ne posto una vecchissima, che ho ritrovato su un sito (leggendemetropolitane.it o .com o bo) .. ma se qualcuno di voi ne ha altre..
si accomodi..
L'autostoppista fantasma Alessandro Piccioni
"A notte inoltrata un tale stava guidando su una strada secondaria, quando vide al margine della carreggiata una bella ragazza che faceva l'autostop verso la sua stessa direzione. Un po’ titubante, alla fine decide di darle un passaggio. La ragazza sale in macchina silenziosamente e gli da indicazioni per riportarla a casa. Lui la riporta quindi a casa; si salutano e prosegue tranquillamente per la sua strada. La mattina dopo, rientrando in macchina per recarsi a lavoro, trova con sorpresa la giacca della ragazza, che aveva dimenticato sul sedile. Sorride, e pensa che per andare in ufficio dovrà recarsi comunque nella zona dove abita la ragazza; decide quindi di riportargliela. Giunto a destinazione, suona alla porta; gli apre un'anziana signora. "Mi scusi signora - dice il tale - ho riportato a sua figlia la giacca che aveva lasciato nella mia macchina ieri sera". "Ma…mia figlia è morta dieci anni fa!", risponde singhiozzando la signora."
L'autostoppista fantasma è di certo, almeno in Usa, la leggenda metropolitana più celebre, tant'è vero che da il titolo al primo libro di Brunvand del 1981. Esistono una infinità di varianti, anche se gli elementi-chiave rimangono sempre gli stessi. Vediamo quindi di analizzare questi ultimi. Primo di tutto notiamo che si tratta quasi sempre di fantasmi di ragazze, in genere giovani, morte a causa di un incidente stradale proprio sulla strada dove si trovano a fare l'autostop. In effetti, essendo la storia ambientata a notte fonda e, spesso, su una strada isolata, sembra difficile che una ragazza si trovi a guidare, per lo più da sola, in una situazione del genere; e ammesso che succeda, molto difficilmente acconsentirebbe a dare un passaggio ad un misterioso sconosciuto. Ecco quindi che il meccanismo funziona se al posto di guida c'è un uomo, e al posto dell'autostoppista troviamo una bella ragazza. Che paura potrebbe avere a darle un passaggio, che male potrebbe fargli?
Analizzando ancora la storia, notiamo che le autostoppiste danno sempre un indirizzo grazie al quale l'automobilista apprende in seguito che si trattava di fantasmi, e viene lasciato un segno che sembra confermare ulteriormente la veridicità di quella strana esperienza: una giacca, un orecchino… Nella maggior parte delle versioni americane è la stessa autostoppista a lasciarsi dietro una giacca o una maglia che aveva chiesto in prestito all'automobilista e che viene ritrovata posata sulla sua tomba al cimitero. Altri elementi caratteristici della tradizione come la si ritrova altrove possono essere: certe affermazioni profetiche fatte talvolta dall'autostoppista, un'ulteriore identificazione della ragazza morta grazie a un ritratto o ad una foto, e il collegamento fra l'apparizione del fantasma e un determinato incidente automobilistico che in base a quanto si dice avvenne in quello stesso giorno non lontano di lì parecchi anni prima.
Mito originario degli Stati Uniti o nato invece parallelamente in diversi paesi è certo comunque che lo stesso tipo di fantasma continua ad apparire un po' in tutto il mondo. Esistono un'infinità di versioni relative a questa storia, anche perché, è bene sottolinearlo, si è passati dalla tradizione del folklore alla cultura popolare, diventando spesso un vero e proprio topos letterario. Esistono tuttavia altre versioni che differiscono in modo significativo dai racconti della tradizione popolare: in questi casi non ci sono riferimenti a profezie, ritratti, pegni, ma il tutto si limita ad un semplice racconto sull'aver dato un passaggi ad un autostoppista che poi è scomparso misteriosamente.
Sarebbe forse superfluo, a questo punto, mettere in luce ciò che si muove dietro una leggenda del genere. È l'innata paura dell'uomo verso la morte, verso il possibile ritorno della persona morta. Non è forse per questo che sin dalla sua origine l'uomo seppellisce i suoi morti? Per la paura che essi possano tornare. È qui quindi che si basa lo sgomento che questa leggenda ci lascia, come d'altronde tutto ciò che riguarda i fantasmi in genere. Qui però non si tratta di un fantasma in genere. È il fantasma di una ragazza giovane, morta per incidente stradale, e, molto probabilmente, non per colpa sua. Ecco quindi che l'immagine della ragazza si eleva ad una accusa verso la società , una società irresponsabile che ha condotto alla morte una giovane prematuramente, negandole tutto ciò di cui avrebbe potuto godere nella sua vita. Nasce quindi nell'ascoltatore un inconscio senso di colpa da parte di tutta la società, e, indirettamente, del singolo; è qui che si fonda il coinvolgimento che suscita questa leggenda, e che non accenna a diminuire.
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Bob Dylan: un ladro di canzoni? Fabio Caironi
La storia del rock è colma di miti, di leggende, e ovviamente anche di leggende metropolitane. Una delle più affascinanti, anche se poco nota, è quella che riguarda Bob Dylan e uno dei suoi capolavori, Blowin' In The Wind. La leggenda (perché di leggenda si tratta), vuole che la canzone sia stata scritta da uno studente di high school, e Dylan si sarebbe limitato a comprarla dal ragazzo, e a renderla famosa.
Quello che segue è un frammento di un (presunto) articolo di Newsweek del novembre 1963, che attesta la paternità della canzone a tale Lorre Wyatt, studente del New Jersey.
There is even a rumor circulating that Dylan did not write "Blowin' in the Wind," that it was written by a Millburn (N.J.) High student named Lorre Wyatt, who sold it to the singer. Dylan says he did write the song and Wyatt denies authorship, but several Millburn students claim they heard the song from Wyatt before Dylan ever sang it. Dylan says he is writing a book that will explain everything. But, he insists, the explanations are irrelevant. "I am my words," he says. Maybe this is enough. "There's a lot about Bobby I don't understand," says Joan Baez, who plays princess to his prince among young folk fans. "But I don't care. I understand his words. That's all that matters."
Wyatt avrebbe suonato la canzone col suo gruppo, ad una festa scolastica, già nel novembre 1962. La canzone apparve nel marzo 1963, con l’uscita dell’album The Freewheelin’ Bob Dylan.
Dunque, un Bob Dylan agli esordi (un solo album all’attivo), sarebbe andato da uno studente di scuola superiore, avrebbe sborsato ben 1000 dollari per i diritti di una canzone e l’avrebbe poi spacciata per sua. Un po’ fantasiosa, come ricostruzione. Eppure c’è chi si è spinto oltre: Wyatt era solito fare volontariato in un ospedale di New York, intrattenendo i pazienti cantando le sue canzoni. Dylan, mentre rendeva la celebre visita a Woody Guthrie morente, il quale l’avrebbe designato suo successore, avrebbe ascoltato la canzone del ragazzo, e di punto in bianco l’avrebbe rubata.
La spiegazione di questa leggenda è molto semplice. Bob Dylan scrisse Blowin’ In The Wind nell’aprile 1962, e un mese dopo la musica e le parole furono pubblicate su una rivista dedicata alla musica folk, Broadside #6. Era una pratica comune, all’epoca. La nomea di disonesto spetta a Lorre Wyatt, il quale vide la canzone sul periodico, la suonò e la spacciò per sua. Con sempre maggior insistenza, notando il riscontro planetario di pubblico e critica che la ballata ebbe.
Per ulteriori informazioni:
http://www.snopes.com/music/songs/blowin.htm