MILANO, 24 ottobre 2005 - Quando Valentino Rossi, due anni fa ad aprile, provò improvvisamente la Ferrari di F.1 sul circuito di Fiorano, furono in molti, sulle prime, a manifestare una certa incredulità. Addirittura, i notiziari tv e radio del mattino mandarono i loro inviati sul posto a vedere. Perché la notizia aveva il sapore beffardo di un pesce d’aprile. Solo dopo qualche ora ci fu l’esplosione mediatica, con l’ufficializzazione al mondo che il più celebrato campione moderno del motociclismo aveva deciso il gran salto sulle 4 ruote. Michael Schumacher si era recato nel pomeriggio ad assistere a qualche minuto di test, intrattenendosi cordialmente con Valentino: il primo scambio di battute, in tuta, fra due miti.
Mai, però, Rossi avrebbe potuto immaginare che a Schumacher sarebbe venuta la voglia di fare il percorso inverso. Ossia di provare una moto da GP. Michael (che possiede una Ducati Monster e ha fatto parecchi raid sulle "route" degli Stati Uniti, guidando la sua Harley-Davidson) ha maturato questo desiderio in totale segreto, non mettendone a conoscenza neppure le persone più vicine. Poi, però, ne ha dovuto parlare. Per organizzare. E ovviamente si è dovuto consultare con i vertici della Ferrari. Partendo da Jean Todt, che è il responsabile delle corse del Cavallino oltre che il suo più fidato confidente. E Todt, saggiamente, gli ha consigliato, in ogni caso, di togliersi lo sfizio della moto a Mondiale di F.1 concluso. Appunto.
Adesso che la F.1 ha chiuso le ostilità ed anche i suoi impegni con la Ferrari si sono esauriti ieri con la festa al Mugello, Schumacher è totalmente libero. Per quasi cinque mesi potrà fare ciò che desidera, perché la stagione 2006 scatterà il 12 marzo in Bahrain. Un solo vincolo, alla sua pazza idea. Quello di provare su una pista familiare, meglio se di proprietà della Ferrari. Il Mugello. Detto, fatto. Stamane il sette volte campione del mondo di F.1 salirà sulla Ducati MotoGP. La moto di Loris Capirossi e Carlos Checa, la "rossa" che viene costruita a Borgo Panigale, a una cinquantina di chilometri da Maranello. Una continuità motoristica sul filo della via Emilia, in quella pianura padana che da sempre è fucina di una tecnologia raffinatissima che neppure i cinesi riuscirebbero a copiare.
Perché la Ducati? Per la comodità e per il fatto che, in qualche modo, è una Ferrari a due ruote. Stesso colore: rosso. Stesse gomme: Bridgestone. Stesso sponsor: Marlboro. Stessa elettronica: Magneti Marelli. Stesso carattere sanguigno, passionale. Stessa clientela elitaria, desiderosa di impadronirsi di un’eccellenza meccanica che solo l’Italia sa produrre. Stesso pubblico caldo, appassionatissimo. Tante assonanze, tante coincidenze che saranno un conforto in più per Schumacher nel test che - tempo permettendo perché non è il caso di sfidare troppo la sorte - effettuerà stamane.
Un atto di coraggio grande, quello di Michael. Perché una MotoGP è un mezzo di soli 148 kg, in cui la potenza del motore desmo a 4 cilindri di 1000 cmc è di circa 250 cavalli e viene scaricata a terra sulla ruota posteriore. Una. Ma mentre con una Ferrari F.1 l’errore in qualche modo è consentito perché c’è la scappatoia delle vie di fuga e l’emergenza del testa-coda, con una moto da GP gli sbagli sono vietati nel modo più assoluto. Pena la possibilità di incappare in una caduta. Schumacher, curioso sino all’inverosimile, farà quindi ciò che nessun altro del suo livello aveva mai osato.
Già questo gli vale una lode e lo differenzia da tutti. Dapprima guiderà una moto stradale e una SBK, poi (forse) salirà sulla Ducati GP biposto condotta dal professor Randy Mamola, tornato ieri sera in tutta fretta dalla Turchia. Quindi condurrà la Ducati Desmosedici sugli impegnativi saliscendi del Mugello, con tante curve insidiose, anche in contropendenza. O dalla traiettoria cieca. Ma in questo Michael sarà aiutato dal fatto di conoscere benissimo il circuito, complici i numerosi test effettuati con la Ferrari. Schumacher ha chiesto alla Ferrari (che ha messo a disposizione l’impianto) ed alla Ducati di poter girare a porte chiuse. Senza pubblico. Tra l’altro, non dovrebbe avere marchi nè sulla tuta nè sulla carenatura della moto.
Una prova tutta sua, per cimentarsi in qualcosa di affascinante e difficile. A differenza di Rossi, le cui ambizioni di arrivare alla F.1 sono evidenti, Schumacher non sogna di lasciare la F.1 per entrare nella MotoGP. Anche se ieri sera, al termine dell’incontro di calcio giocato a Padova con la Nazionale piloti, ha fatto una battuta: "In moto io? Perché no, credo sia naturale. Se Valentino fa i test con la Ferrari, io potrei un domani correre nelle moto..." In realtà Michael vuole solo vedere, scoprire, capire. Toltasi la curiosità, farà i bagagli e tornerà nella più familiare Fiorano. Per far provare domani, sulla Ferrari triposto, l’emozione della F.1 a familiari e amici selezionati. Un ultimo brivido, poi le vacanze cominceranno davvero. E Schumacher avrà qualcosa in più da raccontare ai suoi bambini, davanti al camino del suo chalet in Norvegia, aspettando il Natale.
Pino Allievi
http://www.gazzetta.it/Motori/Formula1/ ... cati.shtml
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