16/7/2008 - ESTINZIONI DI MASSA: COLPA DEL SOLFURO DI IDROGENO
L'evoluzione puzza di uova marce
Un gas letale figlio dell'effetto serra riscrive la storia del pianeta Terra
GIORDANO STABILE
L’alba sul Pianeta, 263 milioni di anni fa, avrebbe fatto felice solo la fantasia di qualche scrittore di libri dell’orrore. Il cielo, denso di vapori, è verdastro, la luce del sole filtra appena. Dall’acqua stagnante dei mari in putrefazione si levano esalazioni mefitiche: una nebbia di solfuro idrogeno, dall’inconfondibile odore di uova marce, che si allarga verso terra. Nuvole dense di piogge acide si scaricano sulle coste, e sempre più verso l’interno, uccidendo piante e animali. Sono i frutti di un micidiale effetto serra che ha fatto sciogliere e liberato quantità enormi di metano dal fondo degli oceani; il caldo uniforme ha bloccato le correnti che rimescolavano e riossigenavano le acque, i batteri in grado di vivere senza ossigeno hanno fatto il resto, nutrendosi dell’idrogeno contenuto nel metano e liberando solfuro di idrogeno.
Secondo una nuova teoria - elaborata da Peter Douglas Ward, paleontologo e professore di Biologia alla Washington University di Seattle e dal biologo Mark Roth (Fred Hutchinson Cancer Research, Seattle) - non dobbiamo più biasimare l’arrivo di un asteroide di grosse dimensioni per le cinque estinzioni di massa che hanno messo la vita sul Pianeta periodicamente nell’angolo. O meglio, soltanto una di queste estinzione, quella più famosa che spazzò via 65 milioni di anni fa i dinosauri e i rettili più grossi di una lucertola, è dovuta all’impatto con un corpo celeste. Le altre sono l’effetto dei ciclici cambiamenti climatici e, soprattutto, questa è la novità, le impreviste combinazioni chimiche che ne derivano. Di queste una, appunto il solfuro di idrogeno, ha proprietà tali da indirizzare l’evoluzione verso una o l’altra direzione.
Ward è stato messo sulle tracce del solfuro di idrogeno da quella che chiama una «cicatrice biochimica». L’H2S è un gas dalle proprietà particolari. In quantità e concentrazioni adeguate è in grado di uccidere qualsiasi essere vivente che usa l’ossigeno per i processi energetici. «Ma in piccole quantità – spiega il biologo – può indurre uno stato di ibernazione, di vita sospesa, che consente a un organismo di superare uno stress estremo». Il fatto è che nei mammiferi, e anche nell’uomo, l’organismo ha imparato a usare il solfuro di idrogeno per autoindursi lo stato di ibernazioni in caso di choc o gravi danni. «Uno degli effetti del’H2S è quello di ridurre la concentrazione di ossigeno. Il corpo brucia meno, rallenta fino a una morte apparente. In quello stato può cercare di riparare i danni, per esempio, di un infarto».
La cicatrice biochimica si è formata durante l’evoluzione, proprio durante le estinzioni di massa. Alcuni individui che avevano la capacità di ibernarsi, se sottoposti a bassi dosaggi di solfuro di idrogeno, sono sopravvissuti in quella condizione abbastanza a lungo, finché la concentrazione del gas nell’aria è tornata a livelli accettabili. La loro specie è così passata indenne sotto il colpo di scopa dell’estinzione di massa e ha continuato a evolversi, mantenendo la reattività all’H2S. Ma quali specie? La quarta estinzione, la più terribile - che 263 milioni di anni fa cancellò il 90% delle specie - ha rallentato di qualche centinaio di milioni di anni l’avvento dei mammiferi. Sul finire del Permiano si stavano già affermando rettili a sangue caldo, precursori dei mammiferi. Ma furono loro a patire di più l’esplosione dei livelli di solfuro di idrogeno. «La quarta estinzione ha favorito i rettili a sangue freddo, che erano meglio attrezzati a resistere alle basse temperature in stato di ibernazione, e così ha spianato la strada ai dinosauri».
Duecento milioni di anni dopo l’asteroide che si schiantò nel Golfo del Messico invertì il destino di rettili e mammiferi. «In quelle condizioni estreme, ma non condizionate dal solfuro di idrogeno, gli animali a sangue caldo erano avvantaggiati. Non avevano bisogno di scaldarsi al Sole, oscurato dalla nube di polveri sollevate dall’asteroide, per poter muoversi, cacciare, nutrirsi». I mammiferi sono sopravvissuti, i rettili no. Ma anche i mammiferi hanno mantenuto la loro cicatrice biochimica provocata dall’H2S. Una cicatrice che dovrebbe interessare, e molto, anche i medici. «Quando soccorriamo un infartuato - avverte Ward -. La prima cosa che facciamo è somministrargli ossigeno. Andiamo contro quello che fa l’organismo, che invece riduce i livelli di ossigeno e rallenta le funzioni vitali. E’ come buttare benzina sul fuoco. Forse dovremmo fare il contrario, assecondare le reazioni naturali e aumentare i livelli di H2S».
La puzza di uova marce, insomma, potrebbe essere un giorno il profumo di una vita salvata.
che ne pensi K8iraly ???