Oggi al Motor Show di Bologna non si è parlato di MotoGp solo per la visita di Claudio Del Torchio, presidente Ducati impegnato in una sorta di presentazione della 1199 Panigale, ma anche per l'arrivo di Livio Suppo allo stand della Gazzetta dello Sport. Il manager della Honda ha risposto alle domani del pubblico presente alla Fiera di Bologna, trattando diversi temi caldi del mondo della MotoGp.
La Ducati vi spaventa con l'esperienza di Valentino?
"La Ducati spaventa, perchè è salita sul podio alla sua prima gara in MotoGp, ha vinto alla sesta gara, ha vinto il Mondiale al quinto anno. Dunque, Filippo Preziosi e i suoi ragazzi hanno dimostrato ampiamente di poter essere competitivi. Valentino ovviamente è Valentino. Ad oggi il matrimonio non è andato come tutti avrebbero sperato, anche se secondo me la Ducati ha fatto anche troppo per assecondare le esigenze del suo pilota, realizzando anche questa nuova moto con il telaio in alluminio. Adesso quindi la palla passa decisamente nelle mani di Valentino, visto che lui stesso ha ammesso nel suo libro nel nostro sport la differenza la fa il pilota. Quest'anno la Honda ha fatto una moto molto prestazionale, ma senza Stoner avrebbe vinto di nuovo la Yamaha perchè Lorenzo ha fatto meglio di Pedrosa e di Dovizioso. E' uno sport dove sicuramente la moto conta, ma non così tanto come hanno voluto farvi credere. E poi la Ducati all'inizio dell'anno non andava così male: se guardate all'inizio dell'anno Valentino arrivava spesso vicino a Dovi, ma ad un certo punto loro hanno voluto stravolgere tutto e lì si sono un po' persi e a Rossi è un po' scesa la catena. Secondo me il problema è che loro speravano di fare di più e per questo si sono un po' persi, ma sono sicuro che riusciranno a venirne fuori".
Pensi che Stoner possa essere considerato uno dei più grandi di sempre?
"E' sempre difficile fare classifiche tra i piloti di varie epoche. Ogni pilota va relazionato alle stagioni di cui si sta parlando. Casey quest'anno è stato mostruoso: ha fatto 16 podi su 17 gare e l'unica volta che non ci è riuscito è stato perchè Valentino lo ha steso, quindi lui non ha fatto nessun errore in gara ed è stato costantemente molto veloce. E' stato bravo a controllare le gare in cui sapeva di non poter vincere, quindi ha fatto un lavoro perfetto. Se tu guardi Casey dal 2006 ad oggi, cioè da quando ha debuttato in MotoGp, è il pilota che ha vinto più gare nella classe regina, ma anche l'unico ad aver conquistato due mondiali oltre a Valentino. Per questo penso che sia il più forte di questo lasso di tempo".
Con Marc Marquez in rampa di lancio, non credi che Pedrosa essendo in scadenza di contratto possa sentire troppa pressione?
"Tutti i piloti a questo livello, quando sono in una squadra ufficiale e la necessità di farsi rinnovare il contratto hanno una grande pressione addosso, perchè sanno che sono pagati molto bene e che per continuare ad esserlo devono anche andare molto forte. Dunque, non credo che per Dani cambiera qualcosa. Per lui sarà il settimo anno alla Honda, quindi è normale che proverà a vincere. Inoltre credo che abbia tutte le carte in regola per vincere un Mondiale. E' sempre stato molto sfortunato con gli infortuni e anche quest'anno credo che senza la frattura di Le Mans si sarebbe giocato il titolo con Casey fino alla fine. Poi è vero che nelle ultime gare Casey è stato più bravo, anche se Dani non aveva niente da perdere. Ha dimostrato qualche limite nelle gare con il bagnato, ma è un ragazzo abituato a lottare al vertice, quindi il fatto che ci sia Marc Marquez in rampa di lancio non credo che cambi molto per lui".
Non credi che la Ducati abbia sbagliato a lasciar andare via Stoner?
"Non dovreste chiederlo a me perchè io sono quello che ha preso Casey in Honda. Credo che lui e la Ducati avessero finito la loro storia d'amore. Si sono dati tantissimo a vicenda, ma poi sono successe delle cose che non erano piaciute da una parte e dall'altra e quindi le strade si sono divise. Io comunque sono convinto che per un pilota sia meglio cambiare team quando non riesci a vincere per diversi anni, perchè comunque la motivazione è la componente più importante per un campione. Casey non ci credeva più e nel 2009 e nel 2010 non capiva se il problema fosse lui o la moto. Tutti poi hanno accusato la Ducati di essere una moto solo per Stoner, ma se guardate alla Honda prima del suo arrivo aveva vinto solo con Pedrosa, fatta eccezione per una gara vinta da Dovizioso sul bagnato. Così come la Yamaha dal 2004 al 2007 ha vinto solo con Valentino. Comunque, come ha già detto, Casey aveva bisogno di cambiare aria e perso lui la Ducati non poteva fare altro che puntare su Valentino, anche se c'era un grosso rischio: per l'opinione pubblica se avessero vinto il merito sarebbe stato di Rossi, ma se avessero perso la colpa sarebbe stata solo loro".
Se non avessi limiti di budget, quale sarebbe la tua squadra ideale?
"Sinceramente la squadra che avevamo quest'anno, con Dani, Casey e Dovi, per me è fortissima e all'interno c'è sempre stato rispetto reciproco tra i piloti. Ad esempio Pedrosa e Lorenzo sono fortissimi, ma insieme non potrebbero lavorare. Casey e Lorenzo invece potrebbe anche andare d'accordo perchè Jorge è maturato molto ed una cosa che ha notato ed apprezzato anche Stoner. Però resto della mia idea che, per la conoscenza ed il rispetto reciproco che c'è tra di loro, quella composta da Dani e Casey è la più forte di tutte".
La tragedia di Sepang ci ha portato via Marco Simoncelli, ma voi della Honda avevate deciso di puntare su di lui: cosa aveva di speciale?
"Era un racer, non un rider. Uno che magari cadeva, ma ci provava. Aveva un grande talento, ma anche un bel carattere. Sicuramente a livello di immagine era l'unico insieme a Valentino in grado di essere simpatico anche alle persone che sono al di fuori del nostro mondo. Magari a volte esagerava anche un po', ma per me quest'anno aveva completato un importante processo di maturazione: aveva iniziato l'anno in maniera incredibile, andando fortissimo nei test invernali, e credo che avesse pensato di pensato di poter lottare subito per il Mondiale. Quello che gli mancava però era l'esperienza, perchè in questo periodo storico ci sono Valentino, Dani, Casey e Jorge che sono mostruosi, quindi si ritrovava a dover competere con dei piloti poco più vecchi di lui, ma con già una grande esperienza alle spalle. Se guardate chi ha vinto negli ultimi tre o quattro anni, sono sempre loro nel 99% dei casi. Lui pensava di essere già arrivato sul loro livello e forse sui tempi sul giro c'era già, ma non alla distanza. Ha iniziato fortissimo la stagione, ma cadeva spesso. Per questo ha dovuto imparare ad andare un po' più piano e poi piano piano ha ricominciato a scalare la classifica, riuscendo anche a salire sul podio. A Phillip Island se non ci fosse stato Casey, che lì è praticamente imbattibile, credo che avrebbe vinto Marco. L'anno prossimo sarebbe stato pronto per giocarsi le vittorie in tutte le gare, ma purtroppo il fato ha voluto che le cose andassero in maniera diversa. Sicuramente farà il tifo per noi da lassù".
Cosa pensi di Alvaro Bautista, sostituto di Sic al team Gresini?
"Nessuno potrà sostituire Marco nei nostri cuori, ma nel team di Gresini correrà Alvaro Bautista. Un pilota che ha dimostrato di avere grande carattere, perchè quest'anno tutti pensavano che la Suzuki fosse una moto poco competitiva, ma lui è riuscito comunque a fare dei risultati interessanti. La cosa più importante è che deve venire in Honda consapevole del fatto che deve essere lui a fare la differenza. Non deve credere che se faceva dei quinti posti in Suzuki con la Honda vincerà subito, perchè sarebbe un grande errore. Se vuole guadagnarsi le prime posizioni dovrà metterci del suo".
E' stato difficile gestire la situazione interna alla Honda quando tutti i piloti, Pedrosa in testa, additavano Simoncelli come un pericolo?
"Sicuramente è stato un momento difficile, soprattutto nei confronti di Dani. In quel momento aveva preso seriamente in considerazione l'ipotesi di smettere perchè si era appena rimesso da un altro infortunio, aveva vinto ad Estoril e a Le Mans si è fatto male di nuovo. Per lui è stato un momento drammatico. In quel frangente era importante far capire a Marco che forse aveva un po' esagerato. Subito dopo la gara gli siamo andati a parlare io e Nakamoto e lui ci ha detto che era dispiaciuto per quello che era successo a Dani, anche se in quel momento però non capiva di aver fatto qualcosa di sbagliato. Qualche giorno dopo invece ci siamo sentiti per telefono e mi ha detto che ripensandoci non avrebbe più rifatto quel sorpasso. Io non sono un pilota, ma tutti quelli con cui ho parlato mi hanno confermato che si era trattato di una manovra azzardata. Può capitare di farne, ma l'importante è che alla fine abbia capito anche lui di aver sbagliato. In quel frangente però secondo me è stata gestita male la cosa, fin da quando Lorenzo aveva detto in conferenza stampa che Sic era pericoloso. Forse la Race Direction avrebbe dovuto indagare maggiormente sulla questione, prima che la cosa prendesse così tanto piede a livello mediatico: se tutti i piloti dicono che un altro è pericoloso, forse era il caso di parlargli in privato e non davanti ai giornali".
Si parla di un possibile passaggio al regolamento CRT per tutti a partire dal 2013, tu cosa ne pensi?
"Io credo che quella sia più che altro una provocazione lanciata dalla Dorna per dare una sorta di elettroshock all'ambiente ed abbassare i costi. Non dimentichiamoci che all'inizio del 2009 ci fu una riunione dei costruttori a Tokyo, quando la Kawasaki stava per annunciare la sua uscita dalla MotoGp: da allora ad oggi è cambiato qualcosa, ma non abbastanza per adeguarsi alla crisi mondiale. La MotoGp nonostante la crisi è rimasta in piedi, ovviamente con delle limitazioni come meno piloti in griglia e meno sponsor. Detto questo però i costi non si sono abbassati come avrebbero dovuto e quindi è anche giusto che la Dorna voglia provare a dare una scossa in questo senso, anche perchè negli ultimi anni ha investito molto per tenere in piedi i team satellite e questo non possono farlo in eterno. Secondo me c'è un modello da reinventare perchè parliamo sempre di diminuzione dei costi, ma a nessuno è mai venuto in mente di provare a parlare invece di un aumento dei ricavi, che chiaramente è difficilissimo da fare, perchè comunque ci sono tanti sport che ci portano via tanti potenziali sponsor. Per esempio in Spagna abbiamo risentito tantissimo dell'ascesa di Alonso in Formula 1, perchè fino a quel momento lo sport motoristico per eccellenza era il Motomondiale. Il fatto che la Yamaha abbia vinto il Mondiale per tre anni di fila e che quest'anno non sia riuscita a trovare uno sponsor è sintomatico delle difficoltà. In MotoGp ci sono due fattori che spostano, che sono la Ducati e Valentino: ora sono insieme e non hanno problemi a trovare sponsor. Io ho dovuto cercare sponsor sia per la Ducati che per la Honda e vi posso garantire che sono due cose ben distinte, perchè nel secondo caso devi riuscire a vendere la MotoGp in generale. Diciamo che è un po' come dover vendere Maradona o il calcio in generale. La CRT è una sfida: credo che il primo anno ce ne saranno alcune decenti, ma altre assolutamente no. Però è anche difficile giudicarle: chi le sta guidando? Io mi sono permesso di dire che dovremmo fare delle Superlicenze per i piloti di MotoGp, perchè una moto può anche essere più lenta di 3" al giro, ma se la guida un pilota esperto non è pericolosa. Al contrario, se tu metti un pilota di scarsa esperienza può essere potenzialmente pericoloso. Chiaramente questo è un momento di grande cambiamento, ma credo che fosse necessario per garantire un futuro alla classe".
Pensi che Lorenzo sarà in grado di contribuire allo sviluppo della Yamaha come aveva fatto Valentino?
"Sfatiamo un mito: Le moto le fanno gli ingegneri, non è vero che le fanno i piloti. Valentino quando è andato in Yamaha era nettamente il più forte di tutti: aveva almeno sei-sette decimi di margine nei confronti di tutti gli altri comuni mortali, quindi vinceva anche se la sua moto era più lenta della Honda. Lo ha detto lui stesso nel suo libro. Dal 2004 al 2007 la Yamaha ha vinto solo con Valentino. Nel 2008 è arrivato Lorenzo e hanno cominciato a vincere anche con lui, quindi subito hanno iniziato tutti a dire che la Yamaha aveva fatto un gran moto sviluppandola insieme a Rossi, ma non è così: la differenza è che loro avevano due piloti top, mentre la Honda e la Ducati ne avevano uno solo".
Non credi che le prestazioni ora siano troppo esasperate e che le MotoGp raggiungano delle velocità di punta pericolose?
"In realtà la velocità non è mai correlata con la pericolosità e l'incidente di Simoncelli, che è avvenuto a bassa velocità ne è la riprova. Di solito si cade in accelerazione e in frenata e in quelle fasi si va alla stessa velocità sia che tu abbia 1000 cavalli o 250. La velocità massima è un qualcosa che fa "rumore", ma non aumenta la pericolosità, perchè difficilmente i piloti cascano a 330 km/h. E anche se dovessero cadere a 280 km/h cambierebbe poco, perchè il rischio di ammazzarsi ci sarebbe lo stesso. Anzi, basta andare contro un muro a 100 km/h, quindi secondo me la velocità non è un problema".
Rendendo liberi i test per i piloti titolari, non credi che sia stato fatto un favore a Valentino e alla Ducati?
"Per un'azienda basata in Europa l'idea di dover usare un pilota collaudatore e non poter usare i titolare è una follia, perchè andare a Jerez o al Mugello costa uguale. Nel campionato però ci sono altre due case che hanno base in Giappone. Sembra assurdo, ma a noi costerà molto di più perchè dovremo spedire ingegneri e materiali in Europa, oppure far arrivare i piloti in Giappone. Non è solo una questione di costi, ma anche di logistica: quando sei nel bel mezzo della stagione se devi organizzare un test al Mugello non è un problema, ma se devi farlo a Suzuka è più complicato perchè non puoi mandare il tuo pilota dall'altra parte del mondo. Quindi effettivamente credo che questa nuova regola potrà portare un vantaggio a Valentino e alla Ducati. Ma la competizione è bella se ci sono avversari da battere, quindi ben venga, anche se la regola si poteva studiare in un'altra maniera. Ad esempio si poteva pensare di concedere cinque giorni di test in più a chi non aveva vinto almeno cinque gare quest'anno. Credo ci fossero dei modi più sportivi per cercare di aiutare qualcuno...".
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