(da Motociclismo d' Epoca numero 12/01 Dicembre 2003/Gennaio2004)
La Matchless G50 nasce nel 1958, quando le monocilindriche a quattro tempi da pista sono quasi alla fine della loro storia. Già nel 1952 la AMC (cioè il gruppo AJS-Matchless) aveva deciso di porre sul mercato una 500 per i corridori privati onde contrastare la rivale Norton, come l’AJS 7R faceva nella classe 350.
La nuova 500 viene battezzata G50 perché (come vuole una vecchia tradizione del gruppo) tutte le Matchless recano una G nella sigla, così come le AJS hanno la R.
Le prime consegne vengono fatte in vista della stagione 1959: il prezzo è di 430 sterline contro le 496 della Norton Manx e quindi c’è una bella differenza al risparmio ma i “clienti” non restano egualmente soddisfatti perchè la G50 si dimostra meno performante della rivale. Il suo motore eroga infatti 47 CV a 7.000 giri contro i circa 50 a 7.200 del Manx.
È l’importatore americano a dare il primo sostanziale incremento di potenza al motore: allarga il condotto di aspirazione montando il carburatore di una BSA Gold Star da 38 mm in luogo dell’originale da 32 mm, aumenta di conseguenza il diametro della valvola di aspirazione e così ottiene qualche CV in più. A questo punto la direzione finalmente allarga un po’ i cordoni della borsa ed i tecnici possono lavorare più concretamente nello sviluppo.
È così che le Matchless nel tempo sostituiranno quasi del tutto le Norton nei paddock; in effetti le G50 sono più leggere, più agili nel misto, senza perdite d’olio, con un più ampio arco di potenza: più facili d’uso sia in pista sia in officina. La guida, che nei primi modelli sul veloce dà qualche problema, verrà migliorata riducendo l’avancorsa, aumentando così il peso sulla ruota anteriore; dopodiché la G50 viaggerà sui binari anche nei curvoni da fare in pieno.
La AMC cessa la produzione di moto da corsa nel 1963, per chiudere poi i battenti nel 1969, ma le Matchless risorgono. Colin Seeley, un bravo sidecarista inglese, rileva infatti i diritti di “riproduzione” e tutto il materiale rimasto delle G50 e delle 7R. Intraprende quindi la replica delle Matchless dotandole di un telaio di suo disegno.
In queste forme le Matchless gareggiano e vincono ancora, fino ai primi anni Settanta, arrivando anche in zona podio nel Campionato mondiale: nel 1970, 1971 e 1973 Peter Williams è secondo al Tourist Trophy, quando le piste sono già invase dalle più performanti due tempi giapponesi.