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Fonte: http://www.motocorse.it, di Edoardo Licciardello

CRT: Claiming Rules Team. Team con regolamento di reclamo, dove la parola "reclamo" non indica una protesta, ma la possibilità di "reclamare" una o più delle componenti della moto ad un prezzo prestabilito. Insomma, nulla in questo acronimo parla di derivazione di serie: è solo per la confusione indotta da noi addetti ai lavori, che in mancanza di un termine più adatto abbiamo iniziato a definire le future moto con propulsore derivato di serie schierate in MotoGP come "CRT" se, nella mente del pubblico, queste tre lettere identificano una moto con propulsore derivato di serie.


CRT: NON VINCOLANTE?
In realtà, al momento il regolamento è un po' ambiguo. Da un lato viene proibito ad un costruttore (etichetta per cui una casa deve fare richiesta, non è possibile per l'azienda XYZ presentarsi e venire considerata un costruttore, anche solo perché ciò comporterebbe un posto ed un voto al tavolo dell'MSMA) di schierare in griglia un team ufficiale con una moto che possa venire portata in gara da un team CRT, dall'altro lo status di team CRT (che consente di accedere alle facilitazioni in termini di numero motori e litri di benzina) viene concesso o rifiutato, anche in corso di campionato, dalla Grand Prix Commission. Giusto per fare una domanda polemica: cosa succederebbe, per esempio, al team Forward se a metà stagione la commissione decidesse di rifiutargli la qualifica di squadra CRT? Dovrebbe aderire ai limiti di sei motori e 21 litri ma partecipare comunque con una moto dal motore derivato di serie, oppure fare su canne e mulinelli e tornarsene a casa?


PROBLEMI DI COMPETITIVITA'? NON SOLO
Nel primo caso, nulla osterebbe alla partecipazione di un team fantoccio schierato da una casa che voglia saggiare la percorribilità della strada "propulsore derivato di serie". Formalmente, s'intende, perché la competitività dovendo usare 21 litri e sei motori sarebbe molto relativa: anche se si trovasse il sistema elettronico per sfruttare la benzina concessa con la stessa efficienza di una MotoGP, l'affidabilità di un motore di serie tirato fino ad erogare i 240/250 cavalli necessari per combinare qualcosa in MotoGP sarebbe assolutamente insufficiente per percorrere i 2800km richiesti - diverse Superbike non ne fanno neanche la metà. Ma non essendo un team CRT, e non dovendo quindi vendere un motore su richiesta ad un prezzo di 20.000€, cosa impedirebbe al suddetto team fantoccio di farsi realizzare un motore derivato di serie ma con carter, albero, bielle e comando distribuzione specialissimi, fatti per lo scopo?


ESPERIENZA INDIRETTA
Certo, siamo nel campo delle ipotesi che rasentano la fantascienza, anche perché è evidente che si farebbe fatica a far valere la candela ad un gioco del genere, ma potrebbe essere un modo di farsi le ossa nella massima categoria senza metterci direttamente la faccia, e soprattutto riutilizzando tanta dell'esperienza maturata in SBK. Se poi il braccio di ferro fra Dorna e MSMA si risolvesse a favore della prima, dando origine ad un regolamento che metterebbe fuori gioco i prototipi attuali (ma saremmo curiosi di vedere come verrebbe steso un regolamento del genere) ci si troverebbe con la pappa già fatta. Ad un decimo dei costi di un impegno vero, con prototipi completi. Insomma, non è che sarebbe proprio un pessimo affare...


ASPAR: I PROPRIETARI SAREMMO NOI
Ora, raccontateci quello che volete, ma l'impressione è che dalle parti di Noale stiamo pensando ad una cosa del genere. Tanto che le critiche all'operazione condotta dal team Aspar (diverse parti in gioco hanno messo in dubbio la legittimità della rispondenza al regolamento CRT della RSV4 Superbike impiegata dalla squadra spagnola per i test volti a realizzare il telaio definitivo) hanno causato la risposta un po' piccata di Gino Borsoi, direttore sportivo del team, sulle pagine della rivista spagnola Motociclismo. "Non capisco perché la gente protesti, in molti hanno iniziato a lavorare sulle Moto2 partendo da una Honda standard per realizzare la loro ciclistica prototipale" ha spiegato l'ex pilota. "Stiamo facendo la stessa cosa, né più né meno. Avevamo bisogno di una base di partenza per capire che direzione prendere. Presenteremo il nostro progetto alla Grand Prix Commission, e spetterà a loro decidere se si tratta di una CRT o di una moto ufficiale. Faremo tutto secondo i regolamenti." Borsoi ha poi aggiunto che il telaio della CRT potrebbe essere realizzato da Aprilia, da un costruttore esterno o anche dal team stesso, ma alla fin fine sarebbe il fatto di essere "di proprietà del team" a renderlo pienamente aderente al regolamento CRT.


APPROVAZIONE PREVENTIVA?
Anche il fatto che, ufficialmente per mancanza di tempo necessario allo sviluppo, lo stesso telaio dovrebbe venire impiegato su tutte le CRT con motore Aprilia punta in direzione di un fortissimo coinvolgimento della casa di Noale nel progetto. Insomma, le CRT Aprilia sarebbero moto realizzate in toto da un costruttore ufficiale, che però non correrebbe direttamente, e che dunque rinuncerebbe a mettere il proprio nome sul serbatoio e in classifica. La sostanziale differenza fra le RSV4GP (passateci il termine, non sappiamo come chiamarle) e una MotoGP sarebbe il costo e il fatto che il mezzo non sarebbe in leasing ma resterebbe di proprietà del team. Evidentemente questo basta alla Grand Prix Commission, che nei giorni scorsi ha ammesso l'iscrizione, fra gli altri, di Randy De Puniet ed Aleix Espargaro, legittimando indirettamente la posizione di Aprilia. La stagione si preannuncia interessante. Già prima che si accendano per davvero i motori...


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MessaggioInviato: mar 20 dic, 2011 11:48 am 
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Lo schieramento completo lo avremo tra poco, un rapido conto ci disegna questo scenario:

Team Forward Racing: Colin Edwards (telaio Suter / motore BMW)
Team Gresini Racing: Michele Pirro (telaio FTR / motore Honda)
Team SpeedMaster: Anthony West (telaio da stabilire / motore Aprilia)
Team BQR: Iván Silva e Yonny Hernández (telaio (FTR / motore Kawasaki)
Team PBM Racing: James Ellison (telaio da confermare / motore Aprilia)
Ioda Racing: Danilo Petrucci (telaio da confermare / motore da confermare)
Aspar Team: Randy de Puniet e Aleix Espargaró (telaio da confermare / motore Aprilia)
Team Laglisse: pilota da confermare (telaio Suter / motore BMW)

:pecorajump: Speriamo !!!!


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MessaggioInviato: mar 20 dic, 2011 11:53 am 
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Fonte: www.gpone.com di Ernesto Emmi

Qualcuno per l'acronimo CRT - Claiming Rule Team - ha già trovato un altro significato: Come Rovinare Tutto. Ma sarà proprio così, l'arrivo di moto che non possono essere considerate dei prototipi puri (come non lo sono le Moto2, del resto) porterà nel 2012 alla rovina la MotoGP, la classe che una volta era la nostra 500?

Innanzitutto un chiarimento, proprio riguardo alle amate mezzo litro, quattro tempi o due che fossero: allora, in quegli anni, il concetto di prototipo era abbastanza vago. Si correva, infatti, praticamente con tutto. L'unica limitazione era la cilindrata, e poi il frazionamento, il peso, il numero delle marce. In fondo prototipo è proprio questo: ciò che non è di serie. In questo senso, con questa accezione, CRT e MotoGP possono tranquillamente convivere se non per un piccolo, non trascurabile, particolare: il fatto che il benedetto motore possa essere acquistato ad un costo prefissato, 20.000 Euro, e che su tutto sovraintenda, di fatto, la Dorna (mascherata da vari organismi compiacenti) che si arrogherà il diritto di veto o, peggio, di riclassificazione di un team CRT. Già perché i vantaggi tecnici per far competere quella che in effetti sarà una Superbike ulteriormente evoluta contro i 12 prototipi puri di Honda, Yamaha e Ducati - 24 litri di carburante al posto di 21, 12 motori al posto di 6 - rischiano di essere vanificati da una divinità immanente che deciderà, nel bene e nel male, chi è nel giusto e chi invece sbaglia. E non in base ad un regolamento tecnico preciso, inoppugnabile, ma per deduzioni, o peggio.

E ciò è comprensibile se si ricorda cosa ha spinto Carmelo Ezpeleta a promuovere la CRT: la disperazione. Con sole 12 moto sullo schieramento di partenza, infatti, il campionato era (è) a rischio. Altre vie di uscita del resto, non ve ne erano. E' vero, però, che la politica della società spagnola in tutti questi anni è stata esattamente il contrario di ciò che è adesso: la Dorna infatti ha accontentato i grandi costruttori in tutto, ha dato ascolto, sempre, a chi si lamentava per esempio delle gomme. Non tenendo conto, in questo caso, che la concorrenza tiene bassi i costi ed evita risultati come la drammatica pericolosità di un monogomma come quello Bridgestone (lo ha detto Valentino Rossi, Loris Capirossi e praticamente tutti i piloti della classe regina), ed il sistema chiuso del leasing che andava spezzato molto prima di ora.

Già perché il problema in fondo è solo questo: non lasciare le squadre libere di acquistare i propri mezzi. Bisognerebbe tornare alla possibilità di comperare moto realmente da competizione quali erano le varie Suzuki RG 500 o Yamaha TZ 250 e 350.

Si è detto: i giapponesi non vogliono, queste MotoGP costano troppo. Un finto problema: si fanno i regolamenti e si lascia che chi vuole partecipare, partecipi. Del resto il successo del motomondiale non è mai stato creato dal numero delle Case presenti, quanto dalla notorietà di una marca, dallo spettacolo, dalla qualità dei piloti. In questo senso la corsa alla massima cilindrata è stato un disastro per le classi minori che si sono visti privare immediatamente dopo il successo dei loro talenti. Una volta la 125 e la 50 erano tenuti in piedi da fuoriclasse come Nieto, i "serial winner" attiravano i media. Ma oggi cosa ce ne facciamo di un Talmacsi che arriva in MotoGP e non combina niente? Ma torniamo ai prototipi.

L'ultimo "ibrido" vero che abbiamo visto lo pilotava Franco Battaini, l'attuale collaudatore della Ducati, la Blata-WCM. Motore Yamaha R1 profondamente modificato (erano stati rifatti persino i carter). La sua sentenza di morte fu decretata dal fatto che, nel frattempo, a differenza degli anni '80, si è affermata proprio una categoria così: la Superbike, che non poteva tollerare una simile invasione di campo.

Già perché l'SBK consente così tante modifiche da essere attualmente molto più vicina alla MotoGP di quanto si immagini. Del resto oggi una moto di serie ha 190 cv e caratteristiche tecniche una volta appannaggio solo dei prototipi puri. Dunque di cosa stiamo discutendo?

La CRT, nel lungo termine, danneggerà senza alcun dubbio la Superbike. Ma potrebbe anche accadere il contrario se Ezpeleta, come ha minacciato, per equiparare i prototipi puri con le derivate, modificherà a favore di quest'ultime parametri importanti come il carburante disponibile.

"Se sarà necessario saliremo: da 24 a 26, anche 27 litri!".

Non lo farà, probabilmente, sta cercando solo di spaventare le Case. Ma cosa accadrebbe, invece, se queste, prendendo la palla al balzo, decidessero di fare il loro mestiere ed introdurranno sul mercato "prototipi di serie"?

Ecco, questa è forse l'unica soluzione veramente auspicabile, perché un campionato mondiale corso (e vinto) dalle Suter o dalle FTR - con tutto il rispetto per questi telaisti - non avrebbe alcun supporto pubblicitario dai grandi marchi.

Il motomondiale, infatti, è sempre vissuto sulle sfide fra uomini, ma anche grazie alle grandi rivalità. Honda, Yamaha, Suzuki, MV Agusta, Cagiva, Ducati, Gilera, hanno fatto la storia. Quando si arriverà a parlare di illustri sconosciuti - al grande pubblico, si intende - sarà finita. Questa volta davvero. A meno che il braccio di ferro non abbia un finale inatteso...cosa accadrebbe, infatti, se di colpo le Case abbandonassero la MotoGP/CRT per la Superbike? Cosa deciderebbero di fare Valentino Rossi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa?


Ve lo diciamo noi: i fuoriclasse le seguirebbero.Non foss'altro per gli ingaggi. Ma questo potrebbe accadere solo in un sistema libero, con una Federazione Internazionale equidistante e lungimirante. Ed al momento la FIM non è né l'una né l'altra cosa.

A proposito, l'idea iniziale della CRT, prima ancora che questo (orribile) nome nascesse non venne ad Ezpeleta ma a Vito Ippolito, il Presidente della FIM, che però sognava il motociclismo eroico degli anni '80


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MessaggioInviato: mar 20 dic, 2011 1:11 pm 
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Colonnello Bernacchia
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.. sono daccordo su tutto ....

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Tanto lo sò che và a finire così !!!

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Speriamo nella Befana ???

:-o :-o


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Fonte: http://www.omnicorse.it di Matteo Nugnes

Nel livestreaming per Dainese Rossi ha anche detto di sognare il decimo titolo iridato
21 dicembre 2011 16:42

Questo pomeriggio Valentino Rossi ha partecipato ad un livestreaming nel quale ha risposto alle domande che gli erano state preparate dai suoi fidi tifosi, che non lo hanno abbandonato neanche dopo una stagione nera come quella di esordio con la Ducati.

Per chiedere una propria curiosità al nove volte campione del mondo non bastava fare altro che postare la propria domanda sul blog della Dainese, oppure sulla pagina di Facebook dell'azienda italiana. Ovviamente il "Dottore" non ha potuto rispondere a tutte, ma ne ha selezionate solamente alcune. Tra le tante domande di carattere extra-sportivo, alcune hanno dato degli spunti sicuramente interessanti anche per quanto riguarda il presente ed il futuro della sua attività.

Come era facilmente prevedibile, sono molti i suoi tifosi che lo vorrebbero rivedere presto a lottare per le posizioni di vertice. Il pesarese comunque sembra moderatamente ottimista per l'anno a venire.

"Speriamo di tornare divertirci presto perchè sicuramente quest'anno non ci siamo riusciti. Io spero di tornare competitivo in MotoGp e per l'anno prossimo abbiamo tante cose da provare e da verificare sulla nuova Ducati, con tanta voglia di tornare a lottare davanti e di farvi divertire come un tempo. Siamo molto curiosi perchè dal primo test dell'anno prossimo avremo una moto abbastanza diversa rispetto a quella che abbiamo utilizzato nel 2011 e vedremo se riusciremo ad essere abbastanza competitivi" ha spiegato Valentino.

Abbastanza scontato il sogno per il futuro: "Il mio sogno in MotoGP è di vincere il mio decimo Mondiale".

Interessante anche la risposta data su un tema caldo come quello dei nuovi regolamenti e delle CRT, che Rossi ha classificato come il possibile futuro della classe regina: "E' un periodo difficile per il motorsport in generale a causa della crisi economica mondiale. A noi piacerebbe continuare a correre con delle moto ipertecnologiche e altamente performanti, ma pensare a delle moto meno costose era obbligatorio per tenere in piedi il campionato. Secondo me le CRT potranno essere il futuro della MotoGp, perchè sono comunque moto belle e veloci, ma soprattutto poco costose. Credo che quest'anno faticheranno, ma una volta messe a punto cominceranno ad essere competitive. Per questo penso che siano una buona idea per il futuro. La mia speranza comunque è quella di tornare a vedere delle gare combattute come quelle di un tempo".

Inevitabile anche una citazione per l'amico scomparso Marco Simoncelli. In particolare gli è stato chiesto se utilizzerà ancora il casco celebrativo con cui ha corso a Valencia: "Per i test invernali continuerò ad utilizzare il casco dedicato al Sic, perchè è bello e perchè mi piace ricordarlo così. Poi però credo che tornerò al mio casco tradizionale, magari trovando il posto per un numero 58 da qualche parte".

Chi teme che possa smettere a breve puà stare tranquillo: Rossi ha assicurato di vedere ancora tanti anni di gare davanti a lui, sia a due che a quattro ruote. "Mi mancano ancora otto anni per diventare un tranquillo 40enne. Mi piacerebbe comunque continuare a guidare la moto e a fare qualche corsa in macchina. Insomma, mi vedo ancora con tuta e casco fino a quando non sarò veramente un vecchietto".

:-o :-o :-o W I VECCHIETTI !!! :lol: :lol: :lol:


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MessaggioInviato: gio 22 dic, 2011 8:19 pm 
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Fonte: http://www.corrieredellosport.it

Lo spagnolo della Honda stronca la nuova categoria della MotoGP, ritenendola inferiore in tutto alle moto ufficiali

AALST, 22 Dicembre - Dani Pedrosa scende in campo nel dibattito sulle nuove moto CRT. Lo spagnolo della Honda Repsol ha spiegato al sito iberico Sport.es i suoi dubbi sulla nuova categoria. «L'intero pacchetto delle CRT è inferiore a quello delle MotoGP attuali, non solo il motore ma tutti i componenti, come pneumatici, freni, sospensioni, sono tutti peggiori», ha commentato Pedrosa. «Le CRT schiereranno poi piloti, con eccezioni come Edwards e De Puniet, con poca esperienza».

NON TUTTO DA BUTTARE – Malgrado il giudizio pesantemente negativo, lo spagnolo ha illustrato anche alcuni lati positivi delle nuove moto. «Penso che le differenze nel 2012 sui tempi saranno notevoli, ma bisogna credere nella categoria: la Moto2 è stata un buon cambiamento, la Moto3 sembra promettente, può essere lo stesso per le CRT». Ma sulla possibilità di dover guidare una moto di tipo CRT nel 2013, quando nuove regole di riduzione dei costi si prevede che entreranno in vigore, Pedrosa è stato molto meno entusiasta. «Non sarei felice di guidare una CRT in futuro, sarebbe un passo indietro per me da quando guido i prototipi da corsa più veloce al mondo e non so se sarebbe divertente come le MotoGP ufficiali», ha concluso Pedrosa.

:nono: :-? :noia: :sospetto:


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