Postato il Sunday, 11 December @ W. Europe Standard Time
Il 31 dicembre perte la Lisboa-Dakar, la corsa Offroad più famosa al mondo.
Per la prima volta prende il via dalla capitale del Portogallo, Lisbona e arriverà il 15 gennaio nella capitale del Senegal dopo aver attraversato Spagna, Marocco, Mauritania, Mali e Guinea, dopo un percorso di ben 9043 Km totali, dei quali ben oltre 4800 Km, per l’esattezza 4813 Km, di prove speciali.
Le iscrizioni quest’anno sono state moltissime, costringendo gli organizzatori a chiuderle già a luglio, prima dei tempi previsti.
Ben 509 equipaggi partecipanti tra auto, camion e moto oltre a più di 240 veicoli di assistenza, un record assoluto per la Dakar.
Il plotone più numeroso è certamente quello dei motociclisti, ben 252 moto al via di cui 17 guidate da centauri italiani.
La Dakar e sempre una prova durissima per i piloti che come prima sfida hanno quella di lottare contro se stessi per resistere alla fatica, allo stress, agli imprevisti sempre in agguato in una corsa come la Dakar.
Anche le moto, sia ciclistica che motori devono resistere contro gli attacchi delle sabbie più fini, ai colpi delle pietre più dure, ai salti dalle dune, al dover macinare medie di 800 Km al giorno su percorso spesso esistenti solo sulle mappe tracciate dagli organizzatori. Insomma corsa per uomini duri, per veri centauri del deserto.
La Dakar 2006 ritrova lo spirito originario e ne siamo felici. La richiesta è partita dai piloti partecipanti, ad iniziare dagli amatori, che hanno insistentemente fatto richiesta di dare più importanza alla navigazione. Grazie all’utilizzazione della tecnologia Iritrack, che permette di mantenere un controllo visivo su tutti gli equipaggi e quindi di garantire la sicurezza dell’intera carovana, gli organizzatori hanno deciso di dare attuazione alle richieste dei piloti. Quest’anno il GPS sarà quindi ridotto alla sua funzione di base: un indicatore di rotta. E questo varrà per tutti: moto, auto e camion. In questo modo, i partecipanti avranno un’unica fonte d’informazione della quale fidarsi: il road book. Finalmente, ritorneremo ad avere una vera e propria navigazione, che esalterà le doti di guida dei piloti ed aiuterà molto a salvaguardarne l’incolumità.
Purtroppo non possiamo non pensare che si ritorni a questo anche perché l’anno scorso vi furono tragici incidenti, uno dei quali vide il nostro grande Fabrizio Meoni non riuscire a vincere l’ultima sua sfida, quella per la vita. Il pensiero va a lui, alla sua grande umanità, al suo grande talento, alla sua grande generosità con tutti. Un grande vero.
Tra gli Italiani al via il più titolato è certamente il pluri Campione mondiale Giovanni Sala alla sua nona Dakar. Correrà per il Team KTM Repsol - Red Bull.
Altri “Dakariani” italiani sono Marco Borsi, Fabrizio Mugnaioli (KTM), Francesco Tarricone (Honda), Ennio Cucuracchi (KTM), Elio Moro (Yamaha), Luigi Algeri (Yamaha) , Leonardo Savini (Yamaha) tutti almeno alla seconda volta alla Dakar e tutti con grande esperienza di gare offroad.
Alla loro prima Dakar gli italiani: Mirco Miotto (Yamaha), Alberto Dottori (KTM), Marco Capodacqua (KTM), Claudio Pederzoli (Suzuki), Lorenzo Buratti (Honda), Daniele Carmignani (Honda), Attilio Ginepro (KTM). A tutti loro un grosso “in bocca al lupo” e tutti a Dakar, sempre il primo grande obbiettivo per tutti i piloti.
Racergp