cambio moto per concludere con le gomme da asciutto. Stoner non ci pensa neanche, le Bridgestone non volano ma fanno il loro dovere, mentre le Michelin di Rossi si perdono per strada e così Vermeulen - altro Bridgestone - lo infila senza troppo rispetto, relegandolo al quarto posto finale. Peccato che la Ducati di Capirossi, capace di una discreta rimonta, scivola a sei giri dal termine. L'altro italiano, Marco Melandri, è solo 10° e come sempre scontento.
Claudio Lenzi
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