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L'ex pilota, 3 mondiali in carriera, da questa stagione è il coach del 'Dottore': "Valentino è magico, ed ha più voglia di vincere di tutti gli altri messi insieme''
dal nostro inviato MASSIMO CALANDRI25 aprile 2016
JEREZ - "Prima era solo una speranza. Adesso è una certezza". Valentino ha battuto quei due e lo sa, che accadrà ancora. "Dopo l'errore di Austin - ma una caduta ogni tanto ci sta, non mi succedeva da 25 gare - non guardo più la classifica. Preferisco concentrarmi su ogni gran premio, i conti li faremo dopo". Il prossimo appuntamento è a Le Mans, Francia, tra 2 settimane. "Una pista dove sono sempre andato forte. Persino con la Ducati". Oggi pomeriggio torna sull'asfalto magico di Jerez, è una giornata di test. Ma la mente è ancora alla vittoria-vendetta di ieri, la numero 113 di una carriera infinita: "Sempre primo, dalla pole al traguardo: così mai, nella vita". Un successo con una dedica particolare: a Luca Cadalora, il suo nuovo 'allenatore'.
Vale: "Ieri decisivi, i suoi consigli" - "E' un ragazzo con una grande passione e altrettanta esperienza. Dall'inizio della stagione mi ha dato mille, piccoli, decisivi consigli: sul modo di guidare ma anche sul setting della moto. E facendo alcune modifiche - nelle traiettorie che impostavo in gara, nell'assetto - ieri ho guadagnato ancora più grip". Cadalora è l'ennesimo asso nella manica di Valentino, campione metamorfico che a 37 anni non ha paura di cambiare. Anzi. Lo ha fatto con lo stile di guida, adattandosi a quello di Marquez. Con la preparazione fisica, ancora più impostata sull'aerobica. Due anni fa ha scelto di affidarsi ad un nuovo capomeccanico, Silvano Galbusera, salutando quel Jeremy Burgess che sembrava inamovibile. Per sentirsi ancora più 'giovane' ha deciso di circondarsi di giovani, fondando l'Academy e radunando al Ranch di Tavullia i migliori talenti italiani. E qualche mese fa ha fortissimamente voluto accanto a sé Luca, 53 anni, che da pilota ha vinto 34 gare e 3 mondiali (uno in 125, gli altri in 250) ed è stato molto competitivo pure in 500 (nel 1994 chiuse secondo dietro Doohan)
"Come Becker con Djokovic" - "Un campione accanto ad un altro: perché certi suggerimenti valgono come oro. Voglio che con me sia come Becker con Djokovic", dice Rossi. Il modenese ascolta e annuisce, sfoggiando un cappellino impostogli dal pesarese, con la scritta: coach. Stamani è felice come se avesse vinto lui, la sfida con Lorenzo e Marquez: "E' stata una gara perfetta, Valentino non ha sbagliato nulla", racconta. "Abbiamo lavorato molto nel fine-settimana, ma il segreto è stato cominciare subito con un buon setting la mattina di venerdì. Quando parti già con certe sicurezze, diventa tutto più facile". Ma com'è, vivere il box col Dottore? "Esperienza straordinaria. Ha una motivazione incredibile ed è umile, duttile: cerca sempre di migliorarsi, di imparare cose nuove. All'inizio, quando mi ha chiamato, ero molto sorpreso. E indeciso. Patti chiari, gli ho detto: se vengo, voglio lavorare sul serio perché altrimenti non se ne fa nulla. Mi ha risposto: benvenuto".
Luca: "Rossi, nato per vincere" - Siete andati subito d'accordo. "Devo aiutarlo. Prima studio tutti i circuiti e i dati già in possesso del team, poi durante le sessioni di prova vado in pista: per scoprire se ci sono traiettorie alternative, piccoli spazi dove migliorare. E alla fine viene sempre fuori qualche idea". A volte anche qualche consiglio sull'assetto della moto. "Mi piace anche mettere il naso nelle questioni tecniche. Ma non sono un tipo invadente". Come finirà, quest'anno? "E' un campionato molto equilibrato, ci sono tante variabili. Però Valentino è magico. Ed ha più voglia di vincere di tutti gli altri messi insieme".
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METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO