Rossi: 10 e lode
Parte male, ma con cinque sorpassi nei primi trenta secondi diventa difficile accorgersene.
In controllo per tutta la gara, nessuno dei suoi rivali per il titolo è sembrato poterlo impensierire.
Dal Quatar 2004 sono sette vittorie ed un secondo posto in otto gare.
In classifica generale vanta 120 punti su 125 disponibili.
Come lui nessuno mai.
Biaggi: 10
Eccezionale nella sequenza di soprassi per raggiungere il capolfila, impreziosito dal nuovo record del circuito in gara.
Sfoggia tutta la sua classe nella lotta con Melandri e nel tentativo di resistere all'allungo finale di Rossi.
Veramente un altro pilota rispetto alle incolori prestazioni fornite di recente.
Capirossi: 10 e lode
Non aveva il passo di chi gli stava davanti, che non è mai risuscito ad avvicinare davvero.
Il lavoro di sviluppo da compiere non manca, ma i margini di miglioramento di cui parlano a Borgo Panigale fanno sognare i tifosi.
Sale sul podio con pieno merito.
Melandri: 10 e lode
Il gesto tecnico più interessante è suo: sorpasso a fondo rettilineo ai danni dei signori Biaggi e Rossi con staccata oltre il limite e tenuta della corda facendo sbandare il posteriore.
Per potersi giocare davvero la vittoria, sembra difettare ancora di sensibilità nella guida a gomme finite.
L'impressione è che stiamo assistendo, gara per gara, alla nascita di un campione.
Gibernau: 0
Secondo capitombolo in cinque gare, e - 67 punti dalla vetta: vincere il mondiale nell'era Rossi sarebbe stata comunque un'impresa disperata.
Checa: 8
Dopo la sfortunatissima conclusione del GP di Francia, è autore di una gara giudiziosa. Che diventa, anche grazie alla famigliarità con il circuito, la prima convincente della sua nuova esperienza in Ducati.
La vittoria nel duello con Hayden ha quasi la medesima importanza del sorriso degli ingegneri nel vedere entrambe le moto nei primi cinque posti.
Primo nella categoria dei non italiani.
Hayden: 5
Stabile nel gruppo dei piazzati, senza guizzi e senza errori.
Chiude sesto l'ennesima gara che non passerà alla storia.
L'unica giustificazione plausibile della sua permanenza in HRC solo le legittime esigenze commerciali della Honda USA Inc.: non rimane che sperare che le vendite stiano andando bene.
Barros: 5
Dall'unico pilota che può dire di essere arrivato davanti a Sua Maestà nel 2005, ci si aspettava qualche cosa di meglio di una gara senza acuti.
Decisamente troppo lento sul misto anche solo per provare a mostrare le proprie doti di staccatore.
Edwards: 4
Certamente la nuova M1 è disegnata sulle esigenze di Rossi, ma mezzo minuto rimane mezzo minuto: una vita e qualche cosa.
Davvero troppo anche per chi è partito sapendo di essere la secondo guida.
Così è poco utile sia a se stesso che alla squadra.
Nakano: 4
Lo svantaggio di chi veste Bridgestone avrebbe dovuto ridursi al Mugello.
Le Ducati ne hanno tratto giovamento, al contrario delle verdone che hanno replicato quanto già noto.
L'aver regolato Troy e la sua Honda non è particolare motivo di allegria.
Hopkins: 5
Le occasioni per mettersi in evidenza stando in Suzuky non abbondano.
Rimane una prova rinunciataria, su tempi costanti quanto lenti, utili solo a distanziare il demotivatissimo compagno di squadra.
Byrne - Rolfo - Battaini - Ellison: 10
Nel circo del motomondiale, l'allegra brigata dei senza punti.
Iscritti d'ufficio l'inglese ed il bresciano questa volta si è unito anche il torinese, simpatizzante border-line.
Interessante il numero di Ellison, terminato prima ancora che gli spettatori avessero preso posto.
Degni eredi della brigata Paton: non credo esista miglior complimento.
_________________ Fat velox, et liber eris
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