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Rossi: "Con la ghiaia sarebbe stato meglio"
4 giugno 2016 - "Probabilmente la dinamica dell'incidente sarebbe stata diversa e la moto sarebbe andata da un'altra parte" questa l'analisi di Rossi sull'incidente di Salom. Sulle prove: "problemi con l'anteriore. Siamo molto lenti, quasi 2 secondi a giro" Dopo il quinto tempo nelle qualifiche del GP di Catalunya anche per Rossi è impossibile non ritornare sulla tragedia successa ieri.
«E' stata una giornata abbastanza difficile. Prima di tutto per quello che è successo ieri perché quando accadono queste cose tutto diventa più complicato e andare in pista e mantenere la concentrazione è veramente difficile. In merito alla gara, questa è stata una pista dove la nostra moto è sempre andata bene, e quindi ci aspettavamo un buon risultato ma con le modifiche della pista effettuate per l’incidente, abbiamo sofferto molto. Abbiamo problemi con la gomma davanti perché la media che ci permette di avere un passo come gli altri dura solo 7-8 giri e quella dura non riesci a usarla, quindi siamo molto lenti, quasi 2 secondi a giro. Le qualifiche comunque sono andate bene, sono quinto ma ammetto di essere preoccupato per la gara. Abbiamo poche ore per cercare di risolvere i problemi per far funzionare bene la gomma davanti. Speriamo di riuscire a migliorare per domani».
Tu sei stato uno di quelli che ha creato la safety commission con Loris quando correva ancora e da lì è nato tutto il discorso della sicurezza dei circuiti. Dopo quello che è successo l’anno scorso sappiamo che tu non ci vai più, ma in un’occasione come questa, non è stato un errore non presentarsi?
«Sì, può darsi di sì. Alla fine non discuto la loro decisione perché quest’anno non sono mai riuscito ad andare. Sapevo che la safety commission c'era, ma non sono riuscito a presentarmi. Probabilmente è stato un errore, non pensavo che si cambiasse la pista, ma questa è stata la loro decisione».
Quanto è stata dura salire sulla moto stamattina e ieri hai pensato di non correre?
«Non conoscevo bene Salom. Lo vedevo ogni tanto nel paddock. Quando succedono queste cose il primo pensiero è che sarebbe meglio andare via tutti. Facciamo questo sport perché amiamo la moto, ma ci dimentichiamo i rischi. Mi dispiace tanto, è difficile risalire in moto ma non correre non è la risposta giusta, tanto corri dopo due settimane».
Quella è una curva che la F1 non usa. Non sarebbe stato il caso di mettere la ghiaia già dagli anni scorsi?
«Nelle piste in cui corriamo sia noi che la F1 le due federazioni devono essere in accordo e c’è sempre una lotta: in una curva riesci a mettere la ghiaia, ma nell’altra devi tenere l’asfalto. Si trova sempre un compromesso. Lì se ci fosse stata la ghiaia la dinamica dell’incidente sarebbe stata diversa e probabilmente la moto sarebbe andata da un’altra parte. Questo probabilmente, ma magari sarebbe stato uguale. Di sicuro con la ghiaia sarebbe stato meglio. Le F1 non fanno quei due curvino da tanti tempo perché le fanno a 280km/h, 130 più di noi, e non gli basterebbero nemmeno 500 metri di fuga per fermarsi e quindi hanno deciso di fare questa “S”. Per noi è diverso perché le facciamo a 140 km/h. Nell’ultima curva qualche hanno fa siamo riuscito a far estendere la via di fuga, purtroppo in quella curva lì si faceva più fatica perché c’erano le tribune. Però come questo ci son altri 20 punti durante la stagione. Questa secondo me è stata una fatalità dovuta non alla pista, ma a un problema che ha avuto la moto.
Tu non sei andato alla safety commission, avresti condiviso la decisione di cambiare il tracciato?
«Sapevamo che cera la safety commission, avevo altre cose da fare e non sono andato. Me ne assumo la responsabilità. Magari però dovevano dirci: “venite che cambiamo la pista”. E’ sempre funzionata così, se uno ha cose importanti da dire va, se no non va».
C’è la possibilità che ritorni in safety commission?
«E’ difficile, quest’anno ho sempre molte cose da fare».
Pensi che sia possibile che vengano rivisti tutti i circuiti del mondiale?
«Ripeto, durante l’anno sono tanti i punti che potenzialmente possono essere pericolosi».
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