Rischio epidemie: una lotta contro il tempo
Soccorritori trasportano un corpo estratto dalle macerie presso Colombo, nello Sri Lanka
Lo tsunami ha devastato città e villaggi e centinaia di cadaveri giacciono insepolti. L'Oms lancia un drammatico allarme: se gli interventi non saranno immediati, le malattie potrebbero mietere altrettante vittime
Il numero dei morti accertati dopo il maremoto che ha colpito domenica il Sud-est asiatico sale di ora in ora e sia avvicina sempre più a 100.000. E in questa situazione i soccorsi sono drammaticamente urgenti. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato l'allarme: se gli interventi non saranno tempestivi i morti per infezioni o epidemie potrebbero essere pari a quelli causati dallo tsunami.
Secondo il medico dell'Oms David Nabarro è indispensabile inviare subito alle popolazioni colpite medicine e acqua pura. «Esiste certamente la possibilità che si possano avere altrettanti morti per malattie trasmissibili di quanti ne sono stati provocati dallo tsunami», ha detto Nabarro durante una conferenza stampa a Ginevra.
Le organizzazioni internazionali e i singoli stati stanno moltiplicando gli invii di aiuti d'emergenza, - vaccini, antibiotici, disinfettanti in polvere per la potabilizzazione dell'acqua, sali per la reidratazione orale, per il trattamento della diarrea acuta - ma quella che si profila è una lotta contro il tempo, prima che l'inquinamento dei pozzi e la rottura delle fogne inneschino malattie come colera, tifo, salmonella, epatite e leptospirosi.
Il maremoto ha devastato città e villaggi e migliaia di cadaveri giacciano insepolti. Per scongiurare l'insorgere del colera, le autorità hanno inviato nelle aree colpite volontari muniti di megafoni che raccomandano di seppellire o cremare nel più breve tempo possibile i corpi umani e le carcasse di animali e di far bollire l'acqua, sia quella dei pozzi sia quella che esce dalle tubature ancora funzionanti, perchè la rete di distribuzione può essere stata danneggiata dal maremoto.
L'acqua è la maggiore preoccupazione a detta del direttore generale dell'Unicef, Carol Bellamy, che ha ricordato come sia indispensabile evitare l'insorgere di epidemie che sarebbero fatali anche per migliaia di bambini.Nei paesi più duramente investiti dallo tsunami, come India e Indonesia, si procede con l'aiuto di ruspe a interrare rapidamente i cadaveri, in molti casi senza neppure procedere all'identificazione delle vittime.
Nello Sri Lanka, ad aggravare la situazione, c'è anche il pericolo costituito dalle mine - retaggio di anni di guerra civile - dissotterrate dal maremoto, che rappresentano un ulteriore rischio per la popolazione civile e per gli interventi umanitari.