Dal Corriere della Sera:
BARCELLONA - Lui, al Mugello, la famosa pattuglia acrobatica se l’è vista sfrecciare di fianco, ha sentito lo spostamento d’aria e ha abbozzato: «Certo, non è bello venire doppiati, ma ormai non mi stupisco più». Franco Battaini è l’altra faccia dell’Italia che domina il Motomondiale. Una faccia perplessa, perché è sempre in fondo alla classifica, prigioniero di una moto, la Wcm Blata, che starebbe indietro pure in 250. Ma una faccia simpatica e disincantata perché, a 32 anni, dopo una lunga e onorata carriera iniziata nel ’96, ha capito come prenderla: «Diciamo che io certe imprese le guardo un po’ dall’esterno, tra me e loro c’è troppa differenza».
Differenze di guida?
«Mah. Il pilota qui c’è, in fondo per anni sono stato il miglior ‘‘privato’’ della 250».
E allora da che dipende?
«Praticamente io sto su una moto quasi di serie, appena elaborata. Arrivo a malapena a 200 cavalli e non posso quasi regolarla».
Ma non gliene avevano promesso una nuova?
«Sì, il famoso sei cilindri. Forse me lo daranno a Brno, a fine agosto».
Dica la verità: si è un po’ pentito di aver lasciato la 250.
«Ma no, proprio pentito no. Anche se, francamente, quando ero partito da casa a inizio stagione avevo altre speranze. Ora però siamo entrati un po’ in un tunnel».
A proposito di casa: lei parte ogni volta da Brescia guidando il suo camper. Pilota d’altri tempi?
«Un po’ sì. Ma, con Rolfo (il sesto italiano in MotoGp, n.d.r.), siamo rimasti in pochi».
Come mai?
«Secondo me gli altri sono diventati un po’ fighetti. Ma nessuna polemica: quando girano i soldi e si diventa star funziona così».
E quanto si guadagna stando in fondo alla classifica?
«Non mi arricchisco, ma vivo bene. E poi faccio quello che volevo fare».
Lei è famoso anche come maratoneta e per questo la chiamano Iron Frank.
«In maratona ho un record di 2 ore e 47, e faccio anche triathlon. Mi serve per scaricarmi. Prima del Mugello ho fatto una Gran fondo di ciclismo, 170 chilometri, l’ideale per non pensare troppo alla moto...».
Dia un giudizio sui quattro fenomeni italiani. Rossi?
«Il migliore. La sua intelligenza fa la differenza. E poi è stato bravo a portarsi via i meccanici dalla Honda. Se vince qui chiude il Mondiale».
Biaggi?
«Sembra assurdo, ma anche se sta in Hrc non ha i meccanici migliori. Paga il ‘‘furto’’ di meccanici fatto da Rossi».
Capirossi?
«Gran cuore».
Melandri?
«Bravo. Ma aver trovato la Honda lo avvantaggia. Puoi essere bravo fin che vuoi, ma se non hai la moto...».
Come dire che se Battaini avesse una Honda...
«Magari!».
Ma come si fa a trovare una moto buona?
«Forse bisogna essere un po’ più furbi, muoversi in un certo modo, più politico diciamo...».
Il futuro come lo vede?
«Se la moto resta così, me ne andrò. Ho offerte in 250 e in altre categorie».
E finita la carriera?
«Mi piacerebbe restare nell’ambiente dello sport. Magari non necessariamente questo. Di sicuro, non farò mai il manager: bisogna fare troppo i furbi, non è nel mio stile».
A sua figlia Rebecca questa la racconterà come un’occasione perduta o un’esperienza che valeva la pena vivere?
«Come un’esperienza che andava fatta. Le dirò che mi sono divertito comunque e che sono sempre stato a posto con la mia coscienza».
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