http://heavyrider.corriere.it/2014/04/0 ... elle-moto/di Stefano Marzola
In pochi possono dire di aver firmato alcune delle moto che hanno fatto la storia. Cosi sarà ricordato Massimo Tamburini, scomparso a 71 anni dopo una veloce malattia. A lui si devono capolavori come le Ducati 916 e Paso 750 o le MV Agusta F4 e Brutale ma soprattutto la nascita di Bimota.Nata come lui a Rimini, Bimota (che nel nome portava i tre fondatori BIanchi, MOrri e TAmburini) era un’azienda di impianti di riscaldamento e climatizzazione, poi riconvertita in un laboratorio capace di realizzare moto che portavano in pista e su strada l’anima di Tamburini. La prima fu la HB1, special su base Honda CB 750. La filosofia di questa prima Bimota e di tutte le successive fino a quelle di oggi è sempre stata la stessa: si prendeva come base un motore esistente, passando da costruttori giapponesi ad italiani, e si costruiva attorno qualcosa di diverso, con lo spirito del pezzo unico. Telai eccezionali e componentistica pregiata facevano delle Bimota di Tamburini delle moto apprezzate in tutto il mondo. Conclusa l’esperienza nell’azienda che aveva fondato, la storia del riminese passa prima alle corse e poi sotto l’ala di Castiglioni alla Cagiva che all’epoca guidava anche la Ducati. Qui Tamburini diventa noto fra gli appassionati di ogni continente. La prima rossa di Borgo Panigale a portare la su firma fu la Paso 750, poi 851, 888 e la 916, una delle moto più amate di sempre. Poi, con Castiglioni è passato in MV Agusta disegnando la F4 e la Brutale.
Tamburini aveva una mano unica nel disegnare le moto ma anche un genio raro nell’inventare soluzioni che hanno fatto scuola. Le frecce anteriori integrate negli specchietti e gli scarichi sotto la sella sono solo due degli elementi che lui ha introdotto e gli altri hanno copiato e utilizzato fino ai nostri giorni.
Ciao Massimo. E grazie.
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METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO