di contorno a quanto detto ...
concordo con quello scritto in rosso, non concordo con quello scritto in blu
.Fino a che si cercano le stranezze, le anomalie, … è anche facile trovarle, al limite, inventarle. Ma quando sono loro a trovare te, allora è facile evitarle come un palo che, quando guidi in autostrada, ti viene incontro lui. Non puoi.
La vittoria di Lorenzo, netta, perentoria, indiscutibile, a tratti impietosa, è qualcosa che dovrebbe lasciare un sapore diverso da quello che lascia in realtà. Lo spagnolo, nei giorni precedenti, ha parlato troppo. Cioè poco, in termini di quantità, ma con una sintesi contundente.
“Sono il migliore, volevo il contratto prima di tutti, l’ho avuto, con l’ingaggio più alto, l’ho avuto. Firmerò quando dico io“. E, fra parentesi, non temo nemmeno la mancanza di affetto tecnico da parte della squadra già patita l’anno scorso. Tanto sono il più forte. Nettamente. Come a dire che Yamaha sbaglia 2 volte. A non farlo firmare per primo, e a far firmare qualcun altro prima di lui.
Evidentemente sgridato a porte chiuse e invitato a parlare meno e meno pesantemente, Lorenzo fa capire che
è come quei secchioni poco amati dalla maestra, nonostante portino la classe a cui appartengono ad un livello più alto rispetto alle altre scolaresche.
Amato poco perché fa pesare ogni volta l’inadeguatezza dell’ambiente. E lo fa ogni volta che può. (amato poco perché antipatico e inguardabilmente fastidioso in ogni sua manifestazione?)Come degno rappresentante degli spartani,
Lorenzo è amatissimo dalla sua cerchia ristretta, spartani appunto (
), ma non compreso e
mal sopportato dalla Yamaha di cui è il NON simbolo vincente. A Lin Jarvis pesa e a Lorenzo pesa che gli pesi, ma se ne compiace. Quindi caldo, dopo il traguardo, ancora in piedi sulla moto, zittisce gli zittitori, interni ed esterni al suo mondo autoristretto. Il che è come minacciare uno grosso sapendo che anche se sei più piccolo puoi menarlo tu.
Una cosa è certa. Yamaha vive nel migliore dei mondi possibili. Dentro casa ha il vincitore e il venditore che può ancora vincere, cioè un pacchetto che funziona sempre. Fuori casa ha l’incertezza e l’incostanza degli avversari, seguito dal nulla cosmico dei comprimari mai nocivi e di una organizzazione che ha dimostrato di non potere nulla.
Lin Jarvis è il comandante ad un passo dalla vittoria su tutto il fronte che invece di affondare il colpo finale vive di propaganda e cerca di disinnescare la sua arma vincente. Troppo impegnato com’è ad affilare il coltello con cui ferirsi da solo. Così, per il solo gusto di non lasciare gli altri da soli a sanguinare. (questa conclusione contraddice il periodo precedente. Se la yamaha è così forte di chi è il merito se non di Lin Jarvis?)Gianluigi Ragno Misterhelmet