Dai, che l'ho accorciato, leggetelo!!
:o
[size=9]Rimane l’amaro in bocca dopo questo primo Qatar. Non per il meritevole vincitore, ma per il contorno in cui tutto si è svolto, si è sgretolato….lentamente.
Un grande giro di moto molto potenti. E di un’altrettanto potente pecunia.
E intorno, il deserto.
Niente pubblico sugli spalti, niente tifo, niente colore, niente calore, se non quello asfissiante della regione.
E quello cocente per la delusione di non vedere un italiano sul podio.
Peccato.
Anche se la speranza è l’ultima a morire, la sua fiamma si era spenta ancor prima della partenza di questa 13° gara. Rimaneva solo quella strana fiducia, piccola e nascosta, che si conserva inconsciamente quando si ha la consapevolezza che esistono le favole.
E i maghi. Buoni.
Ma, purtroppo, anche le streghe cattive….
Viene da chiedersi se quella gigantesca macchina delle competizioni, e della Competizione in generale, sia stata creata da uomini… o da automi.
E viene da chiedersi se, ad ogni costo e per qualsiasi ragione, sia il mezzo a dover prevalere sull’uomo, sia la fredda ragione a dover crocifiggere la magmatica passione che porta l’uomo a tendere a quel “quid” che non si raggiungerà mai, ma che vale la pena di inseguire…
Viene da chiedersi quanto paghi un atteggiamento ottuso e volutamente provocatorio, quando le fondamenta dello spettacolo sono proprio quei rari rivoluzionari che stravolgono sistematicamente le regole del gioco.
Fino a che punto sia morale spostare drasticamente in avanti il limite tra la pressione sopportabile e l’ansia insostenibile.
E fino che punto sia lecito spingere il confine tra la correttezza, che nobilita l’uomo, e la ripicca, che lo uccide.
Perché non è forse più facile mascherarsi da paladini della giustizia e combattere ciecamente nel nome di una giustizia suprema (creata e gestita dagli stessi uomini) che non ammettere le proprie colpe e combattere contro i propri fantasmi…?
Perché non è forse più comodo celare un eccesso di pignoleria sotto le spoglie di correttezza, la stessa che, molte volte, si è preferito trascurare, che ammettere qualcosa di più sottile, qualche scelta non felice che risulta difficile da ammettere, ma che più volte è stato facile cogliere…?
Forse.