Stoner regala il titolo a Rossi
Casey parte bene ma scivola al 7° giro; Valentino domina porta il vantaggio in classifica a +50 e ipoteca il Mondiale
Dall'inviato
Paolo Scalera
BRNO - Quando al settimo giro del Gran Premio della Repubblica Ceca la Ducati di Stoner ha perso aderenza mentre l'australiano affrontava la seconda parte della prima esse del tracciato, improvviso, nella mente di Valentino Rossi è apparso un flashback. Davanti ai suoi occhi è ricomparsa una moto rossa che scivolava davanti a lui: la Yamaha di Max Biaggi. Era il 2001, la decima gara del mondiale e Vale, allora alla guida di una Honda, guidava il campionato con dieci punti di vantaggio. Tutto accade al 13º giro.
FLASH - «E' vero, ho rivisto proprio l'immagine di quella caduta - ha confessato Valentino dopo la gara - moto rossa, pilota rosso, stesso tipo di scivolata. Biaggi però cadde sulla sinistra, e riprese la corsa» .
Per terminare decimo e raccogliere sei punticiini. L'australiano non è stato altrettanto fortunato, e del resto questo bonus se lo era già giocato a Laguna Seca. Anche questa volta la sua Ducati non si è spenta e con caparbia determinazione Casey l'ha riportata in pista, ma qualcosa si era danneggiato e non è stato sufficiente al cangurino disattivare l'elettronica di gestione del motore per permettere alla GP8 di portarlo sino all'arrivo. La conseguenza è uno zero secco in classifica - il secondo dopo la rottura del motore a Le Mans - che mina fortemente il suo tentativo di difesa del titolo iridato conquistato l'anno passato. Se infatti Biaggi si ritrovò dopo Brno a -30 e con il morale a pezzi, nemmeno il più coriaceo Casey Stoner può incassare con disinvoltura una classifica che lo vede oggi staccato di 50 punti, ma ancora in seconda posizione con +15 su Pedrosa che ieri, in balia delle sue Michelin in crisi nera, ha chiuso addirittura in quindicesima posizione.
FUGA - Torniamo, dunque, alla gara, ed alla fenomenale partenza di Casey Stoner che nel primo giro, come lanciato dal ponte di una portaerei, ha dato 1'142 a Rossi. L'ennesima fuga? Piuttosto un tentativo. Nei giri successivi, infatti, i distacchi fra lui e l'italiano sono stati infinitesimali: +1'217 al secondo passaggio, quindi +1'297 al terzo, +1'306 al quarto, +1'339 al quinto finché, al sesto giro, c'è stata la prima inversione di tendenza con Rossi capace di guadagnare qualcosa ma pur sempre staccato di 1'046 dalla Ducati. E la gara è finita qui. Già, perché fuori Stoner il più vicino dei rivali, Chris Vermeulen, in quel momento già viaggiava con più di dodici secondi di svantaggio, tanto più forte degli altri piloti in pista erano andati Casey e Vale.
VARIABILE - Così alla fine, quella di Vale è stata un’altra cavalcata solitaria, chiusa con quindici secondi di vantaggio sul secondo.Tuttavia non è stata una gara noiosa, anche se quelli che hanno lottato per il podio, sul quale poi sono saliti (a sorpresa) Toni Elias e Loris Capirossi, sembrava corressero in un'altra categoria rispetto a Vale e Casey. Per comprenderne i motivi basta, innanzittutto, vedere su che gomme fossero: il primo con pneumatici Michelin è stato Andrea Dovizioso, nono a 38” da Rossi. Nakano, anche lui su una Honda, ma calzata Bridgestone, ha invece colto la migliore prestazione della stagione, il quarto posto, all'esordio sulla RC212 prefigurazione 2009.
MONOGOMMA - E pensare che la sera prima, tutti riuniti da Carmelo Ezpeleta, boss della Dorna, con la scusa di dover diminuire la velocità in curva con il pretesto della sicurezza, i piloti si erano detti disponibili ad una eventuale introduzione della monogomma. Ipotesi già avanzata nel 2007, e poi rientrata grazie alla disponibilità della Bridgestone ad equipaggiare la Yamaha di Valentino Rossi. Il problema, oggi, non è però più risolvibile in questi termini: Pedrosa ha detto chiaramente alla Honda che vuole anche lui le gomme giapponesi. E non basta: nel mirino c'è anche l'elettronica, il peso, la cilindrata. Quindi qualcosa accadrà. Intanto Sua Velocità con questa ha raggiunto quota 67 e ormai nel mirino ha messo il mitico Agostini, insieme all’ottavo titolo.
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