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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mer 13 ago, 2008 10:18 am 
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Mr. Beer
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Iscritto il: lun 06 set, 2004 11:27 am
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Auguri Capirex :x :cincin: :-D

ho avuto la fortuna di seguire tutta la tua carriera :x :cincin: :-D

Bravissimo :x :oo: :cincin:


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MessaggioInviato: mer 13 ago, 2008 12:21 pm 
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Il Bell' Addormentato nel Bosco
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Località: BRESCIA
:cincin: :cincin: :cincin:


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MessaggioInviato: mer 13 ago, 2008 3:52 pm 
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The Big Boss

Iscritto il: dom 29 ago, 2004 7:35 pm
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MessaggioInviato: sab 16 ago, 2008 12:54 pm 
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k9

Iscritto il: ven 03 set, 2004 12:29 pm
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Località: Alla ricerca di una nuova casa

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OK ci ho provato, ora basta. Me ne vado da quel paese. Sono stanco di esser preso in giro (1/6/08).
Ora cerco una nuova casa. (8 nov 2012)

Spero di trovare una nuova casa...

Forse, dopo tanto errare, ho trovato una nuova casa 01/03/2014.


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MessaggioInviato: dom 17 ago, 2008 12:00 am 
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Vechia Cariatide
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Iscritto il: sab 25 giu, 2005 1:05 am
Messaggi: 1665
Località: cesena
:clap: :clap: :clap:


come pilota e come uomo .............. statura a parte !


gli auguro ancora tante, tante belle gare, a partire da quella di domani
di cuore

:D :cincin: :cincin: :cincin:

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ho visto cose che voi umani non potreste immaginare: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alla porte di Tannhauser e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia ...


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MessaggioInviato: lun 18 ago, 2008 9:30 am 
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El Torquemada
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Sito web: http://www.jsbach.org
Località: la patria del Pigato

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«La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi» (P.P. Pasolini)
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MessaggioInviato: gio 28 ago, 2008 8:17 am 
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Mr. Beer
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28/8/2008 (7:40) - INTERVISTA
Capirossi: "Vivo di pane e adrenalina, così sono arrivato a 277 Gp"

Loris Capirossi in sella alla sua moto



Domenica a Misano batterà il record di presenze nel Motomondiale
ENRICO BIONDI
Capirossi, è arrivato il momento di gettare la maschera: a 35 anni suonati, 277 Gran Premi domenica prossima e mai nessuno come lei al mondo. Cosa si è messo in testa?
«Di continuare finché ne avrò voglia e mi divertirò come faccio in questo momento. Per voi 277 Gp saranno anche tanti, a me non pesano. Quando entro in un circuito mi sento come un bimbo felice di avere ricevuto un nuovo gioco che non vede l’ora di provare».

C’è un segreto in questa longevità?
«Non so. Forse l’adrenalina che mi scorre addosso e che mi fa fare questo mestiere. O forse l’amore e la passione per la motocicletta. Io ci metto il cuore in tutto quello che faccio, sono uno che non molla mai e non si dà mai per vinto. Per questo in questo mondo mi trovo bene, anche se mi accorgo che sta cambiando moltissimo».

Si spieghi meglio. Vuol dire che non ci sono amici attorno a lei?
«Colleghi sì, amici veri no. Quando ho cominciato io, nel lontano 1990, le cose erano ben diverse. Magari ci scappava pure una partita a pallone, una bevuta al bar, una corsa in bicicletta lungo il percorso per vedere chi aveva il fiato per scollinare. Stavi nel paddock e incontravi tutti. C’era più serenità».

Pensa che non sarà più possibile tornare a quei tempi?
«Non è una cosa impossibile. È semplicemente impensabile».

Non ci dica che è colpa di tutti questi ragazzini che girano per il paddock. Sempre più giovani, sempre più bambini. Anche lei, quando arrivò, aveva 17 anni. E vinse subito.
«E invece sì: ci sono troppi ragazzini qui in giro. È vero che io vinsi il titolo giovanissimo, ma quando arrivai in questo mondo, mio babbo guidava un furgone telonato e io dormivo dietro, insieme con la moto. E quando Pileri mi fece firmare il primo contratto per un milione di lire al mese, a momenti mi mettevo a piangere dalla gioia. Oggi questi bimbetti viaggiano su motorhome da paura, hanno manager alle spalle, fior di sponsor che li appoggiano e pretendono la luna. Mica bello».

Il suo primo mondiale, nel ‘90, quanto le fruttò?
«Dodici milioni. Di lire, intendo. Che mi permisero di far tornare il sorriso sul volto di mamma Patrizia e di papà Giordano: avevano ipotecato anche la casa per farmi correre. Era il minimo che potessi fare, non le pare? Debbo tutto a loro se sono diventato un campione, anche se, sotto sotto, sapevo che prima o poi avrei sfondato. Insomma, se io ero la miccia, loro sono stati senza dubbio il fiammifero».

Adesso i milioni (di euro) abbondano. Anche per lei.
«Vero. Ma te li devi guadagnare e io so bene cosa vuol dire. Il Motomondiale è cambiato tantissimo. Oggi sei un numero: se reputano che non sei più all’altezza, ti scaricano e ti mettono alla porta. Senza nemmeno dirti grazie. È in quel momento che, se non sei pronto, rischi di sentirti il mondo crollarti addosso».

Allude?
«Beh, non posso certo dire che il trattamento ricevuto dalla Ducati sia stato bello. Eppure quella moto l’ho vista nascere, crescere, l’ho portata alla vittoria. E lo scorso anno, con Stoner in uno stato di grazia pazzesco, sul podio ci sono salito anch’io e l’ho portata anche alla vittoria. Ma ora basta: ci siamo chiariti, tutto è tornato a posto. Non sono il tipo da portare rancore. Mai».

Il momento più bello della sua carriera?
«Il primo mondiale e quando è nato Riccardo».

Quello peggiore?
«Nel 1997, sono andato a un passo dal dire addio a tutto. Ero in Aprilia, correvo in 250 e la mia moto si rompeva sempre. Non ce la facevo più. Carlo Pernat (suo attuale manager e a quei tempi direttore sportivo a Noale, ndr) mi spostò nel team di Mauro Noccioli, toscano verace e gran conoscitore di uomini e moto. Fu la mia salvezza e nel ‘98 vinsi anche il titolo mondiale».

E fu licenziato in tronco dall’Aprilia...
«Ancora quel benedetto sorpasso su Harada: in tutte le sedi ho dimostrato la mia innocenza e ho vinto in tutti i gradi di giudizio. Era l’ultima curva del Gp di Argentina: se l’avessi passato avrei vinto il titolo. Non potevo non provarci: lui mi lasciò lo spazio, io passai e lui cadde. A Noale se la presero con me. Sbagliarono».

C’è un altro Capirossi all’orizzonte?
«No. Non mi pare. A dire la verità non ci ho mai pensato. Dico sempre che guidare una moto non è un mestiere, ma un gioco. E tale deve restare. Se ti assale la paura allora è meglio che smetti subito, prima che sia troppo tardi».

Quando smetterà, rimarrà nei paraggi?
«Ma neanche per sogno. Non vedrete un Capirossi Team da qualche parte e io che ciondolo nel paddock. Andrò a vedere qualche gara, questo sì, ma è molto meglio la mia nuova attività di immobiliarista. A proposito: vuole comprare una casa a Montecarlo?».







forza Loris :ola:


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MessaggioInviato: gio 28 ago, 2008 11:05 am 
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Uorld Cempion 2010

Iscritto il: gio 21 ago, 2008 11:01 pm
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