Oggi sono pro/mosso, e anche un po’ pro/sfocato.
Non faccio cagare oggi, non possono andare sempre bene queste cose, poi, in fondo è una stitica cronica.
Voi non sapete, e se voleste cercare di capire, dovreste buttare il metro solito dei sentimenti, perché altrimenti difficilmente riuscireste a misurare il bene che le voglio, e il tipo, e la forma.
Una cazzona, il termine calza, e scarpa, una cazzona stupenda.
Basta con queste smancerie, che poi mi tocca il cazziatone.
Un locale come tanti, o talmente come tanti da essere rimasto unico.
Tra macchinette da video poker e tavoli quadrati, un umanità, che non ti aspetti, intenta a parlare di nulla, unico modo per parlare di tutto. Cazzeggiare.
Immagino, io.
Immagino Ivano, con un passato da tecnico su una piattaforma petrolifera nel mare del nord, e un futuro di “bolle” secche, da vino scadente.
Erica, senza K, che non si usava a quei tempi, nome di fiore delicato, tasso alcolico nel sangue fisso, oltre i limiti di legge. Saggezza etilica, schiettezza di chi non ricorda di essere mai stato sobrio.
Il parrucco, tra poco vado, e non riuscire ad alzarsi, e “qui la gente mi conosce”, ma tanto chi se ne frega.
Poi il barista, che a Mario gli fa un baffo, camicia di jeans, e capello brizzolato, macchie di nicotina sulle dita come un tatuaggio all'hennè a forma di bocca di squalo.
Si può far passare il tempo, parlando con un ipotesi di futuro, vincendo e perdendo con una macchinetta tarocca, e bevendo poco, quel tanto che basta per aver voglia di parlare, e di ridere, e di essere allegri.
Quando rientrava all’alba, con un sorriso dolce sul viso, anche il piccione appollaiato sul lampione, ha capito, e non le ha cagato in testa, anche se lo stimolo era impellente, e l’aria fresca, e la cicca, rendevano la cosa allettante.
Dopo passa, certamente passa, e se vi sembrerà avere una voce strana, non preoccupatevi, sono quei fiori stronzi, puzzolenti che paiono volersi trombare il mondo, e impollinare l’universo, e scatenano allergie.
Se vedete topper, con un braccio mezzo scorticato, non è niente, si mordono, si scannano, e si vogliono un bene dell’anima, quei due.
Se avete visto Biancaneve sotto i nani, ditelo al tabaccazzo, vi prego, che a me vien da ridere.
_________________ adieu
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