VERSO LA DOPPIETTA Parla l’ex vicecampione iridato Mamola
«Una Ducati da giovani»
«Solo i piloti dell’ultima generazione sanno portarla al massimo»
Dall’inviato
Paolo Scalera
FRANCOFORTE - Se la Yamaha sembra aver fretta di recuperare il terreno perduto, al contrario la Ducati è maggiormente concentrata sui dettagli. Con la GP7 al top della categoria fin dall’inizio del campionato, mentre gli avversari rivoluzionavano pesantemente le proprie moto, la casa di Borgo Panigale si preoccupava più che altro di affinarla, senza farsi prendere dall’ansia della modifica a tutti i costi. Anche la nuova aerodinamica, provata nei test di Brno dopo la richiesta fatta da Casey Stoner nel ventoso GP d’Olanda, dopo esser stata costruita a tempo di record sotto la supervisione di Alan Jenkins, non è poi ancora stata utilizzata in gara. E forse lo sarà solo a Phillip Island.
Il fatto è che la quattro cilindri a “L” di 90° è nata perfetta per la categoria grazie ad un’intuizione: non limitare la potenza per garantire guidabilità, affidandosi invece per questo agli aiuti elettronici. Una strada che ora stanno seguendo tutti i costruttori giapponesi. D’altro canto, però, per il momento la GP7 è unicamente la moto di Stoner che vi ha vinto ben 8 Gran Premi e si appresta a regalare alla Ducati sia il mondiale piloti che quello marche. Con lei gli altri piloti hanno raccolto le briciole: due podi Loris Capirossi, uno solo Alex Barros, del team satellite D’Antin.
SEGRETO - « E’ una moto, la GP7 che solo piloti giovani possono portare al massimo l'opinione dell'ex campione della 500, Randy Mamola -
perché si affida molto ai controlli elettronici. Il pilota con lei deve fidarsi: tenere il gas aperto anche quando la moto tende a scappare via. Se si ha il fegato per farlo la ruota posteriore si riallinerà. Ma non si può chiedere a chi ha guidato diversamente per tutta la sua carriera di adattarsi.
« Casey ha una decisione incredibile nello spalancare il gas - osserva il tre volte iridato Kenny Roberts - non ho mai visto nessuno guidare come lui. Poi, evidentemente, si fida della reazione della moto. Mi fossi azzardato a fare una cosa simile ai miei tempi, la moto mi avrebbe sparato sulla luna».
Per questo motivo la Ducati, che utilizza il medesimo hardware della Yamaha, l’elettronica della Magneti Marelli Marvel 4, scrive da sé i software di gestione e controllo. La vera arma segreta della GP7. E per questo in questi giorni, mentre la concorrenza pensa già alle moto per il 2008, la Ducati si preoccupa di rafforzare il suo test team con l’arrivo di un giovane, l’inglese Chaz Davies. « Potrebbe correre al posto di Hofmann già a Motegi - conferma il team manager, Livio Suppo - Ma prima vogliamo che firmi con noi un contratto di collaudatore per sostituire l’ormai anziano Itoh. La Bridgestone è d'accordo e del resto il nostro obiettivo è quello di utilizzare il team satellite proprio per lanciare giovani piloti da passare, semmai, nella squadra principale » . Il problema è che, contrariamente a quanto accade in F.1, in MotoGP i giovani piloti preferiscono gareggiare nelle categorie minori, rifiutando il ruolo di collaudatori.
« Ci piacerebbe rafforzare ulteriormente il nostro team satellite - prosegue Suppo -
l’ideale sarebbe avere al nostro fianco una squadra come quella di Kenny Roberts senior. La Ducati GP8 sarà una evoluzione della attuale, ci piacerebbe che in pista ce ne fossero quattro e tutte competitive. Facciamo moto e vorremmo che si veda che vanno veramente forte».
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