Beccatevi le pagelle di Meda:
Dal GP di Spagna arrivano voti alti, da interpretare leggendo tra le righe...
di Guido Meda
Pedrosa, 10 e lode
Guida a casa sua con una carogna inconsueta, che è sintomo di moto a posto, di gomme belle e di pilota grandioso. E' il vero salvagente della Hrc, quello che ci mette di più, anche più del reparto corse e dei suoi ingegneri. Per questo spera che la riconoscenza sia costante e si manifesti con moto tipo quella di Barcellona. Pedrosa, mettetelo da solo in fuga e nessuno lo prende più. Graziato da Rossi e da Stoner che hanno sofferto in partenza e nei primi giri, ne ha approfittato regalandoci dei cronologici da urlo e persino delle derapate che da lui si vedono poco di solito. Razionalmente candidato per il mondiale.
Rossi, 9
Secondo e forse più felice che se avesse vinto, anche se con quel ritmo lì in certe situazioni si vince a mani basse. Non azzecca come al solito la partenza, si abbandona ad una rimonta esaltante fatta di sorpassi in staccata e di staccate allungacollo, fino a ritrovarsi con Stoner. Valentino ne ha ancora, Stoner pure, ma Valentino di più. Si fa passare, pianifica e progetta. Lucido come un Rossi, mai timoroso, imbattibile in percorrenza e in uscita di curva. Gomme notevoli, classifica al sicuro (un po' meno di prima) e un avversario in meno: Lorenzo. Ma Rossi sa che anche su Stoner la gara di Barcellona potrebbe avere un effetto di quelli che andando avanti con la stagione tornano buoni a lui. Qui era importante stare davanti a Stoner. Ci è rimasto. Missione compiuta. Razionalmente ed istintivamente candidato per il mondiale.
Stoner, 8.5
E qui era importante per Stoner stare davanti a Rossi. Il campione del mondo è molto più a posto di due gare fa, checchè ne dicano in Ducati. E' bello ed efficace, dannatamente coraggioso, dannatamente consapevole di non aver granchè da perdere e molto da guadagnare. Stoner resterà in battaglia fino alla fine, ma rimanere dietro a Rossi è fastidioso. A parità di gomme, con la moto campione del mondo. La MotoGp è bella anche per questo. Fa fin troppo lui, a fronte di una Honda e di una Yamaha che sono cresciute molto e di una Ducati che, dopo aver fatto il meraviglioso miracolo, un pochino soffre. Però averne di coppie così! Denuncia un problema di set-up quando potrebbe incolpare le gomme, alimentando quella becera diceria per cui la Bridgestone lo maltratta a vantaggio di Valentino. Oltre che bravo, Casey è anche onesto e glielo leggi in faccia. Però da Rossi stavolta le ha prese, nello stesso posto dove un anno fa gliele aveva date.
Dovizioso, 9
Certe sensazioni il Dovi le avverte, le calcola, le scarta se nocive, le sfrutta se buone. Sa sempre cosa fanno le sue gomme, sa farti l'analisi "logica" della gara, di quelli che ha attorno come fosse un inviato speciale in pista. Il cronista perfetto osserva da vicino il problema di Rossi in ingresso curva, e quello di Stoner in uscita. Ma per vederli e raccontarli sta lì con loro tutta la gara, su una pista che esalta la prestazione pura delle moto, su una moto che è scarsa a prestazione pura. Studia per diplomarsi pilota ufficiale, ma è così intelligente, coraggioso e secchione che potrebbe aver già fatto e superato l'esame.
Capirossi e De Angelis, sv
Sfortunatissimi, bravi ragazzi. Si prendono dentro e si catapultano nella ghiaia. Fa effetto vedere Capirossi con mano dilaniata, affrontare il sangue non come un dolore, ma come una fastidio sul cammino del mondiale. In questi casi l'esperienza fa proprio la differenza. Peccato per De Angelis che voleva ripetere il Mugello e si terrà il dubbio.
Edwards e Toseland, 7
I compagni di squadra fanno una gara buona, ma non eccelsa. Bene, ma non benissimo. Stare coi primi era difficile, ma per il mezzo e le doti che hanno dimostrato di avere e per le gomme di cui sono equipaggiati avrebbero potuto frequentare la zona di Dovizioso. Edwards ormai è uno della MotoGp, Toseland fa fatica a levarsi di dosso gli istinti passionali della Superbike anche nella messa a punto della sua M1. Come se, per un passaggio di categoria brillante, servisse più di una stagione, come già dimostrato da altri prima di lui. Toseland ha la voglia e la pazienza per riuscirci.
Hayden, 5
E' stufo, ingolfato di Honda, di giapponesi, di arancione e bluscuro da anni. Eppure dovrebbe dire grazie alla Hrc che lo ha preso, arricchito, laureato. Il tempo passa e lui si sente trascurato a vantaggio di Pedrosa. Difficile dargli torto, ma mentre tutti hanno capito che per guidare le MotoGP di adesso serve andar via puliti, lui continua ad essere uno dei pochissimi che insiste a staccare come un pazzo e ad intraversare la belva in ogni dove. E le gomme si consumano, e la classifica se ne va.
Melandri, 4
Nel "trofeo Ducati" al quale Stoner non partecipa, stavolta Marco è...primo! Elias colpito da una squalifica molla il colpo e Guintoli è ultimo al tredicesimo posto. L'undicesimo di Melandri in questa atmosfera è una pacchia. Pensa te che consolazione. Non gira, non ci sono storie, non gira, ma francamente anche noi come lui, non sappiamo più cosa dire. E' roba da managers adesso.
Simoncelli, 10
San Giovanni non fa inganni e Simoncelli è votato a lui. Dopo aver centrato Bautista a Jerez, dopo aver abbattuto Barbera al Mugello, Superpippo non fa danni e vince un'altra volta portandosi ad un soffio da Kallio nella classifica del mondiale. Batte l'ultraufficiale Bautista che sbaglia all'ultima staccata vera, è in sella per provare l'inseguimento al titolo con moto rigorosamente "clienti". Ottima si, ma non ufficiale. Se chiedi all'Aprilia come mai, loro fanno orecchie da Mercanti e ti mandano a casa con Sacchi di parole di elogio. Forse era meglio quando si stava Beggio...
8 giugno 2008
_________________ METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO
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