Intervista a Max Biaggi
L’altro Max
A Montecarlo abbiamo intervistato in esclusiva Max Biaggi. Ritratto di un personaggio autentico, sensibile, che ama il proprio lavoro e ha tanta voglia di vincere. Un'intervista, che ci ha aiutato a tracciare un profilo assolutamente trasparente di un Max diverso, più maturo e convinto di sé
Questa mattina siamo partiti presto. Ci attende un lungo viaggio destinazione Montecarlo, dove incontreremo Max Biaggi prima della sua partenza per i test in Malesia.
Pernottiamo a Cannes e la mattina seguente ci rechiamo all’appuntamento in un locale tranquillo della splendida cittadina monegasca, sempre magica ed accogliente.
Molte domande attendono l'ignaro Max; contiamo anche sull'effetto sorpresa, sempre vincente in casi come questo.
È il giorno dell'intervista.
Arriviamo un po' prima nel luogo scelto. Max è un po' in ritardo ma non fa nulla, aspetteremo volentieri. Dopo poco arriva scusandosi. Ci accomodiamo e intanto, all'ingresso della saletta, appare un anziano signore, molto distinto che guarda e si avvicina a Max. “Scusi lei è Max Biaggi vero? Vorrei solo farle i miei complimenti“. Dopo una stretta di mano, cortesemente ricambiata da Max, se ne va soddisfatto.
Biaggi è davvero un personaggio fuori dal comune. Questo piccolo aneddoto ne è solo l'ulteriore conferma…
Bene, ora iniziamo davvero…
Max, un commento sulla stagione 2000.
“Ad inizio anno c'erano tante aspettative; purtroppo però non è andata benissimo la prima parte della stagione, visto che sono partito con un infortunio grave. Forse ho sbagliato nel sottovalutarlo e l’ho trascurato per svariati mesi, pensando che avrei recuperato in fretta. E' vero, ho provato a ribaltare la situazione cercando di vincere in condizioni in cui non era possibile vincere e questo mi ha portato a commettere, in alcuni casi, qualche errore.
Intanto era già trascorso metà Campionato ed io mi trovavo a metà della classifica… Poi, da quel momento è iniziata la rimonta con la bella vittoria a Brno, a cui ha fatto seguito tutta una serie di risultati positivi tra cui la vittoria dell'ultimo GP della stagione“.
Diamo un'occhiata da distanza ravvicinata alla stagione 2001…
“Il 2001 è tutto un'incognita visto che al momento non so ancora di cosa "devo parlare" e questo perché non ho provato nulla di nuovo. Proverò in Malesia tra pochi giorni, ma soprattutto mi auguro di avere “qualcosa” che funzioni nella speranza di non dover correre poi con quello che conosco già… Si tratta di fare un passo avanti: piccolo, medio o grande che sia ma va fatto, visto che, in questi ultimi due anni, la "nostra" Yamaha non è che sia cresciuta più di tanto“.
E gli avversari della nuova stagione?
“Rimangono più o meno gli stessi con Suzuki ed Honda, Roberts, Rossi e Capirossi. I primi quattro/cinque della classifica 2000 saranno poi quelli che potranno disturbare, cercando di vincere il Mondiale fino all'ultima gara“.
Voltiamo pagina. Come hai trascorso Natale e Capodanno?
“Il Natale a casa con la mia famiglia mentre a Capodanno sono stato negli Stati Uniti con degli amici italiani a vedere una gara di Supercross. Pur non essendo appassionato di questa specialità, ero curioso e devo dire che lo spettacolo è stato bello“.
Qual è stato il regalo più originale che hai ricevuto?
“Non ne ho ricevuti molti, non credere. Il più originale… vediamo non saprei. Aspetta però, è vero… la penna. Mio padre mi ha regalato una penna "scanner". Un regalo interessante, molto tecnologico. Come ho detto me l'ha regalata mio padre, lui che quanto a tecnologia è proprio zero! Certo si sarà ben informato prima di acquistarla…”.
Max, qual è in te il pensiero più ricorrente?
“Cercare di vincere al più presto. Nella mia vita c'è molto sport e quindi è chiaro che il primo obiettivo sia il risultato.
Sei amante della perfezione anche nella vita quotidiana oltre che in pista?
“Sono una persona ordinata, mi piace mettermi nella condizione di poter vivere una vita in tal senso. Amo la pulizia - senza esagerare - sono sempre stato così…”.
Una domanda particolare. Qual è lo scopo della vita secondo te Max?
“Lo scopo della vita è stare bene con se stessi e con gli altri. Vivere una vita felice è importante. A questo concetto sono legate tutta una serie di situazioni come la famiglia, gli amici ed il lavoro. Se sei felice, tutte queste cose vanno bene da sole…”.
Parliamo un po' di sentimenti, dell'amore ad esempio.
“Secondo me tutto si riallaccia un po' ad una parte della felicità. Trovare amore in qualcosa o in qualcuno significa dividere le proprie gioie, emozioni o dolori ma con serenità, senza avere la pressione di dover "onorare" ad ogni costo un momento particolare, un avvenimento. Bisogna tagliar via lo stress anche nell'amore, perché c'è anche questa componente. Non è necessario essere perfetti, sempre in "ordine" o trovare il migliore ristorante - ad esempio - per soddisfare la persona che sta con te.
Amore, a mio avviso, significa dividere giornate e momenti ma con assoluta rilassatezza, senza la ricerca di cose particolari che poi possono arrivare da sole, senza l'obbligo di dover fare o trovare qualcosa di speciale ogni volta, altrimenti poi tutto può finire…”.
Pensi che attualmente c'è spazio per le emozioni vere?
“Beh, nel mondo in cui viviamo ci sono talmente tante cose da fare che a volte l'amore viene automaticamente messo da parte. Anche con gli amici, nella società in genere le cose da fare sono infinite davvero“.
Va bene, ma le "emozioni vere" vengono fuori anche da belle gare o splendide vittorie, non credi?
“Sicuramente per me che vivo da sportivo e conduco una vita su due ruote - d'altra parte è la mia passione più grande - difficilmente cambierei una di queste emozioni con qualcos'altro“.
Cosa cambieresti nelle persone Max?
“Credo nulla. Se dovessi pensare davvero a cosa cambiare nelle persone non saprei proprio né dove iniziare, né dove finire… Anche pensandoci su molto poi alla fine forse lascerei tutto com'è! Non cambierei niente, perché se fossero tutti come vorrei ci sarebbero davvero troppe persone uguali, poca diversità, pochi svantaggi e pochi vantaggi. Meglio lasciare tutto com'è! “.
Una tua definizione di amicizia.
“L'amicizia è un sentimento profondo e per questo non tramonta mai. Amicizia è inoltre comprensione, aiuto, generosità ma il tutto senza interesse“. Ti va di raccontare una "non amicizia"? “ Purtroppo in molti e spesso si avvicinano ad una persona che ha possibilità economiche, a qualcuno più o meno noto o per semplice piacere o per tornaconto o per altri scopi. Quelle sono persone assolutamente da evitare, ti assecondano sempre ma solo e perché la loro mira è ben altra....
È importante avere degli amici Max?
“È fondamentale. E' importante individuare quelli giusti, quelli veri che non hanno doppi scopi nel frequentarti. Alla fine però, tirando le somme, gli amici più sinceri si contano sul un palmo della mano. Quindi non ce ne sono poi tanti.”
Quanto è importante la tranquillità emotiva?
“Beh, è abbastanza importante, soprattutto quando c'è una situazione complicata, ad esempio nel mio sport. La tranquillità emotiva ti consente di partire da un punto di forza maggiore e ti permette di affrontare le cose con più lucidità“ Ok, serve a concentrarsi meglio, ti fa focalizzare bene quello che devi fare e poi? “Poi sta a te. In gara, ad esempio, sai quando parti e non sai quando e come arrivi. Nella vita la tranquillità e la serenità di base ti aiutano a fare tutto meglio. Parti da una base più solida lo ripeto, dove puoi costruirci sopra qualcosa di importante”.
Una tua definizione di forza fisica ed interiore.
“Dipende quanto sei generoso dentro e da quanto puoi spendere in energia. Questa però è una situazione che vedi nel tempo, che scopri e conosci nella tua preparazione fisica che ti dà il metro per valutare fino a che punto puoi arrivare… Parlando di forza fisica, ci sono vari campanelli di allarme quando hai speso troppe energie oppure quando sei al massimo ed inizi a produrre acido lattico. Insomma quando sei arrivato "alla canna del gas" per capirci!
Conoscere bene tutto ciò, ti dà modo di misurare quanta energia hai ancora e quando sei già oltre. “Saperlo esattamente ti dà una grande forza interiore per valutare la situazione ma soprattutto per farcela attingendo a tutte le tue energie.” Un po' come quando ti sei ferito gravemente alla mano? “Sì, lì ho continuato ad allenarmi nonostante l'infortunio, sapevo che avrei potuto farcela ad arrivare a fine gara anche se non potevo prevedere in quali condizioni l’avrei conclusa. Alla fine sembravano stanchi più i miei avversari… Sono rimasto con loro fino al termine della gara, nonostante i continui attacchi per cercare di staccarmi. Ma sotto la bandiera a scacchi sono comunque riuscito ad aggiudicarmi la seconda posizione in volata, incredibile, assurdo lo so, ma così è stato.”
Torniamo alla forza interiore. In quale altra occasione è venuta fuori?
“Nel dolore del '97, quando mi ruppi la spalla nel corso del secondo GP della stagione. Ho corso ugualmente perché sapevo che quei punti mi potevano portare a lottare per vincere il Mondiale; se non avessi fatto mia quella gara in Giappone non avrei vinto quell'anno. Ho colto quel momento non solo per il Mondiale ma per me stesso, perché oggi ripenso a quella situazione, a quell'esperienza.
Argomenti molto più leggeri. Cosa pensi del Grande Fratello?
“Non l'ho seguito particolarmente. Ogni tanto accendendo la TV mi guardavo il riassunto giornaliero di ciò che accadeva nella casa. Per me si è trattato di una mossa "intelligente" per far lievitare l'audience. Forse vendere un prodotto di questo tipo, fumo più che altro, pare faccia buon gioco. Se non altro perché i passaggi pubblicitari in questa fascia sono quintuplicati. Ciò significa un notevole incremento economico… Prendendo singolarmente i vari personaggi, mi chiedo cosa possano esprimere non avendo un proprio background. Forse qualcuno è portato al ruolo, ma sicuramente è qualcosa di passeggero e basta“.
C'è un personaggio che ti è piaciuto in particolare nella Casa del Grande Fratello?
“Mi è particolarmente simpatico Pietro Taricone, perché è riuscito ad usare la propria simpatia trasmettendola al pubblico senza timore, non curandosi di sbagliare verbi o vocaboli, usando il dialetto, che fa parte di se stesso, della sua cultura e della sua vita. Un po' come molto tempo fa ha fatto un grande personaggio come Alberto Sordi che proponeva qualcosa di autentico. Alla gente piace tutto questo e poi Taricone essendo del Sud è come se, in qualche modo, avesse riscattato in una sorta di simpatica rivalsa, la gente meridionale. Ad esempio anche Marina è del sud… Il Sud come popolazione conta è vero, ma nell'economia forse non è così importante… e questo influisce sul telespettatore. Dico questo senza avere l’intenzione ovviamente di scatenare polemiche“.
Max, ti piacerebbe fare del cinema?
”Al momento non proprio. Ho avuto qualche proposta ma non ho mai accettato perché non mi sentivo in grado di affrontare una cosa che non mi facesse sentire a mio agio. Certo, se mi si offrissero qualcosa di importante, dove mi sentissi nel ruolo, perché no…“. Ti vedi in qualche ruolo particolare? ”No, non ho proprio idea, è questo che non riesco a capire. Vedremo, se un giorno qualcuno mi proponesse qualcosa di veramente allettante che dia animo alla mia fantasia, perché no!“.
Quando smetterai di correre l'ambiente ti mancherà moltissimo, ti mancherà l'odore racing, le corse e allora?
“Non ho idea, adesso non ci penso proprio. Non lo so.” Quella prova Ferrari è un capitolo chiuso, tanto per citare qualcosa di diverso? “Al momento si è chiuso, poi vedremo.”
Hai guadagnato molti soldi, quanto è importante qualche “zero” in più nella vita? E perché…
“Partendo dal concetto che i soldi non danno la felicità, è vero pure che se non li hai sei sempre "incazzato". E' la verità, meglio averli, sicuramente. Più "zeri" nella vita significa avere più possibilità, trovarsi in situazioni completamente diverse in cui, altrimenti, non avresti l’occasione di trovarti. Significa pure non alzarti la mattina sempre alla stessa ora per andare a lavorare, ma soprattutto ti dà l'opportunità ed il grandissimo vantaggio di gestire meglio il tuo tempo. Ma non possono darti la felicità, non puoi comprare tutto. Se hai questo concetto chiaro in mente gestisci meglio i tuoi soldi: devi stare comunque attento alle persone che hai attorno perché può scattare in loro l'invidia. Devi essere molto tollerante, lo stile è sempre importante…”.
La Formula di Glyme per il successo spiega che: "il segreto del successo è la sincerità, se impari a fingerla ce l'hai fatta". Cosa ne pensi? Fammi qualche esempio…
“Penso che ciò sia in parte vero… di tante persone che conosco, l'unica che si comporta un po' in modo analogo è un ragazzo che fa credere a tutti di essere scanzonato, buono, aperto, che ride e scherza sempre. A detta di molti lui in realtà non è così, visto che è ben tutelato ed appoggiato da "amici importanti" nel settore“.
Ti riferisci a qualcuno in particolare naturalmente… “Fai spaziare la tua immaginazione. Mi infastidisce l'ipocrisia di fondo nelle persone, i finti "buonisti", i finti puritani che dicono che questo o quello non va fatto ed invece poi si comportano esattamente all’opposto“.
Ti ritieni una persona sensibile Max?
“Abbastanza. E' normale che nel mio lavoro ed ambiente devo necessariamente passare sopra ad alcune cose. Correre in moto è un mestiere duro per duri ed è chiaro che quando ti trovi a trascorrere parte della tua vita e del tuo tempo nel motociclismo, perdi un po' di delicatezza e sensibilità, è così. Una persona un po' "molle" nella vita non ce la farà mai a vincere qualcosa di importante in una categoria così impegnativa e dura.” Ti ritieni un duro quindi! “Tutte le persone impegnate in questo sport sono dei duri, certo“.
Andiamo avanti. A quando i prossimi test?
“A fine mese in Malesia“ Proverai qualcosa in particolare nel corso di questi test? “Devo provare qualcosa che funzioni, altrimenti non avrò provato davvero niente. La moto sarà la stessa con qualche piccolo cambiamento, speriamo che si senta la differenza; ti ricordo che, contrariamente a quanto molti pensano, sto utilizzando la moto del '99…
Per vincere il mondiale c'è bisogno di materiale che non sia solo pneumatici e sospensioni. Qualcosa è stato fatto e spero che quest'anno si cresca ancora con Yamaha nella stagione 2001. Per quanto mi riguarda ho fatto la mia scelta un paio di stagioni fa, se le cose non dovessero cambiare, cambierò io qualcosa…
Ma sono ancora una volta fiducioso… certo è davvero l'ultima possibilità per Yamaha. E non parlo solo per me naturalmente. Quando la Honda vinceva qualche stagione fa non era la Honda a vincere, visto che le prime cinque moto erano Honda… La prima Yamaha era sesta/settima, adesso in questi ultimi due anni la Yamaha è invece tra i primissimi posti, segno evidente di un cambiamento, che tutti abbiamo fatto un buon lavoro. Ma questo non è sufficiente. Quando nei primi tre posti ci saranno tre Yamaha, allora sarà il segno tangibile che questa moto va meglio delle altre. Il passo avanti a livello tecnologico è comunque stato fatto, ma dobbiamo migliorare ancora, vedremo. Lo ripeto sono fiducioso…”.
Un breve commento su Mc Coy, Haga, Capirossi, Rossi ed il neo Campione del mondo Roberto Locatelli.
“Mc Coy ha trovato la sua fortuna nella gomma posteriore da 16,5" con cui è riuscito a fare grandi cose nel 2000 prendendo un po' alla sprovvista tutti in alcuni GP. Su certe piste è sicuramente l'uomo da battere, anche se credo che il potenziale Honda sia più alto. La sua guida può essere redditizia in alcune occasioni, ma non in tutte le gare del Mondiale. Haga non so, è un punto interrogativo. E' stato molto spettacolare in Superbike, non so cosa combinerà in 500. Capirossi ha corso un campionato sufficiente. Ha iniziato bene, ha vinto un GP anche grazie alle altrui sciagure… poi si è perso. Diciamo che Capirossi… è sempre Capirossi! Per quanto riguarda Locatelli, ha vinto un Mondiale dopo averci tanto provato. Vedremo adesso in 250 anche se Aprilia ha nei suoi progetti il solo Melandri che, a mio avviso, è meno dotato rispetto a Roberto “.
Un commento su Mick Doohan.
“Doohan era un pilota davvero forte. Ha sempre utilizzato e corso con la moto migliore e quando non lo era riusciva a metterci del suo, arrivando nei primi tre. Questa è una condizione che attualmente manca a tutti gli "hondisti". Ogni riferimento è puramente casuale, vero Max? “Appunto... Rossi, Capirossi, Barros, tutti insomma.
Un flash su Kenny Roberts…
“Roberts è un buon pilota anche se dovremmo valutare quello che ha fatto prima. Era in 500 alla Yamaha e non ha fatto nulla, poi è stato due anni in “purgatorio” alla Modenas del padre che ha preferito sottrarlo al gruppo Yamaha per varie ragioni e poi è approdato alla Suzuki con l'unica moto schierata. Lui e basta!
La sua moto migliorava sempre di più perché l'intero team era tutto per Kenny e questo gli ha consentito di vincere anche dei GP facili… La sua moto in molte occasioni era superiore comunque. Perché non rimanere alla Yamaha? Il padre di Kenny Jr sapeva bene la situazione, dopo circa vent'anni di Yamaha, era consapevole che sarebbero stati pochi gli effettivi miglioramenti“.
Altre due o tre domande curiose…
Che tipo di musica ascolti più volentieri?
“Soprattutto cantautori italiani come Biagio Antonacci, Renato Zero, Eros Ramazzotti... sì, li ascolto volentieri.“
Max, il tuo più grande pregio?
“La determinazione. Un colosso, questo lo riconosco! Vuoi sapere un mio difetto? “. No, Max! rispondo. Ti ritieni un uomo tranquillo, sereno in generale? “No, sono abbastanza agitato. Ho dei conflitti interni…”. Quelli ce li abbiamo tutti Max… “Anch'io, anche se, come hai detto tu prima, ho qualche "zero in più sul conto e qualche coppa in più…”. È umano Max sentirsi in conflitto! “Si, è molto umano.
Penultima domanda. La squadra 2001 rimarrà la stessa, cambierà qualcosa?
“Sì, la mia squadra è la stessa. Chi cambierà sarò proprio io; da quando ho acquisito questa squadra, da me volutamente richiesta, è cambiato qualcosa come l'approccio alle gare, l'armonia nella squadra stessa.
Ad esempio se c'è un problema grande che non possiamo risolvere, molto onestamente il capo meccanico viene da me e mi dice "qui devi metterci del tuo Max", senza girare intorno, cercando magari prestazioni impossibili. E non come accadeva un paio di anni fa: ricordo che il telemetrista veniva da me facendomi notare che ero particolarmente nervoso in quella giornata (osservando i dati raccolti dalla stessa telemetria ndr). Alla richiesta di una spiegazione da parte mia, mi veniva risposto che si notava dal mio modo di guidare, dal modo di utilizzare il freno, dalla pressione non costante che esercitavo sulla leva che non era quella di sempre… In realtà questa persona non andava a monte del problema, non chiedendosi perché guidavo così. L'abilità, la capacità del capo tecnico sta nell'individuare il perché di certe situazioni. Magari un errato set-up della moto o la pista particolarmente scivolosa, senza imputare tutto e subito al pilota. Secondo loro la moto era sempre a posto, capisci? Queste persone oggi sono state allontanate e le cose per fortuna sono cambiate. Se c'è un problema si deve operare per risolverlo al meglio, senza partire da presupposti errati. Quella squadra infatti ha sempre raccolto, nel corso degli anni, i peggiori risultati Yamaha…Magari vincevano team esterni come quelli di Abe, Laconi o McCoy. Capire le esigenze del tuo pilota significa partire con il piede giusto verso il risultato. Oggi nella mia squadra lavorano tutti sodo e per un obiettivo comune. Per questo ho programmato delle piccole cose che aiuteranno la squadra a fare sempre meglio. In caso di vittoria infatti, premierò personalmente i miei tecnici…”. Una sorta di "pacca sulla spalla"? “Una bella "pacca sulla spalla" è importante.”
Ultima domanda: prometti, ai lettori di Special, un posto in pit-lane o una giornata con te durante le tue prove per raccontare Max Biaggi in pista?
Che richiesta!! Vediamo… durante i week-end di gara sono abbastanza impegnato…però sì... possiamo organizzarla!
È una mezza promessa Max? “Va bene, è una promessa!”.
Max saluta me ed il fotografo ed esce dal luogo del nostro appuntamento. Rimango un attimo a pensare a tutto quello che ci siamo detti, alle domande, alle sue risposte. Penso al suo sguardo, alla sua assoluta determinazione nel sottolineare le aspettative per la stagione 2001, ormai alle porte. Senza ombra di dubbio Max ha un grandissimo potenziale, e quello che convince di più è la sua grande sicurezza nelle proprie possibilità umane e soprattutto agonistiche. Biaggi è un campione autentico, un pilota sensibile che ha imparato a difendersi nel grande ed ipercritico circus del Motomondiale. Molte delle cose lette sono solo azioni di disturbo che non hanno un fondamento reale.
Di questo, personalmente, ne sono stato sempre convinto così come lo sono delle sue doti di combattente che certo non si ferma davanti a niente e senza lasciare mai nulla al caso. Max è proprio così. Nel bene o nel male non ha paura di essere quello che è, nonostante questo gli abbia creato qualche nemico… lo sappiamo tutti. Intanto mi guardo le foto sul "dorso digitale" della macchina fotografica. Ed è "scrutando" proprio questi fotogrammi che vedo l'altro Max, quello più vero, lo stesso che oggi ho intervistato in questa Montecarlo bagnata.
Spero solo di incontrarlo presto, magari per i nuovi commenti… sul prossimo Mondiale 500.
Ciao Max.
_________________ Lo Zio Tazio
"Io vi daró tutto ... basta che non domandiate nulla!"
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