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Lo Zio Tazio

"Io vi daró tutto ... basta che non domandiate nulla!"

Odo uno strano stridor di incisivi... nubi di segatura portate dal vento...




Ci sarà mica qualcuno che....

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"Omnis homines qui sese student praestare ceteris animalibus, summa ope niti decet ne vitam silentio transeant veluti pecora,"
Sallustius, Bellum Catilinae, liber I

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Bello e "diverso" l'articolo di Reggiani sulla prova delle Honda, però da tifoso Ducati mi preme sottolineare anche l'articolo di Mat Oxley sulla prova della Ducati desmosedici GP5. Io non l'ho per intero e sicuramente ci sarà qualche buon samaritano disposto a prendersi la briga di postarlo. In caso contrario cercherò di postare una parte dell'articolo, anzi lo faccio subuito.

Prima dell'estratto, Ducati corse ha fatto miracoli con le mappature del motore. A tal proposito due parole rilasciate da Capirex:
"La GP5 non è indomabile, abbiamo fatto passi avanti, anzi un bel salto. Rispetto al 2004 il feeling tra il gas e il pneumatico è migliorato molto, il passaggio è molto più immediato. Abbiamo lavorato parecchio sul comando motore per migliorare il controllo e la guidabilità."

Veniamo ora all'estratto dell'articolo.
Per un comune mortale come me non c'è tempo di pensare ad altro che a tenere in strada la desmosedici. Girare a Valencia con questa moto è come girare con la 999 al supermercato, è troppo veloce, le curve ti compaiono davanti come per magia quasi ancor prima di essere usciti dalla curva precedente, come se la moto si divertisse a scherzare con la velocità.

Poi c'è il rettilineo di arrivo, che il V4 si mangia in un boccone come una bestia rabbiosa: i giri salgono al picco massimo di 16500 g/m in un turbine impressionante di rumore e potenza. Ad ogni cambio di marcia si prova la stessa esaltazione, il motore sembra tirare tanto in prima quanto in sesta e la potenza non si trova solo agli alti regimi. Il contagiri del quadrante LCD della desmosedici è tarato a partire da 7000 g/m, ma potete scendere a regimi molto inferiori senza che il tiro ne risenta.

La ciclistica è estremamente gestibile. Creare una moto da competizione che sia stabile a 340 Km/h e nello stesso tempo facile da inserire in tornanti da 60 Km/h non è un'impresa facile. Eppure Ducati Corse ci è riuscita. Anche al mio ritmo rilassato il telaio e le gomme mi hanno fatto sentire molto più sicuro di quando ho testato una MotoGP rivale ad inizio giornata.

L'unico vero sentimento che ho provato dopo il test è stato una grandissima ammirazione: queste moto sono talmente oltre la gamma di esperienze di un comune mortale che potrebbero benissimo essere astronavi. No, la Desmosedici non è fatta per persone come me, io non sono Ercole ne Capirossi. Quanto ti rispetto Loris, sei un vero eroe.

Non conosco i passati di Mat, ma credo che le sue esperienze non siano paragonabili a quelle di Reggiani, in ogni caso l'articolo mi è sembrato stuzzicante e degno di essere equiparato a quello sulle Honda.

Reggiani non ha semplicemente dato il suo contributo, l'aprilia l'ha creata lui, il progetto di fare una moto da gran premio è partito da lui e da Michele Verrini e tanto per gradire ha rischiato seriamente di fregare il titolo a Cadalora (nel 1992, )... altro che Waldmann. Nel 1987 quando vinse la prima gara l'aprilia era poco più che una moto artigianale cresciuta e coccolata da un pilota che aveva avuto il coraggio di affrontare una simile avventura.

Reggiani era un pilota fortissimo e ha raccolto poco solo per la foga e la passione che ci ha sempre messo (vedi Donnington) e per le conseguenze dei molti infortuni gravi che ha subito. Certo, colpa sua, ma per favore non facciamo paragoni blasfemi...

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"Omnis homines qui sese student praestare ceteris animalibus, summa ope niti decet ne vitam silentio transeant veluti pecora,"

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... ciao Sic ...

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