motocorse
Pons si ritira: è crisi? Si, anzi... ni.
(05 gennaio 2006)
Edoardo Licciardello
Il ritiro del team Pons fa indubbiamente scalpore, e offre spunti interessanti a chiunque voglia riflettere sugli intenti di Dorna di trasformare la massima serie motociclistica nel corrispondente a due ruote della F1.
Cosa non va, cosa non è andato? Difficilissimo da dire. La visibilità dei due campionati forse non sarà la stessa, ma difficilmente il problema nasce e muore in un solo ambito. Qualcuno fra i più attenti dei team manager (o brand manager) attivi nelle due ruote ha parlato di possibilità e necessità di promuovere il marchio dello sponsor al di là dell’adesivo sulla carenatura con iniziative e campagne collaterali, i più maligni hanno sicuramente pensato a diverse potenzialità di “inciuci” fiscali con rientri delle sponsorizzazioni in nero e cose del genere.
Chi scrive non ha la risposta, salvo forse pensare che il pubblico del motociclismo è più attento a cosa succede in pista piuttosto che agli sponsor non tecnici presenti sulle carenature, e quindi meno sensibile ai loro condizionamenti. Proprio per questo motivo mi piacerebbe spostare l’attenzione dai budget alle conseguenze di questi addii, che i profeti di sventura non mancano di evidenziare come crisi irreversibile.
Chi scrive si ricorda come, da quando segue lo sport motociclistico da semplice appassionato, ha sempre sentito parlare di crisi nera per il Motomondiale. La fine degli anni ’80 (e l’inizio del decennio successivo) era caratterizzato da un pugno di moto ufficiali, e una lunga schiera di comprimari che correva con moto – nella migliore delle ipotesi ROC o Harris con motori Yamaha, quando non Honda RS a tre cilindri a fine ‘80 – con le quali l’obiettivo era non beccarsi il giro di distacco dai primi. Pochi sponsor e cordoni più stretti di adesso anche se i costi erano decisamente più bassi, team che chiudevano i battenti e case ufficiali che si ritiravano.
Quindi? Quindi non è cambiato nulla, anche perché a ben vedere, nonostante quello che sostengono i fan della Formula 1, passaggi di mano e fallimenti delle squadre avvengono anche nel mondo delle quattro ruote. Dispiace vedere un team di alto livello costretto a stare alla finestra per conflitti fra sponsor, case costruttrici e piloti (speriamo che questo sia l’ultimo strascico dell’affaire Biaggi, non sono cose che fanno bene all’immagine di un campionato professionistico…) ma sono cose che succedono. Il mondiale sopravvivrà anche a questo come è sopravvissuto in passato, proponendo stagioni indimenticabili proprio quando gli uomini d''affari parlavano di crisi.
Ah, e per chi pensa che la cosa significhi che Checa resterà fuori dal giro: scommettiamo che Dorna troverà un sellino anche per lui? Magari con uno sponsor del gruppo Altadis, appena scottato dal divorzio con Yamaha...?
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