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Paura per Rossi: «Ho esagerato»
Cade in prova, ma ha un piano per la rimonta: «Da quindicesimo a quinto»
DAL NOSTRO INVIATO
VALENCIA - Per chi avesse ancora dei dubbi, c’è sempre un motivo per seguire una corsa di MotoGp, anche se il titolo mondiale è già stato assegnato da un pezzo. Prendiamo oggi. Alle 14, quando al circuito Ricardo Tormo pieno di sole, gente e vip come Michael Jordan si spegnerà il semaforo rosso per l’ultimo Gp della stagione, molto dietro a Gibernau in pole, a Melandri secondo, ad Hayden terzo, ai ducatisti Checa e Capirossi quarto e settimo, a Biaggi quinto, e dietro pure a Edwards, Barros, Nakano, Tamada, Hopkins, Hoffman, Elias e Aoki, Valentino Rossi partirà quindicesimo, in quinta fila. Mai così a handicap da quando è nella classe regina (a parte il Qatar 2004, ma lì era stato penalizzato), pure un po’ malconcio fisicamente, il Dottore cercherà oggi una delle sue più grandi imprese. Vincere magari no, «quello sarebbe una cosa mostruosa». Però «arrivare nei primi cinque partendo quindicesimo non sarebbe male».
Com’è potuta accadere una cosa simile? Semplicemente con un errore da comune mortale alla curva 9, a 12’ dalla fine delle prove. «Ho esagerato. Avevo la gomma da tempo, ho tirato troppo. Dalla telemetria si è visto che ho frenato 8 decimi più tardi. E la moto è partita». Partita, in realtà, è dire poco. La Yamaha biancorossa, lanciata in terza marcia a 180 all’ora, è volata via impazzita scavalcando le protezioni, e a Valentino è andata bene che lui invece è rimasto lì in zona riportando «appena» una contusione al gomito e alla gamba destra e un’abrasione al mento.
Il Dottore è rimasto un attimo seduto nella ghiaia, tra lo stordito e il perplesso, scuotendo il testone dentro il casco nuovo decorato di animali, una specie di zoo esotico viaggiante che dovrebbe evocare le ferie imminenti. Poi, zoppicando un po’, si è fatto portare ai box in motorino ed è zompato con la tuta spelacchiata sulla moto numero due («Non allo stesso livello dell’altra»), ma non è più rientrato in partita. «Ho fatto un bel volo, è stato un errore di guida. La botta al gomito dà fastidio, ma ora sto bene».
Già, infatti sorride tranquillo, si fa fotografare con Giorgio Faletti che indossa un cappellino Ducati e affronta il solito delirio di folla (Valencia è come Barcellona e il Mugello) con il solito spirito di sopportazione. Ma da qui a pensare di vincere, e eguagliare il record assoluto di 12 vittorie in una stagione di Mick Doohan, ne passa: «Sarà molto difficile, anche se al mattino avevo un buon passo. Bisognerà partire bene, ma qui è dura sorpassare e poi le Honda di Gibernau, Melandri e Biaggi vanno molto meglio».
Sono loro - insieme all’ottimo Checa che potrebbe con un colpo di teatro delle ultime ore restare in Ducati bruciando un Gibernau che gioca, e rischia, su due tavoli (l’altro è la Honda del team Pons) - i quattro dietro cui Vale non disdegnerebbe di arrivare.
Ma se Gibernau continua a raccontarsi che «in fondo quest’anno sono stato quasi sempre il più veloce, sono mancati solo i risultati», Melandri e Biaggi non si fidano. «Vale sarà ancora più pericoloso, non guarderà in faccia nessuno», dice Marco, che si gioca con Hayden il posto di vicecampione. E Max, ostentando tranquillità nonostante il suo futuro sia nebuloso (al momento non ha una moto per il 2006), sorride: «Ha un ottimo passo. Se parte bene ed è sesto o settimo dopo due curve, poi se la giocherà». Perché Rossi spaventa anche quando parte dietro Aoki. E ha sempre un motivo per farsi guardare.
Alessandro Pasini
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