IL PROTAGONISTA
«Sono il più bravo perché mi diverto»
Il credo di Vale: «Sorpasso, derapo e non penso più a niente»
DAL NOSTRO INVIATO
SEPANG - «A pensarci bene, neanche il mio babbo ci avrebbe scommesso. Due titoli di fila subito con la Yamaha... e invece è successo. Due esperienze incredibili e diverse. L’anno scorso è stata un’impresa differente da tutte quelle che avevo realizzato prima. Indimenticabile, una sorpresa, tanto che alla fine tutti avevano detto che li avevamo presi in contropiede.
« Quest’anno invece erano tutti pronti, i team, i piloti, le moto, lì belli carichi e agguerriti per prendersi la rivincita. Io però li ho battuti ugualmente, anzi forse più nettamente dell’altra volta. Vuol dire solo una cosa: abbiamo fatto un gran job , siamo i più bravi. Stop.
«Certo, la gloria personale è bella, ma io sono contento anche del fatto che, in appena due anni, la Yamaha è arrivata al livello della Honda. La ragione? Semplice, e non è un segreto: io ho dato a tutti una grandissima motivazione per fare meglio e la Yamaha ha lavorato al 100 per cento smentendo i luoghi comuni del passato sulla sua lentezza. Adesso la Yamaha ha una mentalità vincente, tutti in azienda e nel box vogliono vincere. Questo è il mio più grande merito.
«Sette Mondiali sono tanti, il numero sulla maglietta non ha bisogno di spiegazioni, voi cosa dite? Però non pensiate che ci abbia preso l’abitudine. D’accordo, nel ’97, quando ho vinto il primo titolo, tutto era molto differente, ma il gusto, credetemi, non è certo inferiore adesso. E poi c’è anche questa storia dei cinque Mondiali di fila tra 500 e MotoGp. Mica male. Senza contare che ho raggiunto uno come Mick Doohan.
«Mick, devo dire la verità, ultimamente ha un po’ cambiato idea su di me, ma in passato ha sempre cercato di ‘‘rubarmi’’ i due campionati in 125 e 250. Lui, quelle, non le considera vittorie... A parte questo, però, io ho un gran rapporto con lui, mi sta molto simpatico, penso sia un mio tifoso e alla fine, se non sarà contento, secondo me non sarà neanche scontento. In fondo, lo ha eguagliato uno che se lo merita, questo lo sa anche lui. E io sono doppiamente felice perché avevo il suo stesso team, cioè degli obblighi in più, e ho dimostrato di essere all’altezza.
«Sì, lo so cosa direte adesso. Ti ricordi quando, vinto il primo Mondiale in 500, dicesti che non avresti mai raggiunto Doohan? Be’, ragazzi, che cosa vi devo dire? Quando sbagli queste previsioni va sempre bene! Il fatto è che sono cresciuto tanto, adesso sono un pilota migliore che nel 2001, e poi c’è la Yamaha.
«Ora lo dovete proprio sapere: il team, Davide Brivio, gli ingegneri, tutti qui dentro mi danno sempre una nuova voglia di correre, motivazioni sempre più forti e, soprattutto, mi fanno passare lo stress. È stato così anche stavolta. Bisogna essere forti e tranquilli nei momenti duri. Io, con la Yamaha, ne sono capace.
«Dice, lo stress. Be’, io tutto questo stress riesco a controllarlo anche con la grande passione che ho per la moto. Io vado, corro, mi diverto, mi piace sorpassare, mi piace derapare, mi piace lottare con gli altri. Quando faccio questo non penso ad altro. Ed è per questo che continuo con lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato.
«Classifiche? Va bene, lo so che vi piacciono. Allora, il momento top della stagione è stato il Mugello. Un giorno magico che non scorderò mai. Il momento chiave invece è stato in Francia, perché dopo che in Cina avevo vinto sul bagnato, a Le Mans ho finalmente risolto i problemi sull’asciutto.
«Voi poi vorreste anche che vi dicessi se c’è un sorpasso che fotografa la stagione. Sinceramente, faccio fatica a trovarlo, sapete com’è, ne ho fatti molti, e a tutti quelli che mi capitavano vicino... Sicuramente quello di Jerez su Gibernau è stato importante, ma forse ancora più significativo non è stato un sorpasso ma quando a Le Mans Gibernau mi era dietro, pensava di battermi e invece io l’ho tenuto dietro con quell’ultimo giro incredibile...
«Momenti peggiori? Già, ci sono anche quelli... In Portogallo, quando avevo 12’’ di svantaggio a metà gara e non capivamo perché, e in Cina. Li è stata dura rimanere calmo, ma sono stato bravo a tenere botta e ho messo pressione agli altri anche quando non ero al 100 per cento. Poi, quando ho capito e risolto i problemi della mia moto, non ce n’è stato più per nessuno. Se io sono a posto e guido come voglio, sono il più forte.
«Avversari peggiori? Volete proprio saperlo? Allora: Capirossi è uno tosto e con quelle gomme fa davvero paura. Ma sicuramente quello più duro è stato Gibernau, sì, soprattutto nei test invernali...
«L’anno prossimo arriverà Pedrosa, dicono che sia il nuovo Rossi. Secondo me gli ci vorrà un po’ di tempo per imparare. Di certo non mi darà una motivazione in più. Per me lui sarà come Gibernau, Biaggi, Capirossi e tutti gli altri: un’altra moto da battere, come faccio da un po’. Anzi, ora che ci penso sono dieci anni che ottengo bei risultati...
«Anche Biancaneve e i sette nani saranno contenti. E, per favore, almeno oggi non chiedetemi ancora di quella cosa, quella là, com’è che si chiama, Formula 1? Non so cosa sia».
al.p.
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