Il team manager Brivio sicuro: «Mai come ora abbiamo creduto al Mondiale»
Australia, colonia di Tavullia
Valentino è il re di Phillip Island: qui i suoi gadget vanno a ruba più che in Italia
NOSTRO INVIATO
MARCO BO
PHILLIP ISLAND. L’isola di Filippo, ovvero Phillip Island, dovrebbe cambiare nome e trasformarsi in Vale Island. Non solo perché qui, nella parte più a Sud dell’Australia e del mondo, Rossi ha vinto sette gare su dieci di cui le ultime cinque di fila. C’è molto di più. Rossi è per gli australiani un vero e proprio mito, nè più nè meno come da noi in Europa. E allora basta girare per Cowes, il paese più importante a pochi chilometri dal circuito, e passare per la strada principale alberata sulla quale si affacciano le case a un piano con negozi colorati stile americano, per essere inondati da numeri 46 che monopolizzano le vetrine. Non solo cappellini, magliette, giubbotti e pile, ma anche le fotografie incorniciate e autografate con tanto di vetro che fanno impazzire gli australiani. Ce n’è di tutti i tipi: grandi, medie, piccole, a colori, in bianco e nero, con il fenomeno in moto piuttosto che in griglia prima della partenza. L’Australia, che alla dogana ti ricorda che se per sbaglio stai introducendo animali o piante finisci in prigione per paura di contrarre qualche nuova malattia, non è rimasta immune dal virus del tavulliano. E in Rossi, nei suoi riccioli biondi e nella sua ricerca continua di vivere momenti divertenti c’è molto dello spirito australiano: i colori accesi e la voglia di ore libere senza pensieri, magari da gustarsi cavalcando le onde dell’oceano su una tavola come facevano ieri i ragazzi del posto con una muta nera utile solo per combattere l’acqua gelida. Per gli squali non c’è rimedio, bisogna rischiare e basta. Già, proprio come fa Valentino quando deve battere gli avversari ad ogni costo, a prescindere dalla velocità della sua moto. Lui deve arrivare davanti. Si è visto in Malesia, nell’ultimo giro vissuto a mille con Capirossi. Valentino è fatto così: o tutto o niente e nove volte su dieci, per lui, vale la prima soluzione.
Tra poche ore il tavulliano sbarcherà in questo angolo di paradiso: talmente bello da sembrare finto. Quasi un risultato artificiale da ingegneria genetica: colline dolci come quelle del Monferrato ricoperte da un’erba verde tipo irlandese che va a morire nel blu intenso di un mare ricco di pesci grandi e piccoli che convivono con pinguini e foche. Un posto da favola anche se sarebbe meglio frequentare d’estate e non in pieno inverno. Più volte lo stesso Rossi ha detto che questa gara si corre nel periodo sbagliato. E quasi per farsi perdonare, negli ultimi giorni Phillip Island ha registrato temperatura decisamente miti per la stagione. Nel pomeriggio si sono raggiunti anche i venti gradi. Okay, la metà di ciò che si è sperimentato l’altra settimana in Malesia ma è pur vero che qui, se sali su una nave in direzione sud, la prima terra che incontri è quella del Polo... Per la gara, se si continuerà di questo passo, l’incubo del grande freddo sembrerebbe comunque scongiurato e pure il pericolo della pioggia pare al momento allontanato anche se in questa terra, con il vento che quando si arrabbia mette a dura prova i pali in legno della luce, è sempre meglio andarci cauti con le previsioni. In ogni caso resta indubbiamente Valentino Rossi il favorito per la vittoria di questo Gran Premio, il quattordicesimo della stagione. « Sì, la pista di Phillip Island, ancora vecchio stile, è una delle mie favorite se non addirittura la favorita » . Qui è abbonato alla vittoria. Nella classe regina ha corso sei volte vincendo in cinque occasioni e centrando un terzo posto: era il 2000 la stagione del gradino più basso del podio. Un ruolino di marcia impressionante che peserà come un macigno sulla coppia della Honda che per il momento lo precede ancora nella classifica iridata con Hayden a più 26 e Pedrosa a più 4. Ma al termine del campionato mancano ancora quattro gare e Valentino è carico come non mai.
Alla vittoria finale ci crede lui come Davide Brivio, team manager e primo tifoso ufficiale di Rossi: « Valentino sta dimostrando che se la moto è a posto poi lui il suo lavoro lo porta sempre a termine. Ci credevamo prima, al Mondiale, figuriamoci se non ci crediamo ora. Per fortuna dopo il disastro di Laguna Seca abbiamo fatto una riunione di un’ora e mezzo in cui abbiamo focalizzato i problemi e quindi la Yamaha si è portata a casa i compiti per le vacanze. Da Brno la moto ha dimostrato di poter di nuovo competere alla grande e in più è guidata da Rossi. Purtroppo all’inizio della stagione siamo andati in difficoltà perché la Michelin aveva prodotto gomme che servivano a neutralizzare il problema che aveva avuto la Honda nel 2005. Di fatto però in questo modo noi avevamo non solo perso il vantaggio che avevamo. Non riuscivamo più a far andare veloce la nostra M1. Ora dopo il GP degli Usa siamo riusciti ad apportare delle correzioni che ci soddisfano e ci fanno ben sperare » . La verde Australia aspetta l’uomo in giallo per applaudire a un altro miracolo. Rossi, se dovesse vincere anche domenica, firmerebbe la sesta vittoria di fila. Pazzesco, Vale andrà in pista a servire per il primo set...
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