dalla gazzetta dello sport
Rossi altruista: «Ora aiuto i rivali»
IL TALENTO E LO STREGONE Valentino Rossi, 26 anni, discute con il
suo capotecnico, l'australiano Jeremy Burgess, 53: i due, che sono
assieme dalla stagione 2000, stanno per festeggiare il quinto titolo
piloti consecutivo (Ap)
«Provo le Michelin: che non userò solo io»
dal nostro inviato
BRNO (Repubblica Ceca) Una volta non ce l'avrebbe fatta: un impegno, un mancamento, qualsiasi cosa pur di scappare via. Invece Valentino Rossi l'insaziabile è diventato anche l'instancabile. In pista anche al lunedì, e senza battere ciglio. Il segreto, per lui è molto semplice: «Sono un grande lavoratore». Cosa ci vuole...
E no, ci vuole ad alzarsi dal letto (se si sta comodi nel motorhome da centinaia di migliaia di euro, figurarsi a casa propria) dopo due giorni e mezzo tribolati di prove, dopo aver vinto una gara combattutissima fino all'ultimo giro, dopo aver staccato il biglietto premio per il settimo Mondiale.
Si è preso solo un po' di tempo alla mattina Valentino, ma poi è andato avanti per tutto il pomeriggio e ha anche accettato di fermarsi mezza giornata in più, dimenticando tutto quello che aveva già in tasca, come se ci fosse da recuperare un baratro di svantaggio, con avversari che scappano da tutte le parti.
Invece è lui in fuga, imprendibile. E gli altri cercano di arrancargli dietro. Provano la contromossa, ma quando i buoi sono già scappati e si può solo cercare consolazioni parziali: qualche vittoria, magari, visto che finora Incubo Rossi se n'è già prese 9 su 11.
Domenica ci ha provato la Ducati ad avvicinarsi, come dimostra il meritato secondo posto di Loris Capirossi. Per la verità la rossa di Borgo Panigale non era male fin da inizio stagione, ma non era assistita da scarpe Bridgestone altrettanto competitive, soprattutto sulla distanza. Su questa pista il gap è stato colmato e la Michelin forse anche (di poco) superata. Ma adesso si aspetta la controprova: buon per loro, potrà avvenire fra tre domeniche sulla pista di casa, nel senso che proprio lì a Motegi nascono le gomme giapponesi.
Ci si aspettava molto ieri dalla Honda, con una moto completamente nuova annunciata con grande enfasi dal presidente della HRC, il reparto corse, Suguru Kanazawa. Era curioso perfino Valentino: «Volevamo buttare uno sguardo, ma già al mattino mi hanno detto che non sarebbe proprio stata in pista».
Esatto. Improvvisamente gli uomini di Tokyo hanno fatto sapere che in Giappone si era verificato un problema tecnico non ancora chiarito e che, per motivi di sicurezza, era stato preferito non far rischiare i piloti chiamati a farlo esordire.
Ma il fatto che i due prescelti siano Sete Gibernau e Max Biaggi, il cui futuro con il marchio dell'ala sembra tutto ancora da disegnare, ha fatto sorgere il dubbio che si sia trattato di una scelta politica, per non rivelare ad un pilota magari in partenza importanti segreti tecnici. A essere maligni si fa peccato, ma qualche volta si azzecca.
Oggi vedremo se per Valentino ci potranno essere nuovi avversari alla finestra. Un giorno chiave, perché questo è l'ultimo test ufficiale prima della chiusura della stagione: un nuovo rinvio potrebbe significare che il debutto in gara rischia di essere rimandato a data da destinarsi.
Un altro avversario potrebbe essere Marco Melandri, l'ex inseguitore, visto che ora è stato superato da Max Biaggi, promosso dalla Honda a semi ufficiale. Ieri il ragazzo di Ravenna ha provato la sospensione posteriore con i leveraggi inferiori, come quelle ufficiali (ma modificate per cercare di ottenere ancora qualcosa di più in trazione). Eppure ha concluso la giornata più confuso che persuaso dalla promozione ricevuta sul campo.
Insomma, Valentino se la può ridere dall'alto del suo vantaggio di 132 punti, più del doppio sul primo degli inseguitori: diritto alla meta senza alcun intoppo, mentre gli avversari riescono a ritrovare la strada maestra soltanto a tratti.
Una giornata intensa, come la racconta il campione quasi re-incoronato: «Non avevamo niente di nuovo da provare. Alla Yamaha dicono che la moto è competitiva a sufficienza così e io sono abbastanza d'accordo. Abbiamo quindi cercato di ottimizzare quello che abbiamo come motore lavorando sulle mappature. Oggi sono la cosa più importante e, giocando sull'elettronica, qualche volta si riesce a centrare l'obiettivo. Abbiamo cercato di rendere la moto più morbida, cosa che alla fine ti permette di migliorare anche in accelerazione. La Ohlins ci ha dato anche una forcella nuova che, sostengono, va meglio: ma sinceramente dobbiamo capire come metterla a posto per bene».
Un lavoro importante, ma mai come quello sulle gomme. La Michelin ha portato altro nuovo materiale, dopo quello che già venerdì, nelle libere, gli aveva fatto provare. «Loro si fidano di me, vogliono sapere come vanno certe soluzioni e così ho accettato di rimanere una mezza giornata in più. Certo non è bellissimo lavorare per gli altri, ma alla fine è un lavoro che dà un vantaggio anche a me. Quindi, lo faccio volentieri. Una volta magari si poteva giocare un po' con le risposte. C'era qualche pilota che diceva che una certa gomma non andava, poi a sorpresa se la faceva dare soltanto per lui. Adesso no: se dici che una cosa non va non la portano semplicemente più».
Quelle portate ieri in pista dalla Michelin, in ogni caso, sembrano essere andate abbastanza bene. Perché dietro uno strepitoso Nicky Hayden, che ha piazzato due giri da pole position di GP con la stessa gomma da qualifica, si è affacciato proprio Valentino e dietro di lui il compagno alla Yamaha, Colin Edwards.
Tra una manciata di cadute senza conseguenze registrate sulla pista ceca, il giapponese della 250 Yuchi Takahashi ha preso una gran botta alla schiena ed è stato tenuto a riposo per quasi tutta la giornata.
Filippo Falsaperla