IL NUOVO VALENTINO. Domani motomondiale a Jerez: Rossi
parla delle attese di vittoria e di un campione ormai cambiato
"Sveglia presto, la fidanzata
E a sera sul divano vedo la tv"
dal nostro inviato BENEDETTO FERRARA
JEREZ - Ragazzi, Valentino ha cambiato vita. "No, aspetta, diciamo che l'ho cambiata giusto un po'". Tramonto rosso oltre il paddock. Qui, dentro l'hospitality Yamaha, stanno ancora finendo di montare il tutto. Pannelli giganti griffati Fiat, gente che viene e che va coi martelli in pugno.
Allora, Rossi, dicevamo che nella sua vita ci sono un sacco di novità. Gli orari, per esempio.
"La grande notizia è che ho scoperto la mattina. Cosa a me abbastanza sconosciuta".
Clamoroso.
"Beh, anche io cresco, e ora se mi perdo i colori della mattina ci resto pure male".
Logica dice che si va a letto prima.
"Sì, è finita l'era del tirare tardi per forza".
C'è un motivo preciso?
"Ce ne sono alcuni".
Vediamo.
"Tanto per cominciare, visto che sono fidanzato con Arianna, non ho più bisogno di andare a caccia tutte le sere come facevo prima".
Poi...
"Poi la vita è cambiata anche per molti miei amici. Siamo tutti più grandi".
Ma sempre ragazzi, però.
"Sì. Ma ho l'impressione che dopo i ventincinque uno cominci ad apprezzare altre cose".
Tipo?
"Un bel divano sistemato davanti alla tv".
No, impossibile: Valentino è diventato un pantofolaio?
"Non esageriamo. Però ogni tanto va bene: divano, televisione, un po' di relax".
Ma la tv per vedere cosa?
"Molto sport. Oppure la Gialappa's. Sono dei fenomeni. Il resto meglio lasciar perdere".
E così Rossi viaggia su altri orari. E si sveglia alle...
"Beh, più o meno alle dieci e mezzo".
L'alba, praticamente.
"Dai, è un passo avanti, prima mi svegliavo sempre all'una".
A parte i week-end di gara.
"Sì, in questo caso mi devo svegliare alle otto e mezzo. Ultimamente la cosa stava diventando un vero problema. E' anche per questa ragione che ho cambiato i miei ritmi".
E noi cambiamo argomento. Rossi, che ne pensa di vallettopoli?
"Che forse mi è andata bene".
Nessuna foto compromettente di Valentino in circolo?
"Spero di no. Di sicuro io ho sempre cercato di evitare locali e ragazze a rischio".
Esiste una mappa dei luoghi e delle donne pericolose?
"Non lo so, ma non è difficile immaginare che ci sia sempre qualcuno pronto a costruire da zero una storia per metterti in mezzo come è successo a Melandri, Totti e Gilardino, per esempio. Sono contento che sia venuto fuori tutto perché si stava esagerando. Questa faccenda sembra un film: ricatti, minacce, invenzioni. Spero che d'ora in poi cambino le cose".
Come?
"Che si inizi a rispettare la privacy della gente".
Sarà mai possibile?
"Beh, qui prima si creano i miti e poi si cerca di distruggerli. Non è mica normale. Non è che se sei ricco e famoso sei per forza uno stronzo e allora ti devono rovinare la vita".
A proposito di vita: qui c'è un mondiale perso alle spalle e cinque gare senza vittorie. Come la mettiamo?
"Che si lotta per tornare a vincere".
Che dice: hanno goduto in tanti quando Hayden ha alzato le braccia la cielo?
"Tutti quelli che ho bastonato negli ultimi anni. E poi gli invidiosi, che non mancano mai, ma questo fa parte del gioco".
Sì, però adesso dominare sembra più difficile.
"E' vero, ci sono più moto competitive e più piloti in grado di lottare per i primi posti".
Già, tutti questi ragazzini terribili: Pedrosa, Stoner...
"No, aspetta con questa storia dei ragazzini, perché sennò sembra che io sia vecchio".
Sarà per via di quel divano.
"Ma in pista sono sempre lo stesso. Sono il più veloce. E poi ho ventotto anni, il che significa che, se ne ho voglia, per almeno altri cinque anni potrei correre ai miei livelli".
Sembrano lontani i tempi in cui i rivali si chiamavano Biaggi e Gibernau.
"Con loro avevo problemi anche fuori dalla pista. Ci stavamo antipatici. Coi miei avversari di adesso c'è solo una rivalità sportiva, anche se a volte mi frega il carattere: faccio una battuta e i giornali ci montano una polemica".
Cambi generazionali.
"Sì, diciamo che Pedrosa e Stoner rappresentano per me quello che ero io per Biaggi e Gibernau".
Rossi, parliamo della nuova moto. Come va la vostra storia?
"Benissimo. E' molto meglio dell'ultima ex, la M1 del 2006. E' vero, in Qatar sono arrivato secondo ma di più non potevo fare. Stiamo lavorando sulla potenza".
La Fiat ha fatto sapere che la sua Yamaha 800 cambierà vestito almeno quattro volte, in questo mondiale. Le piace l'idea?
"Non lo so, vediamo. Io a queste cose ci tengo molto e credo che uno non dovrebbe mai decidere prima questo genere di soluzioni".
In che senso?
"Io dico: prima ci facciamo venire l'idea e poi la mettiamo in pratica. Perché se poi annunci una cosa del genere e non ti viene l'idea giusta è un bel problema. Vabbé, vorrà dire mi spremerò le meningi".
Rossi, non è che per caso, vista la sua vocazione creativa, alla fine le verrà voglia di lanciare una linea di moda tutta sua?
"No, assolutamente no. Quello è un settore che non fa per me. Mi limito a fare il testimonial e non chiedo di più. E poi ora penso a correre".
In moto e anche nei rally, giusto?
"Il rally mi diverte molto. L'ultima volta è andata bene e quindi a fine stagione avrò una nuova occasione per correre, in Inghilterra".
Cos'è che l'attira di più di questa nuova sfida?
"L'avventura. Il fango. Il fatto che tutto è meno patinato, più duro, più ruvido. Più tosto".
La solita ricerca di emozioni, no?
"E' quello che amo di più. Anche per la musica funziona così. Devo cercare, scoprire, esaltarmi... ".
Spesso guardando al passato. Più o meno un anno fa ci aveva parlato dei Pink Floyd. E adesso?
"Adesso ho scoperto gli Ac/Dc. Che roba".
Hell's bells, Highway to hell: amplificatori in fiamme.
"Fortissimi".
E australiani, proprio come Stoner, fortissimo anche lui, in Qatar.
"Ha fatto una gara perfetta. Ma stare dietro alla Ducati su quella pista era impossibile".
Il ragazzino ci sa fare.
"Guarda che in Qatar ero io quello che sembrava il ragazzino con la moto del team satellite: sai, quello che in curva fa il fenomeno e poi prende paga sul rettilineo. Ma va bene così, siamo solo all'inizio".
Di una stagione dove non è più possibile sbagliare.
"La concorrenza è forte, ma io sono pronto a lottare".
Obiettivo: mondiale numero otto.
"Certo, ma intanto dico: obiettivo arrivare alla fine con più di trecento punti, così come sono riuscito a fare sette volte in undici stagioni".
E poi c'è sempre quel divano che aspetta.
"Sì, ma sia chiaro: niente pantofole, almeno per ora".
(24 marzo 2007)
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