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Giancarlo Fisichella, pilota della Renault, ha scritto questo articolo per far riflettere i giovani dopo la tragedia di Roma, in cui ha perso la vita un ragazzo di 16 anni
MILANO, 15 novembre 2005 - Quello che è successo sabato notte su una strada romana ha ferito tutti, è impossibile accettare l’idea che si possa perdere la vita a sedici anni a causa di un gioco stupido e folle. E ha colpito profondamente anche me che faccio da anni una professione rischiosa al volante di un’auto da corsa.
Questa tragedia mi ha addolorato ma non sorpreso, purtroppo, perché è da anni che accadono queste cose. Quando ero un adolescente c’erano diversi posti, nella periferia della mia città, dove si correvano gare clandestine e pericolosissime. Io lo sapevo e, in qualche occasione, le ho viste fare. Era difficile resistere, ci si incontrava in tanti con le macchine messe assieme in qualche modo. Ma c’era una brutta atmosfera, niente di sportivo e perfino poco divertimento.
Potevo caderci anch’io, mi ha salvato il fatto che la passione per le corse ha molto presto lasciato la strada a vantaggio della pista. I kart, oggi forse più attraenti e sicuri di allora, sono un mezzo ideale per sfogare la voglia di velocità e per dimostrare di essere abili con un volante fra le mani. Ai giovani che corrono questi rischi così inutili e folli vorrei dire che fare i testacoda tirando il freno a mano non è assolutamente un segno di bravura, che inchiodare le ruote davanti ad un muro di cemento non è una cosa da pilota ma bensì da stupido. Usate bene la vostra intelligenza, basta poco, come abbiamo visto, a far succedere una tragedia.
Giancarlo Fisichella
(Gazzetta.it)
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