Ho ripescato un mio vecchio commento ad un articolo di Scalera (perdonate l'autocitazione) con frase finale esilarante.
RIO 2003
Lo so: uno potrebbe dire " cosa stracazzo te ne frega di quel che scrive Scalera ?".
E invece no.
Dopo la gara uno dei miei viziacci è andare di prima mattina trallallero-trallallà a godermi i suoi distillati di faziosità.
Vi concedo che c'è del masochismo e pure fascino per il perverso, e allora? (…)
Dicevamo di Scalera.
La titolazione è subito molto attraente e sorprendente per un tifoso di Rossi : ROSSI NELLA SCIA DI AGOSTINI.
Sottotitolo: A RIO UNO SHOW DA MITO. E COME GIACOMO ORA VALE E' CHIAMATO AD UNA SCELTA DIFFICILE.
L'entusiasmo e la sorpresa vanno alle stelle! Poi comincio a leggere. Per chi non legge Scalera va subito spiegata la tattica : quando Valentino fa una gara straordinaria e non ci sono cazzi per se..ma..forse, insomma quando "la situazione è sotto gli occhi di tutti" lui fa così: con la mano sinistra si da una strizzata alle palle in modo che il dolore fisico gli offuschi la mente e sovrasti il dispiacere per quello che sta per scrivere, e poi concede due righe striminzite in cui da a Cesare quel che è di Cesare: " Valentino quel NUMERO lo aveva gia fatto,(...)qualche giro per rendersi conto del ritmo dell'avversario, capire il punto dove poterlo passare senza possibilità di repliche e poi via, a tutta manetta, togliendo all'avversario di turno non solo la testa della gara, ma anche la dignità: perchè girare di colpo 1 sec. meno dell'occasionale CLIENTE, a questi livelli, non è cosa da tutti. E replicare, poi, nella tornata successiva, scavando un gap di 1"7, così, dal nulla, è un vero miracolo."
Le maiuscole non le ho messe io ma lui; voleva sottolineare con "NUMERO" che Vale è un fanfarone e con "CLIENTE" voleva dire più o meno " brutto bastardo, se Maxxe c'avesse le mappature te farebbe un culo quadro".
Il paragone con Ago non è,come si potrebbe pensare, un complimento per Valentino ma un espediente, raffinato, per creare un parallelo Vale/Biaggi con Ago/Phil Read in modo da punzecchiare Rossi.
Leggiamo perchè :
"Una volta, a fare queste cose riusciva Giacomo Agostini, ai tempi d'oro della Mv Agusta. Poi nel 1973 arrivò Phil Read con la stessa moto, e gli rubò il titolo della 500, infrangendo il Mito della sua infallibilità. Per questo Phil e Giacomo ancora si odiano. Nel '74 l'inglese replicò e Mino lasciò la casa italiana - rea di non tenere conto del fatto che quella moto l'aveva creata lui - per la Yamaha, alla quale avrebbe regalato, nel 1975, il suo primo titolo iridato.(...)
Davanti a lui (Rossi NdM) c'è una sfida incredibile: sa di avere a disposizione la migliore moto e la migliore squadra. Sa anche che la Honda, nel 2004, come fece allora la Mv, darà quella meraviglia anche ad altri piloti.
Può accettare, e batterli, o rifiutare la lesa maestà ed andare via. Guarda caso anche lui alla Yamaha".
E' fantastico! Bisogna dire che non era facile trovare un'angolatura del pensiero e un punto di vista che gli permettesse di dire che l'uno vince per la moto e l'altro perde per lo stesso motivo a dispetto di ogni evidenza. Da notare la situazione creata per cui qualunque decisione prenda Rossi non ne esce bene : se rimane in Honda le scuse sulle presunte differenze di moto e squadra rimarrebero buone , se passa a Yamaha allora ha paura del novello Phil Read. Ha paura di correre ad armi pari.
Attenzione al gran finale in cui Scalera perde ogni minuscolo residuo di credibilità:
"Alla Honda perdere Valentino non fa paura. Anzi, in un certo senso, potrebbe essere anche un sollievo: hai mai visto che il pubblico pensi, nonostante queste dimostrazioni di forza, che a vincere sia il pilota e non la moto!".
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