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 Oggetto del messaggio: Valentino, il predestinato Record,
MessaggioInviato: mar 02 ago, 2005 8:20 am 
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Mr. Beer
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dal la gazzetta dello sport :zzz: :sayan: :-? :ba: :lol: :lol: :lol:

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Valentino, il predestinato Record, battute, show e la scommessa Yamaha
Una perfetta macchina da gara: grazie alle lunghe leve avvolge e controlla la moto Gli amici del bar, le ragazze, l'amore per il rally, il sogno Ferrari
Un predestinato delle corse. Non per forza della vittoria. Valentino Rossi pilota è stato una scoperta leggera, cresciuta con i suoi riccioli ribelli di ragazzino esuberante. Cosa altro avrebbe potuto fare se non il pilota?
FAMIGLIA - Non è solo il fatto di essere figlio di Graziano, uno dei protagonisti (anche se non di primissimo piano, come il giovane virgulto) degli anni '70-'80. In effetti Valentino non ha mai visto correre il «Grazia», come lo chiama in modo fraterno. Però ha respirato l'aria dei suoi motori: soprattutto a quattro ruote dove Rossi senior era approdato dopo i suoi notevoli incidenti. Era destinato lì, a correre in auto, visto come andava con il kart sulla primordiale pista della cava, dove si è fatto (e talvolta sfatto) le ossa.
Graziano spingeva l'acceleratore della passione, mamma Stefania, che era passata tante volte dentro la paura delle corse, lo controllava a distanza. Un'amico di papà, l'altro ex famoso Virginio Ferrari, risolve i problemi di budget familiare, rimediandogli la moto. Una Cagiva 125: quasi subito ufficiale.
Essere figlio d'arte all'inizio serve. La moto giusta, la tuta, il casco, soprattutto i consigli ad hoc per sbagliare il meno possibile. Magari per avere un occhio di riguardo quando c'è qualche situazione controversa: come il titolo Sport Production vinto tra le polemiche nel 1994.
CARRIERA - Non serviva nemmeno quello per vedersi aperte le porte del Mondiale. La carriera era già tracciata, dall'Europeo al campionato dei grandi. Affrontato con la sfrontatezza di chi ha carattere. Imprendibile già al secondo anno, quando sbocciava anche il suo potere mediatico. Vittorie con spettacolo, lingua tagliente, mente guizzante. Spettacolo sempre: nella bistrattata 125, ancora nella formativa 250, sublime nella cattiva 500, infine straripante in MotoGP. Un riferimento in pista e fuori. Con numeri da capogiro: 6 titoli già in bacheca, il settimo in arrivo anche se non corresse le prossime gare (ne ha quasi 5 di vantaggio con 7 da disputare...). La scommessa stravinta del passaggio dalla vincente Honda alla derelitta Yamaha. E poi i successi, i podi, le statistiche da record, tranne che nelle pole position (che contano poco): ma in crescita ora che è in perfetta armonia con la sua moto. Travolgente.
STILE - Cadeva molto una volta Valentino. Giovane ed esuberante: normale. Poi ha imparato a tenersi a freno, ma soprattutto ad imbavagliare le belve che guida. Chirurgico nella messa a punto, perfetta macchina da gara. Il grande vantaggio di Valentino è avere sempre la completa gestione della gara. Una volta lo hanno misurato anche con strumenti scientifici. La Dainese gli ha messo addosso sensori per misurare battiti cardiaci, sudorazione, temperatura. Impressionante: un primo balzo per arrivare a regime e poi una linearità, anche in situazioni limite, che mette spavento.
In più c'è il fisico. Magro (tanto) e molto alto. Sembrava non lo aiutasse. In 125 non entrava nella sua piccola Aprilia, su cui si esibiva in incredibili contorsioni. Però le lunghe leve ora gli permettono quasi di avvolgere il mezzo, per dominarlo, soprattutto nei momenti di difficoltà. Quei numeri pazzeschi quando la moto tenta di sbalzarlo di sella ne sono l'effetto più visibile.
RIVALI - La schiera si è persa per strada. Le grandi battaglie di gruppo della 125 in 250 si sono trasformate in duelli serrati a tre (il '98 con i «compagni» Capirossi e Harada) e poi a due, col solo Loris (diventato avversario alla Honda) nel '99 iridato. Poi la classe regina, con la sconfitta all'esordio per naturale timore reverenziale. Ha provato a contrastarlo Max Biaggi, con un paio di exploit l'anno, l'ha stuzzicato qualche volta Capirossi, l'ha battuto nel Mondialino 2002 Alex Barros, ma a titolo acquisito, quando i risultati non contavano più nulla. Nelle ultime due stagioni è spuntato Sete Gibernau. Tutti inesorabilmente piegati, oggi praticamente annientati: quando lo vedono arrivare sono già battuti.
AUTO - Forse troverà, un giorno, chi lo batterà: a quattro ruote. Perché è lì la testa, una specie di ritorno alle origini. Periodico. Il grande amore sono i rally con i suoi «traversi», dolce per le belle cose fatte vedere in tanti piccoli appuntamenti, amaro nel momento che sognava di più, il Rally di Gran Bretagna 2002, finito nel fosso. E poi la Ferrari, sbeffeggiata da giovane, sognata da pilota. Nella vita si cambia. Provata «in segreto» a Fiorano: velocissimo.
PRIVATO - Successo e soldi, invece, non hanno stravolto più di tanto Valentino. Magari c'è un po' di diffidenza in più e qualche giudizio pepato in meno, per evitare fregature. E qualche villa o barca per vivere meglio. Ma il Rossi privato non è molto diverso da ieri. Gli amici del bar e qualche ragazza più in vista di quelle giovanili, anche se la fidanzata Arianna non è né letterina né letteronza (è passato anche da lì, comunque). Soprattutto la famiglia. Come sempre.
Filippo Falsaperla


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