Zione mi hai fatto venire le lacrime agli occhi.
Mi piace soprattutto che hai sottolineato il suo sacrificarsi per amicizia prima che per "professionalità".
Quante macchine gli ho visto distruggere
Quante emozioni mi ha regalato.
Quanto speravo che facesse cose impossibili... e sono convinto che ci provasse prima di chiedersi se erano possibili.
Andare al massimo e superare non per raggiungere un risultato ma per andare più forte. Per andare al massimo e basta, senza pesare rischi e benefici.
Ho adorato Gilles come nessun altro e mi fa piacere che tanti altri lo considerino unico e irripetibile.
Qualcosa che non dimenticherai mai e che ti farà accelerare il battito ogni volta che qualcuno ti ci farà pensare.
Solo sei vittorie, ma ognuna ha qualcosa da raccontare, ma il bello è che anche i piazzamenti ed i ritiri hanno tanto da raccontare, al contrario di molte insipide vittorie di oggi.
Hai ragione zio: Gilles era una fiamma che bruciava a temperatura altissima e ti attraeva come un magnete appena lo vedevi guidare
Tutti abbiamo un mito che non abbiamo mai visto ma che pure consideriamo unico ed al di sopra di tutti.
Per Fary è Gilles, per lo zio è Nuvolari, per me è Clark.
Damon e Jacques possono avere vinto più o meno dei padri. Non ha importanza.
Jacques ha vinto il campionato in F1 ed in FKart, oltre la 500 miglia di Indianapolis.
Un Palmares da campione. Non ha importanza.
Mi viene spesso da pensare quanto valga una sola vittoria di Sir Graham, di Clark, di Nuvolari con quelle auto e su quelle piste che prima di chiederti quanto eri veloce ti chiedevano se avevi abbastanza coraggio da spingere a fondo sull’acceleratore, rispetto ad un intero mondiale con queste specie di aerei su gomma dei giorni nostri.
Ancora negli anni 70, la tecnologia cambiava la F1 ed i circuiti iniziavano a essere modificati in nome della sicurezza, ma cuore e motore pompavano la stessa benzina.
Coulthard ha detto dopo il gran premio di questo anno che Monza è pericolosa e sarebbe bene non correrci.
Pericolosa perché si passano i 300 Km/h con quelle macchine?! Cambiate mestiere
Avete presente Monza alla fine degli anni 50?
Dalla parabolica tutto rettilineo fino al curvone, che era molto più in la di ora. Per dirla tutta era attaccato al muro e si faceva in pieno…
…in teoria in pratica molti alzavano il piedino come confidò un collega a Ragazzoni: “Clay io ci provo a farlo in pieno il curvone, ma quando entro mi si stringe il buco del culo e mi si tira su il piede”
Dalla seconda di Lesmo (quella vera non quella di ora da terza) tutta in pieno fino alla parabolica passando per la curva Ascari (la curva non la variante).
Per carità la sicurezza è importante. Quell’automobilismo non esiste più e non potrebbe esistere oggi come oggi, ma se questi sono dei professionisti mentre quelli erano “eroi” un motivo c’e’.
E non c’e’ bisogno di pensare ai campionissimi.
Merzario che spiega la pista al suo compagno “la prima si fa in pieno… ma non ricordo se è a destra o a sinistra” farebbe inorridire ogni singolo ingegnere del paddock eppure lui ha corso al Nurbugring… non quello di adesso quello di 22 Km con in cartelli dei paesi lungo la pista ed i ponticelli come quelli delle strade di montagna.
Merzario che a chi gli fa notare che è pulitissimo e sfiora appena i cordoli risponde “quando ho imparato io se mettevi le ruote fuori pista ti facevi male” e che ha 60 anni suonati sale ancora su qualsiasi 4 ruote col motore gli concedano di portare in pista.
Salisse su una F1 magari non ci capirebbe nulla, ma di sicuro non direbbe che Monza è pericolosa.
Briatore ha sintetizzato benissimo il mondiale “Ha vinto chi ha sbagliato di meno”. Perfetto, solo che negli anni 60 chi sbagliava non correva in F1.
E mi chiedo: Merzario che tira fuori Lauda dalle fiamme quanti mondiali di Alonso vale?
Fary, se sei arrivata fino a qua la risposta alla stupida domanda che ti fanno su Gilles l’ha data De Gregori scrivendo di calcio:
Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia
(perdonate lo sproloquio e vi offro da bere)