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Sepang, Malesia, 18 ottobre 2001


di Corrado Zunino, la Repubblica, 18 ottobre 2001

Il mercoledì che segue la gara della sconfitta giù tra i gabbiani di Phillip Island, e che anticipa la gara della consolazione, qui tra i peacock di Sepang, serve per stancarsi. E crollare a letto senza pensieri. Così la colazione è abbondante e carica di frutta, il massaggio dell'unico romagnolo che non sta con Valentino Rossi, il fisioterapista Marino Laghi, breve ma intenso, il carico in palestra costante. E la cena è giapponese, neppure troppo leggera. Alle nove e mezza della sera malesiana, terza settimana di là del mondo, Massimiliano Biaggi è stanco. E disposto alle confidenze: «Voliamo da un paese all'altro, cambiamo fuso orario ogni sette giorni, dormiamo a mozzichi e bocconi», racconta, «e per non sentire la lontananza da casa ci stringiamo tra di noi. Bisogna creare unione nella squadra che corre con te».

Ricambiamo fuso, Biaggi: domenica scorsa, Australia. Valentino Rossi campione del mondo delle 500 dopo la più bella gara degli ultimi dieci anni.

Nove sorpassi tra di voi, un piacere o un dolore essere coprotagonista?
«Una bella gara, ma quella dell'anno prima fu ancora più bella. C'eravamo solo noi tre italiani e vinsi io. Quest'anno Capirossi non ha mai lottato per il primo posto e io sono arrivato secondo per un centesimo, 79 centimetri. Di più non potevo fare. Con una moto allo stesso livello l'avrei raggiunto sul traguardo, ma lui ha una Honda, io una Yamaha».

Dalla prima gara lei ha detto: Rossi ha la moto superiore.
«Facciamo un solo paragone: 2000, anno dell'esordio di Rossi in 500. Honda ha un modello solo: Rossi vince due gare, Barros due, Capirossi una, un'altra Criville. Roberts, su Suzuki, quattro. E altre sei le dividiamo noi della Yamaha. Un equilibrio. Nei quattro mesi che separano il vecchio mondiale dal nuovo succede una cosa che nessuno si aspetta: Honda sforna una moto nuova e Rossi vince a mani basse le prime tre gare del 2001. Come, l'anno prima è arrivato primo solo alla nona gara e adesso domina così? Lo dicono tutti i piloti: gli hanno dato un gioiellino, lui deve solo portarlo. Era pronto da tre anni e l'hanno tirato fuori per vincere l'ultimo titolo delle 500, poi non ce ne saranno più. Hanno fatto di tutto per far vincere quella persona».

Ma al Sachsenring lei si era portato a dieci punti, Yamaha era cresciuta.
«E Honda ha riaperto il rubinetto. hanno ridato pezzi nuovi alla moto. Un bel gioco, aprono e chiudono l'acqua quando vogliono. Solo loro».

Lei in Honda c'era e con un'Honda privata ha rischiato di togliere il mondiale a Mike Doohan. Ma se ne è andato per i soldi della Yamaha.
«Come facevo a sapere che Doohan si sarebbe fatto male, si sarebbe ritirato. Rossi si è trovato lì, con la moto libera e la squadra numero uno: è un ragazzo con una sfortuna sfacciata. Nonostante tutto, non è riuscito a vincere il mondiale al primo anno, e questo è indicativo delle sue potenzialità. Il progetto Yamaha, comunque, è cresciuto. Nel '97 hanno vinto zero gare, nel ‘98 una. Da quando sono arrivato io tre vittorie nel '99, sei nel 2000 più il mondiale costruttori.

E adesso arriva la moto a quattro tempi».

Ci dà una definizione di Valentino Rossi?
«Un buon pilota che fa ancora molti errori. Non riesci a capire davvero il suo potenziale se non assaggi la moto che ha e non si può tentare il raffronto con Criville e Ukawa, hanno team inferiori. Può evitare ogni confronto: Honda non lo permetterà mai, difende la sua perla».

E di Valentino Rossi non pilota che dice?
«E' una persona estroversa, che ride di ogni cosa e a volte va sopra le righe. Non è tutto un gioco, la serietà è parte fondamentale di un professionista. Io non do mai giudizi su chi non conosco, lui ha sempre parlato in libertà pensando che tutto gli sarebbe stato perdonato».

Biaggi sembra un uomo solo e Rossi un ragazzo in tribù. E' così?
«Il suo vantaggio è quello di essere stato sempre appoggiato. Il papà l'ha messo in questo sport, quando iniziò con la Cagiva chiese l'aiuto del presidente Castiglioni. Io queste conoscenze non le ho mai avute. Sì, Rossi ha sempre corso con le moto migliori, io ho preso strade più difficili: dopo tre anni di vittorie in Aprilia andai alla Honda 250 e vinsi anche lì. Così in Yamaha 500. Ma la mia azienda ha capito la lezione: sanno di avere il pilota più veloce e non vogliono sprecare questo talento».

Ammette che patisce la pressione di Rossi alle spalle, Biaggi: è caduto tre volte.
«No, la pressione fa parte della gara. Il problema è che a volte, quando ho il fiato dell'avversario sul collo, la moto non mi consente più di sparare cartucce».

Valentino si sazia dopo la vittoria: potrebbe lasciare a 25 anni.
«Non ci credo, lo fa per giocare al rialzo. Doohan lo faceva ogni anno. I veri campioni trovano stimoli anche nel cambiare una moto, provare una Yamaha, passare a una Suzuki. Se non lo fai è perché non sei sicuro di te stesso, e Doohan non lo era».

Quanto resterà ancora in questo mondo, Biaggi?
«Cinque stagioni, un pilota è nel pieno fino a 35 anni. Mi diverto e voglio prendermi quello che mi spetta».

Che cosa?
«Il titolo mondiale, spetta anche a me».

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Ufficiale, Biaggi alla Pramac nel 2003

di g.d.s.

Il romano che ha appena lasciato la Yamaha correrà col team toscano in sella alla Honda quattro tempi. “Un sogno che si avvera”.
RIO DE JANEIRO (Brasile), 19 settembre 2002 - Max Biaggi guiderà la Honda del team Pramac nella stagione 2003 del motomondiale, classe MotoGP. Il pilota romano, che qualche settimana fa aveva annunciato il divorzio dalla Yamaha, si è legato al team toscano che l'anno prossimo avrà la Honda quattro tempi quest'anno portata ai vertici da Valentino Rossi. L'accordo tra il quattro volte iridato in 250 e il nuovo team è della durata di tre anni. “Desideravo correre con la Honda - ha detto Biaggi - la Pramac ha reso possibile questo sogno. Non vedo l'ora di cominciare l'avventura. Ho visitato già la sede del nuovo team e non ho il minimo dubbio sulla bontà della mia scelta. Ho avuto fiducia nei partner con cui mi sono sposato per le prossime tre stagioni e la mia è una grande soddisfazione”. Cosa ha spinto maggiormente Biaggi verso Pramac e Honda? “La possibilità di poter fare un team di altissimo livello e anche di ritrovare mezzi e persone con cui ho condiviso in passato parti importanti della mia carriera. Un duello alla pari con Rossi? Penso proprio di sì. La gestione tecnica? Di questo sarete informati dai responsabili del team, non posso dire altro al momento, i primi test sono in programma a fine anno, dopo l'ultima gara”.

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Biaggi: "Il nuovo telaio è miracoloso"

Max: "Andiamo bene, la Yamaha ha fatto un lavoro incredibile".

di Gianluca Gasparini

SCARPERIA (Firenze), 31 maggio 2002 - Nuova moto e subito davanti a tutti. Il clima in casa Yamaha, dopo le prime prove del GP d'Italia MotoGP, è quasi di incredulità. A partire da Carlos Checa, in pole provvisoria con la 4T di Iwata. "Abbiamo usato un telaio nuovo - racconta lo spagnolo - ed era un po' rischioso per noi. Quindi conquistare la prima posizione dopo solamente due ore è un risultato che ci stupisce, ma è incredibile il lavoro che hanno fatto alla Yamaha. Il nostro obiettivo, fin dall'inizio della stagione, era quello di lottare per la vittoria e adesso credo che siamo in grado di farlo". Gli fa eco il compagno Max Biaggi, staccato di soli 111 millesimi ma finalmente davanti a Rossi. "Mi sono trovato bene con il nuovo telaio - spiega il romano - e devo riconoscere che il lavoro che hanno fatto alla Yamaha è impagabile, visto che sono riusciti a prepararlo solo in un mese e mezzo. Abbiamo avuto un piccolo problema con la carburazione ma so che possiamo risolverlo, perché l'altra moto con il telaio vecchio in mattinata andava bene. Non so se riusciremo a tenere questi tempi in gara, ma almeno saremo competitivi". Non è altrettanto felice Valentino Rossi, davanti a tutti nelle libere del mattino e poi battuto dalle Yamaha. Ma si è consolato con la fidanzata Martina Stella, che prima è stata ai box onda e poi si è confusa tra i tifosi del fan club di Vale. "Abbiamo ancora problemi di aderenza - ha detto il pesarese -. Per tutto il giorno ci siamo concentrati sulle sospensioni e le cose sono migliorate un po'. Ma abbiamo ancora del lavoro da fare. Del resto era la prima volta che giravamo su questa pista con la 4 tempi, perciò c'è spazio per crescere"."

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Max Biaggi: "Yamaha addio"

Dalla prossima stagione motoristica il pilota italiano non sarà più in sella alla quattro tempi giapponese. Per lui un futuro sulla Ducati? Checa firma per altri due anni.

di Diego Antonelli

MILANO, 1 agosto 2002 - Se ne parlava da tempo. Da quando cioè le due parti, Max Biaggi e la Yamaha, non trovavano un accordo per la prossima stagione motoristica. Ora il divorzio è ufficiale. A parlarne è lo stesso Biaggi in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport (in edicola oggi, 1 agosto) dalla sua casa di Montecarlo."Alla Yamaha ho passato quattro anni di grandi soddisfazioni, ma senza coronare il mio sogno: vincere il Mondiale. Ciò nonostante, a me sarebbe piaciuto rimanere, ma dopo avere incontrato i vertici Yamaha e avere richiesto certe garanzie, ho capito che non esistevano più i presupposti per continuare". Non un problema di denaro, dunque, quanto piuttosto di garanzie tecniche per la stagione a venire, ossia la certezza di avere a disposizione una moto competitiva per il titolo iridato.

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"Biaggi il giorno dopo: "Che goduria"

"Battere la Honda ad Assen mi ha dato una soddisfazione immensa - spiega Max -: un gran regalo di compleanno". E ora? "Lotterò per il Mondiale fino alla fine".

di Gianluca Gasparini

ASSEN (Olanda), 1 luglio 2001 - Un bellissimo regalo di compleanno, il sogno iridato e la soddisfazione di aver battuto l'armata Honda sulla pista dove vinceva da sette anni. Sta in tutto questo, per Max Biaggi, il giorno dopo il trionfo di Assen. "Mi sento benissimo, direi splendidamente - racconta Max -. E' stata una gara bella e con un ritmo molto veloce. La gioia più grossa, a parte i 25 punti della vittoria, è stata riuscire a vincere su un circuito che amo particolarmente, riportando al successo la Yamaha dopo un lunghissimo predominio della Honda. Una soddisfazione immensa, un
successo da ricordare; anche perchè il prossimo anno la pista sarà modificata. Poi, dopo aver vinto ad Assen due volte con la 250, sono riuscito a festeggiare nel modo migliore il mio trentesimo compleanno (celebrato il 26 giugno; n.d.r. ) a tre anni di distanza. Sono riuscito a farmi un regalo particolare, cui tenevo moltissimo".L'eterna lotta con lo squadrone di Tokio esalta il pilota romano. "Chiunque guidi una Honda - dice Biaggi - si trova facilmente davanti: oggi Rossi, domani Capirossi o Barros. Essere l'unica Yamaha capace di batterli mi da una soddisfazione speciale". Rossi guida il campionato con 136 punti, Biaggi è secondo con 115 e Capirossi terzo a quota 97. Il Mondiale si è riaperto? "Non c'è nulla di deciso - sostiene Max - e tutto è ancora in gioco. Bisogna solo provarci fino alla fine. La mia moto è identica a tutte le altre Yamaha di Checa, Abe, Nakano. Eppure in pista la differrenza si vede. Ciò significa che il pilota c'è: ora mi servirebbe un aiuto tecnico per essere più competitivo. Da parte mia non mollo, ho tanta voglia di lavorare e di lottare per la vittoria".E la rivalità con Rossi, tema dominante della vigilia? "Per me la diatriba con Valentino era già finita prima di arrivare in Olanda. Sul podio ci siamo stretti ancora una volta la mano e, questa volta, è stato un gesto sportivo, non certamente plateale". Ad Assen si vociferava addirittura di un possibile "dream team" che il suo sponsor principale (tabaccaio) vorrebbe realizzare portando Biaggi e Rossi nella stessa squadra in sella a una Honda. "Questa è pura fantascienza - replica il romano -. L'unica cosa certa è che quando ci sono salito sopra la Yamaha non vinceva una gara da anni, al massimo si piazzava quinta. Ora, dopo tanto lavoro, mi sembra che le cose siano cambiate. E voglio concentrami solo su di lei e sul mio campionato".

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Biaggi: "Sembra di essere all'Aprilia..."

di Gianluca Gasparini

"Sono il riferimento tecnico per sviluppare la Yamaha 4T, come quando correvo per Noale". "Ho buone sensazioni ma la Honda resta favorita".

BOLOGNA, 10 dicembre 2001 - Contento della nuova Yamaha 4 tempi, sereno in vista del 2002 e pronto per una bella vacanza. E' stato Max Biaggi il protagonista di giornata dei tradizionali "Incontri con i campioni" della Gazzetta dello Sport. E il romano, arrivato insieme alla fidanzata Valentina Pace, è sembrato pieno di speranze per la nuova stagione al via il 7 aprile a Suzuka ed ha risposto volentieri alle domande dei tifosi e di Luca Cadalora, nell'inedita veste di moderatore insieme a Filippo Falsaperla della rosea. Il morale di Biaggi deriva dagli ottimi test effettuati con la nuova Yamaha M1 ma, soprattutto, dal ruolo di punto di riferimento tecnico che il progetto a 4 tempi gli ha assegnato. "E' un po' come essere tornati ai tempi dell'Aprilia - spiega -, quando ero io a consigliare ai tecnici quali soluzioni adottare". E poi aggiunge scherzoso: "E poi non dovrò più guidare la moto che aveva scelto Cadalora..." Le sensazioni iniziali sono comunque positive. "Sto cominciando adesso a capire la nuova moto - ha aggiunto -. E' presto per fare previsioni, ma le basi mi sembrano buone. Credo che le moto a 4 tempi entro metà della stagione saranno competitive con le 2 tempi. Ma per un giudizio definitivo bisogna aspettare ancora un po'. Ad ogni modo provare nuove esperienze mi affascina". I rivali restano sempre quelli della Honda: "Sono favoriti perché sviluppano sempre tanto le moto e sono fortissimi sull'elettronica, che noi tradizionalmente usiamo meno". Non poteva mancare, sull'incontro, l'ombra di Valentino. "E' un bravo pilota - ha detto il romano - ma i risultati che Rossi ha ottenuto sono anche dovuti all'essersi trovato nel posto giusto al momento giusto. I nostri rapporti sono distaccati, abbiamo due caratteri diversi, lui tende a interpretare un personaggio, io sono quello che vedete". Un ciao e via verso le meritate vacanze, con Valentina e un gruppo di amici che non vede da tempo per tutti gli impegni a due ruote.

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Biaggi all'attacco di Rossi.... 'Fa tutto per i soldi'....
19-03-2004
«Adesso mi diverto io»

Biaggi attacca Rossi: fa tutto per soldi e quest’anno perderà

MILANO Duecentotrenta invitati compresi due canadesi molto casual, diciotto videocassette di immagini girate per 50 tv, satelliti fuori giri, due bilici officina fuori dall’Alcatraz che adesso sembra il paddock intorno alle RC221V gialle e blu belle da mettersi gli occhiali da sole. Comincia così il mondiale del team mezzo italiano e mezzo catalano di Max Biaggi. Una squadra gigantesca, competitiva, ricca, avvelenata e per niente rassegnata allo strapotere del team Honda ufficiale Hrc, quello per cui corrono Barros e Hayden.

Sei ore di interviste, con i riflettori puntati e un caldo che ricorda Sepang. Una maratona mediatica, peggio di un gran premio.
Biaggi, cominciamo da Rossi. Vincerà anche il prossimo campionato?
«Tranquilli, non vincerà».
E perché?
«Perché per guadagnare di più ha lasciato la Honda, la moto migliore.
Sarà un campionato combattuto, ma lui non avrà il vantaggio che aveva in passato. Quando a Valencia ho usato il motore che lui aveva l’anno scorso sono stato subito più veloce di un secondo. Un secondo, capite? Un’eternità. Per lo stesso motivo, per soldi, fra poco lo vedremo in Formula Uno. Io potevo andarci, c’era un contratto pronto, ho scelto di restare qui perché questo è il mio mondo e mi accontento di quello che mi dà».
Schumi dice di correre perché si diverte. E lei? Ha mai pensato di smettere?
«Schumi non dice la verità. Corre perché vince e quando vincere sarà difficile smetterà. Io correrò ancora due o tre anni. Poi non resterò aggrappato a questo ambiente. Mi sono sempre allenato per essere un uomo normale. Non mi chiedete perché mi vedete pochissimo in televisione? La notorietà è piacevole ma bisogna restare con i piedi per terra. La vita vera è un’altra cosa e io, confesso, mi sento più uomo che campione».
Marving Hagler diceva: sono sempre un pugile, anche quando cammino per strada.
«Ecco, io invece mi sento un pilota solo quando sono in pista. Mi piace rilassarmi, fare le cose con fantasia. Per esempio con la mia moto in città vado piano. Ma piano sul serio. Certe volte mi accorgo di fermarmi cinque metri prima di uno stop. Fare una sola cosa, anche se bene, la considero un limite».
Sarà allo stadio Olimpico per il derby?
«No, perché sennò non mi fermo più. Lo vedrò con gli amici a Montecarlo. Ma la Roma deve vincere per continuare a sperare nello scudetto».
Totti o Cassano?
«Se non c’è una domanda di riserva, allora dico Cassano. Ma solo perché Totti ormai è Totti, il giocatore più forte del mondo. Cassano invece può crescere ancora e diventare un fenomeno tipo Francesco, se non come lui».
Ha mai pensato di sposarsi?
«Ah, questa è facile: mai. Il matrimonio è anacronistico. Del tutto incompatibile con il nostro tempo. Ma come si fa, un giorno, a decidere di stare tutta la vita con una persona? No, grazie. Non è per me».

(Il messaggero)

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L'ADDIO UFFICIALE - Dopo la gara, l'addio alla Honda è diventato ufficiale. Mezz'ora di conferenza stampa con Valentino Rossi e la Casa giapponese che insieme hanno annunciato il divorzio. Il team manager della HRC, Carlo Fiorani, ha spiegato che «a un certo punto della trattavia la Honda si è resa conto che il problema per il rinnovo del contratto con Valentino non erano né i soldi né gli sponsor. Rossi voleva affrontare una nuova sfida. Perciò era inevitabile che le nostre strade si separassero». Rossi, dopo aver ripercorso gli anni di collaborazione con la casa giapponese, ha tenuto a «dire grazie alla Honda. Sono stati quattro anni fantastici, molto intensi. Ho lavorato con gente speciale, alla quale comunichi quali sono i problemi in pista e loro fanno di tutto per risolverli. Adesso siccome sono pilota Honda fino al 31 dicembre, chiederò alla casa giapponese di lasciarmi libero di provare con una moto diversa dalla loro prima di quella data». Poi un sorriso, un quadro che raffigura Valentino e Ukawa e con le firme di tutto lo staff Honda è stato il commiato finale. Carlo Fiorani al termine della conferenza stampa ha detto che «se una squadra ci fará una richiesta, noi la valuteremo» lasciando quindi aperte le porte a Valentino, libero di poter provare quanto prima la nuova moto che, secondo tutte le indiscrezioni, sarà la Yamaha.

LE ATTESE DEGLI AVVERSARI - La comunicazione ufficiale era attesa soprattutto dagli altri piloti. Chi sarà il prossimo anno il numero uno della Honda? «A parole è facile dire che prenderò il posto di Rossi - afferma per esempio Max Biaggi -. Ma tra politiche varie si finisce a parlare di cose più grandi di me. Sappiamo tutti come funzionano queste cose, basta vedere Hayden, compagno di squadra di Rossi, che nelle ultime gare è andato fortissimo e sappiamo perchè. Avere oggi un motore più potente ti dá quei due o tre decimi di vantaggio a giro che ti permettono di fare bene. Questo è un vantaggio che a noi non è stato dato. Mi auguro l'anno prossimo di essere promosso a pilota ufficiale. Ho ottimi rapporti con la HRC, non ho mai polemizzato con loro. Essere supportati dalla Casa significa avere un gran bell'aiuto in più che ti rende vincente». Felice della propria stagione e già certo del futuro è invece Loris Capirossi: «Sono molto soddisfatto: la Ducati ha lavorato molto in questo weekend. Il terzo posto dietro a Vale e Gibernau è un ottimo risultato. Da domani cominciamo già con i test: stiamo giá lavorando per la prossima stagione, sono certo che faremo molta strada. Dobbiamo preparare bene la nuova moto perchè l'anno prossimo vogliamo fare una stagione alla grande»

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Raging Roman Max Biaggi has launched an astonishing attack on Honda, just ten days before he carries their hopes into the season-opening South African MotoGP. The 32-year old Italian, tipped to mount a strong challenge to arch-rival Valentino Rossi's world title, was dismissive of his chances.


"I would like to be able to say: 'Everything is marvellous, everything is fantastic,' but that's not exactly how I feel at the moment."

Biaggi is angry that his Camel Honda team have made changes to the bike so close to the start of the season, two months after similar changes were made to the factory Hondas.

"They [Honda] gave us new parts just three weeks before the start of the season. If they had been good, fine, but they created many more problems! It's not acceptable to discover these problems just ahead of the start of the Championship, unacceptable for a rider who is trying to win! I am crestfallen, truly crestfallen."

"They gave these advances to the factory team more than two months ago. Their riders [Alex Barros and Nicky Hayden] have had all that time to make them work properly. They clearly have a big advantage over satellite teams like mine that have only been given the parts right before the start of the season."

"It's not a single problem, but three! Vibrations, power transfer and lifting under acceleration. At the limit I could put up with one of those but all three, you can imagine!"

"When you have one, two, three problems, how can you put hope to put yourself at the front? Where will I be after two or three races? ."

The fiery Biaggi, a 4-times 250cc champion, has yet to win a title at full MotoGP level, and was expected to dominate the 2004 season with Rossi still getting to grips with his Yamaha M-1. However, he believes that Honda's complacency is robbing him of his best chance of championship glory.

"When you explain the problem to Fiorani [Honda's sporting director] he tells you that everybody receives the same treatment, and that it's to do with the bike settings... [raises his eyes to heaven] he tries to hide what is impossible to miss.

"The satellite riders all have difficulties, which leaves two. In my view, two factory riders will not be enough to overcome Rossi. But when will the realise it? Honda need to wake up!

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Intervista a Max Biaggi

L’altro Max
A Montecarlo abbiamo intervistato in esclusiva Max Biaggi. Ritratto di un personaggio autentico, sensibile, che ama il proprio lavoro e ha tanta voglia di vincere. Un'intervista, che ci ha aiutato a tracciare un profilo assolutamente trasparente di un Max diverso, più maturo e convinto di sé

Questa mattina siamo partiti presto. Ci attende un lungo viaggio destinazione Montecarlo, dove incontreremo Max Biaggi prima della sua partenza per i test in Malesia.
Pernottiamo a Cannes e la mattina seguente ci rechiamo all’appuntamento in un locale tranquillo della splendida cittadina monegasca, sempre magica ed accogliente.
Molte domande attendono l'ignaro Max; contiamo anche sull'effetto sorpresa, sempre vincente in casi come questo.

È il giorno dell'intervista.
Arriviamo un po' prima nel luogo scelto. Max è un po' in ritardo ma non fa nulla, aspetteremo volentieri. Dopo poco arriva scusandosi. Ci accomodiamo e intanto, all'ingresso della saletta, appare un anziano signore, molto distinto che guarda e si avvicina a Max. “Scusi lei è Max Biaggi vero? Vorrei solo farle i miei complimenti“. Dopo una stretta di mano, cortesemente ricambiata da Max, se ne va soddisfatto.
Biaggi è davvero un personaggio fuori dal comune. Questo piccolo aneddoto ne è solo l'ulteriore conferma…
Bene, ora iniziamo davvero…
Max, un commento sulla stagione 2000.
“Ad inizio anno c'erano tante aspettative; purtroppo però non è andata benissimo la prima parte della stagione, visto che sono partito con un infortunio grave. Forse ho sbagliato nel sottovalutarlo e l’ho trascurato per svariati mesi, pensando che avrei recuperato in fretta. E' vero, ho provato a ribaltare la situazione cercando di vincere in condizioni in cui non era possibile vincere e questo mi ha portato a commettere, in alcuni casi, qualche errore.
Intanto era già trascorso metà Campionato ed io mi trovavo a metà della classifica… Poi, da quel momento è iniziata la rimonta con la bella vittoria a Brno, a cui ha fatto seguito tutta una serie di risultati positivi tra cui la vittoria dell'ultimo GP della stagione“.
Diamo un'occhiata da distanza ravvicinata alla stagione 2001…
“Il 2001 è tutto un'incognita visto che al momento non so ancora di cosa "devo parlare" e questo perché non ho provato nulla di nuovo. Proverò in Malesia tra pochi giorni, ma soprattutto mi auguro di avere “qualcosa” che funzioni nella speranza di non dover correre poi con quello che conosco già… Si tratta di fare un passo avanti: piccolo, medio o grande che sia ma va fatto, visto che, in questi ultimi due anni, la "nostra" Yamaha non è che sia cresciuta più di tanto“.
E gli avversari della nuova stagione?
“Rimangono più o meno gli stessi con Suzuki ed Honda, Roberts, Rossi e Capirossi. I primi quattro/cinque della classifica 2000 saranno poi quelli che potranno disturbare, cercando di vincere il Mondiale fino all'ultima gara“.
Voltiamo pagina. Come hai trascorso Natale e Capodanno?
“Il Natale a casa con la mia famiglia mentre a Capodanno sono stato negli Stati Uniti con degli amici italiani a vedere una gara di Supercross. Pur non essendo appassionato di questa specialità, ero curioso e devo dire che lo spettacolo è stato bello“.
Qual è stato il regalo più originale che hai ricevuto?
“Non ne ho ricevuti molti, non credere. Il più originale… vediamo non saprei. Aspetta però, è vero… la penna. Mio padre mi ha regalato una penna "scanner". Un regalo interessante, molto tecnologico. Come ho detto me l'ha regalata mio padre, lui che quanto a tecnologia è proprio zero! Certo si sarà ben informato prima di acquistarla…”.
Max, qual è in te il pensiero più ricorrente?
“Cercare di vincere al più presto. Nella mia vita c'è molto sport e quindi è chiaro che il primo obiettivo sia il risultato.
Sei amante della perfezione anche nella vita quotidiana oltre che in pista?
“Sono una persona ordinata, mi piace mettermi nella condizione di poter vivere una vita in tal senso. Amo la pulizia - senza esagerare - sono sempre stato così…”.
Una domanda particolare. Qual è lo scopo della vita secondo te Max?
“Lo scopo della vita è stare bene con se stessi e con gli altri. Vivere una vita felice è importante. A questo concetto sono legate tutta una serie di situazioni come la famiglia, gli amici ed il lavoro. Se sei felice, tutte queste cose vanno bene da sole…”.
Parliamo un po' di sentimenti, dell'amore ad esempio.
“Secondo me tutto si riallaccia un po' ad una parte della felicità. Trovare amore in qualcosa o in qualcuno significa dividere le proprie gioie, emozioni o dolori ma con serenità, senza avere la pressione di dover "onorare" ad ogni costo un momento particolare, un avvenimento. Bisogna tagliar via lo stress anche nell'amore, perché c'è anche questa componente. Non è necessario essere perfetti, sempre in "ordine" o trovare il migliore ristorante - ad esempio - per soddisfare la persona che sta con te.
Amore, a mio avviso, significa dividere giornate e momenti ma con assoluta rilassatezza, senza la ricerca di cose particolari che poi possono arrivare da sole, senza l'obbligo di dover fare o trovare qualcosa di speciale ogni volta, altrimenti poi tutto può finire…”.
Pensi che attualmente c'è spazio per le emozioni vere?
“Beh, nel mondo in cui viviamo ci sono talmente tante cose da fare che a volte l'amore viene automaticamente messo da parte. Anche con gli amici, nella società in genere le cose da fare sono infinite davvero“.
Va bene, ma le "emozioni vere" vengono fuori anche da belle gare o splendide vittorie, non credi?
“Sicuramente per me che vivo da sportivo e conduco una vita su due ruote - d'altra parte è la mia passione più grande - difficilmente cambierei una di queste emozioni con qualcos'altro“.
Cosa cambieresti nelle persone Max?
“Credo nulla. Se dovessi pensare davvero a cosa cambiare nelle persone non saprei proprio né dove iniziare, né dove finire… Anche pensandoci su molto poi alla fine forse lascerei tutto com'è! Non cambierei niente, perché se fossero tutti come vorrei ci sarebbero davvero troppe persone uguali, poca diversità, pochi svantaggi e pochi vantaggi. Meglio lasciare tutto com'è! “.
Una tua definizione di amicizia.
“L'amicizia è un sentimento profondo e per questo non tramonta mai. Amicizia è inoltre comprensione, aiuto, generosità ma il tutto senza interesse“. Ti va di raccontare una "non amicizia"? “ Purtroppo in molti e spesso si avvicinano ad una persona che ha possibilità economiche, a qualcuno più o meno noto o per semplice piacere o per tornaconto o per altri scopi. Quelle sono persone assolutamente da evitare, ti assecondano sempre ma solo e perché la loro mira è ben altra....
È importante avere degli amici Max?
“È fondamentale. E' importante individuare quelli giusti, quelli veri che non hanno doppi scopi nel frequentarti. Alla fine però, tirando le somme, gli amici più sinceri si contano sul un palmo della mano. Quindi non ce ne sono poi tanti.”
Quanto è importante la tranquillità emotiva?
“Beh, è abbastanza importante, soprattutto quando c'è una situazione complicata, ad esempio nel mio sport. La tranquillità emotiva ti consente di partire da un punto di forza maggiore e ti permette di affrontare le cose con più lucidità“ Ok, serve a concentrarsi meglio, ti fa focalizzare bene quello che devi fare e poi? “Poi sta a te. In gara, ad esempio, sai quando parti e non sai quando e come arrivi. Nella vita la tranquillità e la serenità di base ti aiutano a fare tutto meglio. Parti da una base più solida lo ripeto, dove puoi costruirci sopra qualcosa di importante”.
Una tua definizione di forza fisica ed interiore.
“Dipende quanto sei generoso dentro e da quanto puoi spendere in energia. Questa però è una situazione che vedi nel tempo, che scopri e conosci nella tua preparazione fisica che ti dà il metro per valutare fino a che punto puoi arrivare… Parlando di forza fisica, ci sono vari campanelli di allarme quando hai speso troppe energie oppure quando sei al massimo ed inizi a produrre acido lattico. Insomma quando sei arrivato "alla canna del gas" per capirci!
Conoscere bene tutto ciò, ti dà modo di misurare quanta energia hai ancora e quando sei già oltre. “Saperlo esattamente ti dà una grande forza interiore per valutare la situazione ma soprattutto per farcela attingendo a tutte le tue energie.” Un po' come quando ti sei ferito gravemente alla mano? “Sì, lì ho continuato ad allenarmi nonostante l'infortunio, sapevo che avrei potuto farcela ad arrivare a fine gara anche se non potevo prevedere in quali condizioni l’avrei conclusa. Alla fine sembravano stanchi più i miei avversari… Sono rimasto con loro fino al termine della gara, nonostante i continui attacchi per cercare di staccarmi. Ma sotto la bandiera a scacchi sono comunque riuscito ad aggiudicarmi la seconda posizione in volata, incredibile, assurdo lo so, ma così è stato.”
Torniamo alla forza interiore. In quale altra occasione è venuta fuori?
“Nel dolore del '97, quando mi ruppi la spalla nel corso del secondo GP della stagione. Ho corso ugualmente perché sapevo che quei punti mi potevano portare a lottare per vincere il Mondiale; se non avessi fatto mia quella gara in Giappone non avrei vinto quell'anno. Ho colto quel momento non solo per il Mondiale ma per me stesso, perché oggi ripenso a quella situazione, a quell'esperienza.
Argomenti molto più leggeri. Cosa pensi del Grande Fratello?
“Non l'ho seguito particolarmente. Ogni tanto accendendo la TV mi guardavo il riassunto giornaliero di ciò che accadeva nella casa. Per me si è trattato di una mossa "intelligente" per far lievitare l'audience. Forse vendere un prodotto di questo tipo, fumo più che altro, pare faccia buon gioco. Se non altro perché i passaggi pubblicitari in questa fascia sono quintuplicati. Ciò significa un notevole incremento economico… Prendendo singolarmente i vari personaggi, mi chiedo cosa possano esprimere non avendo un proprio background. Forse qualcuno è portato al ruolo, ma sicuramente è qualcosa di passeggero e basta“.
C'è un personaggio che ti è piaciuto in particolare nella Casa del Grande Fratello?
“Mi è particolarmente simpatico Pietro Taricone, perché è riuscito ad usare la propria simpatia trasmettendola al pubblico senza timore, non curandosi di sbagliare verbi o vocaboli, usando il dialetto, che fa parte di se stesso, della sua cultura e della sua vita. Un po' come molto tempo fa ha fatto un grande personaggio come Alberto Sordi che proponeva qualcosa di autentico. Alla gente piace tutto questo e poi Taricone essendo del Sud è come se, in qualche modo, avesse riscattato in una sorta di simpatica rivalsa, la gente meridionale. Ad esempio anche Marina è del sud… Il Sud come popolazione conta è vero, ma nell'economia forse non è così importante… e questo influisce sul telespettatore. Dico questo senza avere l’intenzione ovviamente di scatenare polemiche“.
Max, ti piacerebbe fare del cinema?
”Al momento non proprio. Ho avuto qualche proposta ma non ho mai accettato perché non mi sentivo in grado di affrontare una cosa che non mi facesse sentire a mio agio. Certo, se mi si offrissero qualcosa di importante, dove mi sentissi nel ruolo, perché no…“. Ti vedi in qualche ruolo particolare? ”No, non ho proprio idea, è questo che non riesco a capire. Vedremo, se un giorno qualcuno mi proponesse qualcosa di veramente allettante che dia animo alla mia fantasia, perché no!“.
Quando smetterai di correre l'ambiente ti mancherà moltissimo, ti mancherà l'odore racing, le corse e allora?
“Non ho idea, adesso non ci penso proprio. Non lo so.” Quella prova Ferrari è un capitolo chiuso, tanto per citare qualcosa di diverso? “Al momento si è chiuso, poi vedremo.”
Hai guadagnato molti soldi, quanto è importante qualche “zero” in più nella vita? E perché…
“Partendo dal concetto che i soldi non danno la felicità, è vero pure che se non li hai sei sempre "incazzato". E' la verità, meglio averli, sicuramente. Più "zeri" nella vita significa avere più possibilità, trovarsi in situazioni completamente diverse in cui, altrimenti, non avresti l’occasione di trovarti. Significa pure non alzarti la mattina sempre alla stessa ora per andare a lavorare, ma soprattutto ti dà l'opportunità ed il grandissimo vantaggio di gestire meglio il tuo tempo. Ma non possono darti la felicità, non puoi comprare tutto. Se hai questo concetto chiaro in mente gestisci meglio i tuoi soldi: devi stare comunque attento alle persone che hai attorno perché può scattare in loro l'invidia. Devi essere molto tollerante, lo stile è sempre importante…”.
La Formula di Glyme per il successo spiega che: "il segreto del successo è la sincerità, se impari a fingerla ce l'hai fatta". Cosa ne pensi? Fammi qualche esempio…
“Penso che ciò sia in parte vero… di tante persone che conosco, l'unica che si comporta un po' in modo analogo è un ragazzo che fa credere a tutti di essere scanzonato, buono, aperto, che ride e scherza sempre.
A detta di molti lui in realtà non è così, visto che è ben tutelato ed appoggiato da "amici importanti" nel settore“.

Ti riferisci a qualcuno in particolare naturalmente… “Fai spaziare la tua immaginazione. Mi infastidisce l'ipocrisia di fondo nelle persone, i finti "buonisti", i finti puritani che dicono che questo o quello non va fatto ed invece poi si comportano esattamente all’opposto“.
Ti ritieni una persona sensibile Max?
“Abbastanza. E' normale che nel mio lavoro ed ambiente devo necessariamente passare sopra ad alcune cose. Correre in moto è un mestiere duro per duri ed è chiaro che quando ti trovi a trascorrere parte della tua vita e del tuo tempo nel motociclismo, perdi un po' di delicatezza e sensibilità, è così. Una persona un po' "molle" nella vita non ce la farà mai a vincere qualcosa di importante in una categoria così impegnativa e dura.” Ti ritieni un duro quindi! “Tutte le persone impegnate in questo sport sono dei duri, certo“.
Andiamo avanti. A quando i prossimi test?
“A fine mese in Malesia“ Proverai qualcosa in particolare nel corso di questi test? “Devo provare qualcosa che funzioni, altrimenti non avrò provato davvero niente. La moto sarà la stessa con qualche piccolo cambiamento, speriamo che si senta la differenza; ti ricordo che, contrariamente a quanto molti pensano, sto utilizzando la moto del '99…
Per vincere il mondiale c'è bisogno di materiale che non sia solo pneumatici e sospensioni. Qualcosa è stato fatto e spero che quest'anno si cresca ancora con Yamaha nella stagione 2001. Per quanto mi riguarda ho fatto la mia scelta un paio di stagioni fa, se le cose non dovessero cambiare, cambierò io qualcosa…
Ma sono ancora una volta fiducioso… certo è davvero l'ultima possibilità per Yamaha. E non parlo solo per me naturalmente. Quando la Honda vinceva qualche stagione fa non era la Honda a vincere, visto che le prime cinque moto erano Honda… La prima Yamaha era sesta/settima, adesso in questi ultimi due anni la Yamaha è invece tra i primissimi posti, segno evidente di un cambiamento, che tutti abbiamo fatto un buon lavoro. Ma questo non è sufficiente. Quando nei primi tre posti ci saranno tre Yamaha, allora sarà il segno tangibile che questa moto va meglio delle altre. Il passo avanti a livello tecnologico è comunque stato fatto, ma dobbiamo migliorare ancora, vedremo. Lo ripeto sono fiducioso…”.
Un breve commento su Mc Coy, Haga, Capirossi, Rossi ed il neo Campione del mondo Roberto Locatelli.
Mc Coy ha trovato la sua fortuna nella gomma posteriore da 16,5" con cui è riuscito a fare grandi cose nel 2000 prendendo un po' alla sprovvista tutti in alcuni GP. Su certe piste è sicuramente l'uomo da battere, anche se credo che il potenziale Honda sia più alto. La sua guida può essere redditizia in alcune occasioni, ma non in tutte le gare del Mondiale. Haga non so, è un punto interrogativo. E' stato molto spettacolare in Superbike, non so cosa combinerà in 500. Capirossi ha corso un campionato sufficiente. Ha iniziato bene, ha vinto un GP anche grazie alle altrui sciagure… poi si è perso. Diciamo che Capirossi… è sempre Capirossi! Per quanto riguarda Locatelli, ha vinto un Mondiale dopo averci tanto provato. Vedremo adesso in 250 anche se Aprilia ha nei suoi progetti il solo Melandri che, a mio avviso, è meno dotato rispetto a Roberto “.
Un commento su Mick Doohan.
“Doohan era un pilota davvero forte. Ha sempre utilizzato e corso con la moto migliore e quando non lo era riusciva a metterci del suo, arrivando nei primi tre. Questa è una condizione che attualmente manca a tutti gli "hondisti".
Ogni riferimento è puramente casuale, vero Max? “Appunto... Rossi
, Capirossi, Barros, tutti insomma.
Un flash su Kenny Roberts…
“Roberts è un buon pilota anche se dovremmo valutare quello che ha fatto prima. Era in 500 alla Yamaha e non ha fatto nulla, poi è stato due anni in “purgatorio” alla Modenas del padre che ha preferito sottrarlo al gruppo Yamaha per varie ragioni e poi è approdato alla Suzuki con l'unica moto schierata. Lui e basta!
La sua moto migliorava sempre di più perché l'intero team era tutto per Kenny e questo gli ha consentito di vincere anche dei GP facili… La sua moto in molte occasioni era superiore comunque. Perché non rimanere alla Yamaha? Il padre di Kenny Jr sapeva bene la situazione, dopo circa vent'anni di Yamaha, era consapevole che sarebbero stati pochi gli effettivi miglioramenti“.
Altre due o tre domande curiose…
Che tipo di musica ascolti più volentieri?
“Soprattutto cantautori italiani come Biagio Antonacci, Renato Zero, Eros Ramazzotti... sì, li ascolto volentieri.“
Max, il tuo più grande pregio?
“La determinazione. Un colosso, questo lo riconosco! Vuoi sapere un mio difetto? “. No, Max! rispondo. Ti ritieni un uomo tranquillo, sereno in generale? “No, sono abbastanza agitato. Ho dei conflitti interni…”. Quelli ce li abbiamo tutti Max… “Anch'io, anche se, come hai detto tu prima, ho qualche "zero in più sul conto e qualche coppa in più…”. È umano Max sentirsi in conflitto! “Si, è molto umano.
Penultima domanda. La squadra 2001 rimarrà la stessa, cambierà qualcosa?
“Sì, la mia squadra è la stessa. Chi cambierà sarò proprio io; da quando ho acquisito questa squadra, da me volutamente richiesta, è cambiato qualcosa come l'approccio alle gare, l'armonia nella squadra stessa.
Ad esempio se c'è un problema grande che non possiamo risolvere, molto onestamente il capo meccanico viene da me e mi dice "qui devi metterci del tuo Max", senza girare intorno, cercando magari prestazioni impossibili. E non come accadeva un paio di anni fa: ricordo che il telemetrista veniva da me facendomi notare che ero particolarmente nervoso in quella giornata (osservando i dati raccolti dalla stessa telemetria ndr). Alla richiesta di una spiegazione da parte mia, mi veniva risposto che si notava dal mio modo di guidare, dal modo di utilizzare il freno, dalla pressione non costante che esercitavo sulla leva che non era quella di sempre… In realtà questa persona non andava a monte del problema, non chiedendosi perché guidavo così. L'abilità, la capacità del capo tecnico sta nell'individuare il perché di certe situazioni. Magari un errato set-up della moto o la pista particolarmente scivolosa, senza imputare tutto e subito al pilota. Secondo loro la moto era sempre a posto, capisci? Queste persone oggi sono state allontanate e le cose per fortuna sono cambiate. Se c'è un problema si deve operare per risolverlo al meglio, senza partire da presupposti errati. Quella squadra infatti ha sempre raccolto, nel corso degli anni, i peggiori risultati Yamaha…Magari vincevano team esterni come quelli di Abe, Laconi o McCoy. Capire le esigenze del tuo pilota significa partire con il piede giusto verso il risultato. Oggi nella mia squadra lavorano tutti sodo e per un obiettivo comune. Per questo ho programmato delle piccole cose che aiuteranno la squadra a fare sempre meglio. In caso di vittoria infatti, premierò personalmente i miei tecnici…”. Una sorta di "pacca sulla spalla"? “Una bella "pacca sulla spalla" è importante.”
Ultima domanda: prometti, ai lettori di Special, un posto in pit-lane o una giornata con te durante le tue prove per raccontare Max Biaggi in pista?
Che richiesta!! Vediamo… durante i week-end di gara sono abbastanza impegnato…però sì... possiamo organizzarla!
È una mezza promessa Max? “Va bene, è una promessa!”.
Max saluta me ed il fotografo ed esce dal luogo del nostro appuntamento. Rimango un attimo a pensare a tutto quello che ci siamo detti, alle domande, alle sue risposte. Penso al suo sguardo, alla sua assoluta determinazione nel sottolineare le aspettative per la stagione 2001, ormai alle porte. Senza ombra di dubbio Max ha un grandissimo potenziale, e quello che convince di più è la sua grande sicurezza nelle proprie possibilità umane e soprattutto agonistiche. Biaggi è un campione autentico, un pilota sensibile che ha imparato a difendersi nel grande ed ipercritico circus del Motomondiale. Molte delle cose lette sono solo azioni di disturbo che non hanno un fondamento reale.
Di questo, personalmente, ne sono stato sempre convinto così come lo sono delle sue doti di combattente che certo non si ferma davanti a niente e senza lasciare mai nulla al caso. Max è proprio così. Nel bene o nel male non ha paura di essere quello che è, nonostante questo gli abbia creato qualche nemico… lo sappiamo tutti. Intanto mi guardo le foto sul "dorso digitale" della macchina fotografica. Ed è "scrutando" proprio questi fotogrammi che vedo l'altro Max, quello più vero, lo stesso che oggi ho intervistato in questa Montecarlo bagnata.
Spero solo di incontrarlo presto, magari per i nuovi commenti… sul prossimo Mondiale 500.
Ciao Max.

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21 Lug 2001
Il resto del Carlino

Biaggi fa il corsaro e Capirossi s'infuria: «Max è stato stupido come al solito»



SACHSENRING — Max Biaggi conquista la pole provvisoria in Germania ma si becca dello stupido da Loris Capirossi. Ieri il Corsaro, nel primo turno di prove ufficiali sul tracciato del Sachsenring, è stato il più veloce nella 500 ma ha fatto infuriare Capirossi: «Nelle libere del mattino _ ha detto Loris _ è entrato in pista mentre io stavo effettuando il giro veloce, mi ha visto ma non ha fatto nulla per non intralciarmi. E' stato stupido come al solito». Parole pesanti ma Max, felice per il miglior tempo, non ha rilanciato: «Non mi sono accorto di averlo ostacolato, comunque sono contento di essere stato il più veloce su questa pista che esalta le doti di guida».

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