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Entrambi vivono in Italia e promettono spettacolo. Il giapponese: "Qui la Ducati non vince da due anni e sarà difficile con le scie, ma darò tutto". L'americano: "Pista da tuffo al cuore"
MONZA, 8 maggio 2009 - La sfida Superbike, che da domani scalderà Monza, è iniziata in Gazzetta. Noriyuki Haga, nuovo idolo Ducati e capofila del Mondiale, contro Ben Spies, astro nascente arrivato dall’America per dare il primo titolo alla Yamaha e diventare (magari) l’erede di Valentino Rossi in MotoGP. Piloti diversi, in tutto.Haga, 34 anni, è in Sbk da l’1998, non ha vinto il titolo ma per i fan è un mito: sorpassi memorabili e svarioni clamorosi. Spies, 10 anni di meno, negli Usa non aveva avversari.È sbarcato nel Mondiale per sostituire proprio Haga, senza conoscere moto, gomme e piste. Ha imparato subito e in 8 gare ha centrato 4 vittorie e un 2°posto, ma anche 3 passi falsi (2 cadute), cioè 60 punti di ritardo dal giapponese. È anche un "derby" lombardo: Nori vive da 10 anni in Italia, prima a Vimercate (vicino la Yamaha Italia), ora a Milano, San Siro, vicino alla scuola giapponese dei figli Akito (7 anni) e Ryota (5). Spies, single inseguito da plotoni di fanciulle, vive a Cernobbio, sul lago di Como: lui avrebbe preferito Gerno di Lesmo, accanto al team, invece mamma Mary (che non lo lascia mai) ha preferito diventare vicina di George Clooney. Due settimane fa in Olanda la rivalità è diventata feroce: Spies ha beffato Haga a 2 curve dall’arrivo con un sorpasso da antologia, ma nella rivincita si è steso. Si rispettano e si ammirano, perché nessuno molla fino all’ultimo metro. Oggi si incroceranno solo sul filo dei 325 orari, ma ieri Ben e Nori erano fianco a fianco per la prima intervista parallela.
Quanto conta questo appuntamento?
Spies: "La mia gara di casa è il GP Usa, ma per la Yamaha Italia, che ha sede a 5 chilometri, è il top. Hanno vinto 3 delle ultime 4 volte, nei test siamo andati forte. Sarà un gran week end per gli appassionati". Haga: "La Ducati non vince da 2 anni e dopo i test sappiamo che non sarà facile. Non sarà lotta a due: col gioco delle scie davanti saremo 5-6".
Qual è il punto speciale della pista più veloce del Mondiale?
S: "Mi ricorda Road Atlanta, ma qui senti il sapore della leggenda. Ho visto i vecchi filmati e ho capito che si vince con la testa. Mi piace il Curvone: 4ª da 224 all’ora, un tuffo al cuore". H: "Adoro le due di Lesmo. Ogni curva è un trabocchetto e il rischio maggiore sono le scie. All'ultimo giro non sai mai cosa aspettarti. È importantissima la strategia".
Come si vive in Italia da "emigranti" della moto?
S: "Il lago di Como è un posto mozzafiato. Vivo qui solo da 3 mesi ma ho imparato ad amare cibo e modo di vivere. Rispetto agli Usa tutti hanno gran passione per la moto. Voglio imparare l’italiano". H: "Milano ha un traffico infernale, ma ho risolto conla metro. La mia famiglia è felice di vivere in Italia e ho trovato un ristoratore giapponese che mi porta tutto a casa".
Il punto di forza del rivale?
S: "Nel Mondiale ci sono parecchi piloti forti. Haga è velocissimo: quando è dietro non sei tranquillo. Ho sbagliato 2 volte, ne ha subito approfittato". H: "Ad Assen pensavo avesse problemi di aderenza: non credevo mi avrebbe passato all’ultimo. E non me lo aspettavo tanto veloce al debutto. Anch’io nel ’98 ho vinto subito, ma non andavo così forte".