Michelin: nuova generazione di gomme per la Motogp
Per mantenere il primato nella classe regina, il marchio francese sta sperimentando coperture di minor diametro e un’aumentata aderenza a terra per una migliore resa in curva
di Marco Masetti motonline
Se è vero come ha dichiarato un costruttore di moto (di serie) che: "E' bastato cambiare il profilo delle gomme e la nostra moto ha cambiato faccia, anzi peso, visto che sembra più leggera di 20 chili", figuriamoci cosa succede in una moto da gara. La Michelin, impegnata in una guerra dei gommisti contro la Bridgestone e la Dunlop, ha fino ad oggi, avuto due grandi vantaggi. Il primo è legato al fatto che, fin dai tempi della vecchia 500, ha accumulato dati e collaborazioni con i migliori team e piloti. E questo non è poco, ma se in più mettiamo la possibilità di realizzare coperture a richiesta nello spazio di un weekend di gara, con una formula "just in time", si comprende che Michelin resta il numero uno, il costruttore da battere. Infatti può capitare che su una pista, il venerdì dopo le prove, i piloti chiedano una struttura più rigida e una mescola più soffice per le curve a destra e si vedano recapitata la copertura dei loro sogni nel warm up della domenica!
Insomma, la Michelin si scatena e lo fa soprattutto con due diverse coperture posteriori. La prima è stata testata nei test invernali 2005 in Malesia e si tratta di un nuovo posteriore siglato 20/67 - 16 (quindi di minor diametro rispetto ai 16.5 usati adesso) che a detta dei tecnici francesi costituisce il futuro delle coperture Moto Gp. Dopo qualche prova, i piloti, Rossi in testa, hanno preferito continuare la stagione con le 16 e 5, preferendo non complicare ulteriormente il lavoro di preparazione alle gare. Ovviamente non si tratta di una bocciatura, ma di extra time chiesto da team e piloti e accettato dalla Michelin.
Quella del 16 posteriore potrebbe essere una nuova svolta nel settore come quella che qualche anno fa aveva visto l'affermarsi del 16 e 5 nei confronti del 17 pollici, ritenuto o quasi la gomma perfetta. Ovvie le ripercussioni future nelle moto di serie, quasi un ritorno alla metà degli anni '80 quando le maxi sportive sfruttavano delle 16 anche all'anteriore. Lo scopo di queste coperture è di avere maggiore impronta a terra, quindi più aderenza quindi maggior velocità di percorrenza della curva. Perché tutti si sono accorti che i 350 orari sul dritto non fanno vincere le gare, mentre andando forte in curva (e potendo aprire prima il gas) da un reale vantaggio.
In questa ottica la Michelin ha deciso di estremizzare il concetto di "massima impronta a terra", aumentando il contatto tra moto e asfalto alle massime inclinazioni.
Per capire meglio la situazione, ecco qui sopra un disegno che illustra il processo evolutivo scelto dal produttore francese per la Moto Gp. In alto a sinistra, c'è un pneumatico usato in 250 nella misura di 165/55 - 17. La sezione ci fa capire che i fianchi sono quasi perpendicolari rispetto al suolo. Al centro, c'è la gomma che nella passata stagione è stata utilizzata da tutti i piloti Michelin, la 6,25 - 16,5; in questo caso i fianchi sono già più "aperti" rispetto al battistrada. A destra, la nuova copertura con i fianchi che si "aprono". Una buona idea che ha però lo svantaggio di generare torsioni della struttura quando la moto è inclinata.
Per risolvere il problema alla Michelin hanno deciso di lavorare sui fianchi, creando una struttura molto più rigida lateralmente e in grado di non deformarsi. Come ci siano riusciti è ovviamente tenuto segreto (lo spionaggio nel settore gomme pare essere molto diffuso), ma questa gomma "new generation" verrà già usata fin dalla prima gara di mondiale anche se pare essere la causa di qualche problema, soprattutto il chattering accusato da quasi tutti i piloti Honda e da quelli Yamaha. Indietro non si torna, lo ha detto anche Rossi, quindi spazio alle nuove Michelin e, da metà stagione, immaginiamo il ritorno in test delle 16 pollici posteriori che vengono indicate come le gomme della nuova Moto Gp. Intanto chi si deve adattare sono i costruttori di moto e i tecnici delle sospensioni. Del resto, come diceva il costruttore italiano all'inizio dell'articolo: "Basta cambiare gomma per guidare una moto completamente differente".
(22.03.06)