Buongiorno ragazzi...
da gpone:
Tutti contro Stoner, Stoner contro tutti
Rossi, Melandri, Capirossi: in Cina si attende il riscatto del trio italiano della Moto Gp. I primi due, Valentino e Marco, cercano entrambi una sorta di riscatto. Rossi da una gara condizionata da colpe non sue – leggi le gomme –, Melandri invece da una gara finita in crescendo ma iniziata malissimo per colpe, questa volta, sue. Infine Capirex, che non cerca il riscatto ma semplicemente conferme. Loris vuole continuare il discorso iniziato in Turchia con un bel podio, migliorando magari quel terzo posto grazie a nuova soluzioni che riescano a fargli sfruttare al meglio il motore 800 della GP7, al quale non riesce ancora ad adattarsi al cento per cento.
“La Turchia è dietro alle spalle – spiega Valentino, che disinnesca subito la questione Elias – in gara un comportamento così, ci può stare”, afferma. Ma è ovvio che non ci crede.
E’ una dichiarazione fatta per smussare gli angoli. Anche sulla Michelin fa un passo indietro, ancorché parziale.
“Ad Istanbul ho scelto la mescola giusta, ma la carcassa era troppo morbida. Ed ha ceduto. Il lunedì successivo la Michelin ha portato gomme più adatte ho fatto 71 giri per provarle e le utilizzeremo anche qui. Peccato sia andata come è andata perché la moto era buona e non abbiamo potuto mostrarne il potenziale”.
Rossi vinse qui sotto il diluvio nel 2005, nel 2006 fu fermato dal desciappamento della gomma anteriore.
“Shanghai è un circuito difficile non solo per le gomme. C’è il più lungo rettilineo del motomondiale. Sulla carta dovrebbe essere peggio del Qatar, perché si esce di terza e la Ducati ha il tempo di scaricare bene quinta e sesta, ma da allora il nostro motore è migliorato. Quanti Km/h pensiamo di prendere? Fossero solo dieci mi contenterei. E’ il limite per non perdere la scia. Quanto alle coperture, le nuove regole da una parte ci hanno complicato la vita, dall’altra ce l’hanno semplificata”.
In generale, comunque, perlomeno per le prime due gare Valentino non può lamentarsi.
“Ho fatto quarantacinque punti su cinquanta, direi proprio di no”.
Da parte sua, Melandri ha di nuovo fatto autocritica riguardo al weekend turco. “Ho rianalizzato gli errori fatti, che sono stati tanti – ha affermato – Il primo sicuramente è stato quello di voler fare bene da subito, e considerate le condizioni in cui era la pista al venerdì, questo mi ha portato a compiere degli errori. Solitamente quando un pilota dice di non spiegarsi come possa essere caduto, in realtà lo sa: io invece ancora non lo so, veramente. Quella prima stupida caduta mi ha poi tolto sicurezza, e ha quindi avuto conseguenze sull’assetto della moto. Poi a un certo punto mi sono ricordato che con il mio set-up abituale avevo pur sempre vinto due volte a Istanbul, e sono tornato a quello… Però è come se avessi iniziato a girare la domenica mattina e quindi non ero molto a posto…”.
Il discorso si sposta poi sul circuito di Shanghai, che da domani sarà teatro della prosima sfida. Il lungo rettilineo preoccupa anche Marco: “Che io sappia, non abbiamo ricevuto aggiornamenti di motore, anche se la moto è migliorata gara dopo gara. Abbiamo lavorato anche sui rapporti del cambio, e cose così. Sarà una gara difficile, anche perché non c’è soltanto il rettilineo più lungo dell’anno, ma anche quello di arrivo non è poi così corto… Poi ci saranno da tenere d’occhio i consumi: qui sarà più difficile che altrove. Vedremo chi riuscirà a sfruttare meglio la benzina a disposizione… Le Ducati sono le favorite, ma vedo bene anche le Suzuki che sono molto veloci”.
Riguardo alla forcella anteriore con l’idraulica del 2006, Melandri è sempre più convinto della scelta fatta. Tanto che anche gli altri piloti Honda, ora, la utilizzano… “Va molto meglio, tanto che ora riesco ad utilizzare una nuova gomma anteriore della Bridgestone con cui mi trovo meglio, ma che con la vecchia forcella non potevo utilizzare perché non lavorava bene e con quella gomma mi procurava un sacco di chattering”.
Loris Capirossi è tranquillo: aspetta soltanto di mettere le ruote in pista per capire come si comporteranno la GP7 e le Bridgestone, ed è fiducioso che possano andare molto bene. “Possiamo fare bene: le gomme hanno funzionato in Turchia, e qui c’è un asfalto molto simile a quello turco, quindi… Per quanto riguarda il circuito, noi siamo veloci ma non c’è soltanto il rettilineo: la prima parte col lungo curvone a destra che porta nel rampino a sinistra in contropendenza è quella più difficile”.
Sui tre, comunque, c’è il doppio incubo: Stoner, che qui ha vinto, nel 2005, con la 250 e Pedrosa che ha fatto lo stesso, ma l’anno passato.
“In Turchia è stato tutto molto semplice, moto e gomme andavano così bene che in pratica ho dovuto solo aspettare che finisse la gara…ho fatto passare i giri. Qui sulla carta siamo avvantaggiati, ma la velocità di punta non è tutto, ci sono anche le curve. Io comunque sono tranquillo: sto vivendo n un sogno”.
“Io mi ritengo fortunato – spiega invece Pedrosa – in Turchia sono stato travolto alla prima curva ma non mi sono fatto praticamente nulla. Della Cina ho buoni ricordi: ci ho vinto la mia prima gara in MotoGP, partendo dalla pole e facendo per di più il giro veloce. Questo però è un altro Gran Premio. Cosa penso? Che dobbiamo rimanere quanto più vicini possibile alle Ducati…”.
PS Nella foto c'è un simpatico gesto di Hopkins su Pedrosa