dalla gazza
Rossi insaziabile nella sua Donington
L'iridato della Yamaha insegue il settimo sigillo: per ipotecare l'ennesimo Mondiale segue dalla prima
Dopo la vittoria record di Loeb domenica in Argentina e il mezzo successo di Corser (nella seconda manche è stato battuto, con grande rabbia, dal ritrovato Noriyuki Haga) nella Repubblica Ceca, in questo fine settimana tocca a Valentino Rossi. Un appuntamento con qualche incognita - si arriva dalla prima vittoria di Nicky Hayden due domeniche fa a Laguna Seca e dal secondo posto del suo compagno Colin Edwards: entrambi vanno fortissimo a Donington - ma che sembra avere tutte le premesse per un nuovo trionfo del campione pesarese.
Anche se non sempre la verità (e la certezza) sta nei numeri, i precedenti non lasciano troppo spazio all'immaginazione. Una sfilza di record per Vale, che inizia a diventare (per gli avversari) addirittura imbarazzante. Quest'anno siamo a 6 vittorie nelle prime 8 gare disputate, ma le altre due sono stati due podi (un secondo posto e un terzo, proprio nell'ultima gara americana). Ma se si ha la voglia di andare indietro, allo scorso anno, si scopre che Valentino non scende dal podio da ben 11 gare (con 9 vittorie...), cioè, e questo non è assolutamente un caso, da quel GP del Qatar del grande strappo, quando ci fu la denuncia degli uomini Honda per l'irregolare pulizia della pista con un motorino da parte di Jeremy Burgess e dei suoi uomini. «Mi hanno fatto arrabbiare e questo è stato il risultato», ha commentato non troppo tempo fa Rossi, tra il serio e il faceto.
Però, se si guardano più indietro i libri delle statistiche, si scopre che per Valentino c'è una ulteriore striscia di quattro podi (con 2 vittorie) che parte, guarda caso, proprio dalla pista di Donington, dove si corre domenica. A proposito: attenzione agli orari completamente rivoluzionati per il fuso orario di un'ora e la concomitanza con la Formula 1. La 125 scatterà alle 13.30, orario italiano; la 250 alle 14.45; la MotoGP alle 16.30.
Gran Bretagna arrivo, sembra dire Valentino. Che ha vinto tanto e dovunque, ma sulla pista inglese è davvero un rullo compressore. Perché dopo aver trionfato in 125 e 250 «solo» una volta per ogni classe (nel '97 e '99, gli anni iridati), nella classe regina non ha sbagliato un colpo.
Dalla prima vittoria assoluta con la 500, nel 2000, sulla pista bagnata che si andava asciugando, all'anno scorso, passando per l'incidente di percorso del 2003 quando, dopo essere passato per primo sotto la bandiera a scacchi, venne penalizzato (con procedimento decisamente macchinoso) di 10" e retrocesso al 3° posto per non aver rispettato una bandiera gialla alla prima curva a causa di una caduta del suo compagno Tohru Ukawa.
Ma la coppa è ancora orgogliosamente nella sua casa di Londra: non la darà mai al vincitore a tavolino Biaggi, ma neppure Max l'ha mai reclamata, non avendo riconosciuto come reale quel successo.
Una pista magica, quella accanto all'aeroporto di East Midlands, ma solo un po' più di tutte le altre. Perché l'intera carriera di Valentino è all'insegna dei record. Tolto l'anno di esordio, in tutte le categorie (1 centro nel '96 in 125, 5 nel '98 in 250, 2 nel 2000 in 500) sono sempre state vittorie a valanga. Ha conquistato il titolo 125 con 11 successi e con 9 quello della 250. Poi si è scatenato ancora di più.
Perché ha trionfato 11 volte nel 2001-2002 (primo titolo 500 e primo della MotoGP), 9 nel 2003 e perfino l'anno scorso al debutto con la Yamaha, dopo il divorzio dall'imbattibile Honda.
Le sue sono statistiche impressionanti, soprattutto nella classe regina. In 88 gran premi ha vinto 48 volte (il 54,5 per cento delle partenze) e addirittura in 72 è andato sul podio (82,9 per cento!); poi, ha centrato 43 giri veloci (48,9 per cento) e solo 29 volte (32,9 per cento) ha fatto la pole position, la cosa che cura di meno.
I numeri non diranno tutta la verità. Però sono un bel biglietto da visita.
Filippo Falsaperla