Grande attesa per il nuovo appuntamento con una delle più massacranti gare di enduro della stagione. L'Hell's Gate, ideato ed organizzato da Fabio Fasola, giunge alla sua terza edizione e vedrà tra i partecipanti il vincitore della scorsa edizione: David Knight.
Dopo aver espugnato Genova e l'Xtreme Enduro Indoor, David Knight punta senza dubbio al tris di vittorie alla Hell's Gate, l'inferno ideato da Fabio Fasola che ha visto nel 2005 all'arrivo solo 5 degli oltre 100 piloti partiti al mattino.
Per il 2006 sono cambiati alcuni aspetti della manifestazione cercando di tutelare lo spettacolo e di mantenere intatto lo spirito di quella che probabilmente è la gara di Enduro più massacrante della stagione.
La partenza per sabato 11 febbraio è prevista alle ore 7 del mattino. La prima parte della sfida avrà tempi e percorso più simile ad una gara di enduro tradizionale: la fase selettiva sarà, dunque, meno "cattiva", ma non per questo meno entusiasmante. Arrivare alla fine di questa prima parte sarà già un traguardo importante che prevederà la consegna di un attestato di Pilota Camel Hell’s Gate. Poi il gioco si fa duro sul serio...
La seconda parte prevede una selezione decisamente impegnativa che terminerà, come da tradizione, in cima alla salita impossibile dell’Hell’s Peak. Anche il montepremi cambia e viene esteso ai primi tre che completeranno la gara.
Al viaoltre al campione del mondo David Knight, ci sono molti sfidanti che non staranno a guardare: il team Aprilia composto da Botturi, Passeri e Zanni poi Paul Edmondson, Simone Albergoni, ed il team Ufo Yamaha.
motopress
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11 febbraio 2006 Ore 18 :37
L’inferno è Made In England. Il Diavolo ancora lui : David Knight.
3-5-6. L’inferno dell’enduro estremo di Fabio Fasola chiude con un nuovo « record ». Sei concorrenti sono riusciti a chiudere la competizione raggiungendo la sommità dell’Hell’s Peak prima dell’abbassarsi della mannaia del tempo limite. Il primo anno furono solo tre, nel 2005, seconda edizione di Hel’s Gate, cinque. Uno in più quest’anno dunque. Ma la gara è stata ugualmente infernale.
Forse di più. Diabolicamente incline a presentare un conto salato anche dopo un preventivo « accomodante ». C’era il sole, ed un cielo pulito che garantiva bel tempo per tutta la durata della gara. Ma ha fatto freddo. Un freddo cane. Stanotte meno dieci gradi. Alla partenza della eliminatoria di stamani meno sette. Troppo per sciogliere le trappole di ghiaccio disseminate lungo i quattro anelli del percorso, soprattutto nella parte alta, coperta dalla neve. Già la fase eliminatoria, dunque, era stata… dannatamente eliminatoria.
Poi Gilles Salvador ha abbassato la bandiera italiana alla 15 :30. Strano, un francese che sventola il nostro tricolore. Ma Gilles è uno dei nostri, della grande famiglia di f-fasola, uno degli artefici del successo della manifestazione-bandiera dell’enduro estremo proposta, non senza un buona dose di coraggio, da Fabio Fasola. Che ci ha creduto e che non è sceso a compromessi neanche quando è apparso chiaro che Camel Hel’s Gate era una gara infernale sul serio.
30 concorrenti, quelli che avevano superato la gara del mattino più o meno indenni. Davanti a loro quattro giri, quattro « gironi ». Dante non avrebbe potuto dipingere il suo inferno con maggiore forza di colori. Ed è scattato davanti a tutti David Knight, affiancato dal connazionale Wayne Braybrook, secondo lo scorso anno. Sportellate. Un avvio al fulmicotone. Come c’era da aspettarsi. Al lago ghiacciato Braybook l’aveva spuntata sul Colosso dell’Isola di Man. Sulla tagliente, infinita mulattiera del Salamandra Creek il numero 2 aveva allungato, ed alla cascata ed alla conclusione del primo giro la situazione non era cambiata. Già remavano a fatica, alle spalle dei due « artificieri » britannici, Edmondson, il francese Gregory, il trialista con una sottile Beta. Piero Sembenini. La piccola sorpresa della gara del mattino. Poi i piloti delTeam UFO Yamaha, e Tellini alla prima uscita con la Gas Gas.
Sulle falde in salita del secondo giro i primi ritiri, e l’attacco di Knight. Irresistibile. Braybook, con gli occhi sbarrati, incredulo, come alla fine di un sogno non aveva potuto far altro che cercare di mantenere il contatto con l’incubo, ma il Super Campione del Mondo allungava. Inesorabile, inarrestabile. Dieci minuti alla fine del secondo giro, altri dieci dopo il terzo. Camel Hell’s Gate sembrava lanciata verso un risultato schiacciante e scontato, fotocopia di quello dello scorso anno. All’inizio del quarto giro il sole è sparito oltre l’Appennino, ed è calato rapidamente il buio su Camel Hell’s Gate. David Knight ha acceso il faro della sua KTM 300cc MX. Invano. Ha provato con i tre piccoli fari supplementari. Invano ! Allora ha acceso la sua piccola lampada frontale, da minatore, fissata sul casco. OK, come lo scorso anno, solo che mancava un’intero giro alla fine della gara. Braybrook venti minuti dietro. Si può fare !
Cinque minuti soltanto, ed anche l’ultima sorgente di luce se ne va, con le batterie « out of order ». Di fronte a Knight un giro da incubo. Scivolato alla Salamandra Creek, e piegata la leva del cambio. Per un attimo perso sulla cresta della montagna, poi inabissato in mezzo alle sterpaglie del sottobosco della foresta del Ciocco. Intanto il « nemico » sempre più vicino. Alla cascata il thrilling. Knight cade giù, volando per dieci metri e cappottandosi in fondo al muro di roccia e di acqua. All’ultimo timbro il suo vantaggio è ridotto a sei minuti soltanto. Pochi, in vista dell’ultimo arco prima che si chiuda il cerchio di Camel Hell’s Gate 2006.
Sulla sommità dell’Hell’s Peak, la salita impossibile oltre la quale c’è il traguardo di Camel Hell’s Gate solo il rumore della KTM in avvicinamento. Poi finalmente Knight entra nel chiarore della salita, illuminata e brulicante di pubblico, e si lancia sul pendio. A metà si ferma. Torna indietro e riparte, si ferma ancora. E comincia l’azione di solidarietà. I suoi tifosi gli lanciano la corda ed agganciano la KTM. L’ultima fatica. Pian piano la moto ed il pilota guadagnano un metro, poi un altro. A quel punto spunta dalla foresta una luce che taglia il buio : Wayne Braybook ! I due rivali sono adesso a « vista ». Il vantaggio di Knight è svanito. Gli resta il piccolo vantaggio della « corda ». Sale ancora. Infine l’ultimo strappo, e mentre Braybook è agganciato a sua volta, David Knight taglia il traguardo in una nuvola di sudore. Ha vinto Camel Hell’s Gate 2006. Ha vinto per la terza volta.
Quindi è la volta di Wayne, e pochi minuti dopo il cerimoniale della « corda » si ripete per Paul Edmondson. Il podio di Camel Hell’s Gate 2006 è tutto inglese. L’inferno è Made in England.
Riescono a tagliare il traguardo di Camel Hell’s Gate altri tre piloti : un francese, Eyries Gregory, un altro inglese, Graham Jarvis, un altro francese, il « dakariano » David Casteu. Neanche un italiano, non ostante la bella prova dela mattino di Maurizio Micheluz, terzo. Sarà per un’altra volta.
Fabio Fasola, sul podio, consegna il mega-assegno di ottomila euro a David Knight, e si bagna della gioia (e del sudore) dei conquistatori della terza edizione della SUA gara.
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