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 Oggetto del messaggio: corriere sera 2.2.2006
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Underdogs' Chief
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FORMULA 1 / Il Dottore conquista il nono posto assoluto nei test di ieri a Valencia. Primo Alonso, terzo il compagno

Valentino impara in fretta: Schumi è vicino

Rossi migliora progressivamente il tempo della sua Ferrari e arriva a 1’’ dal tedesco

DAL NOSTRO INVIATO
VALENCIA - Vale alla riscossa, viva Vale. Il ragazzo ha talento, fa progressi, si impegna: a scuola sarebbe promosso, e anche qua. L’esame di guida è superato, non c’è più neanche un granello di sabbia a sporcare la prestazione del Dottore, e chi se ne importa se, nella sabbia, le ruote della sua Ferrari ci finiscono altre due volte. Il risultato che conta è uno solo: il ragazzo è abile, può passare ai prossimi esami per vedere se sarà anche arruolato.
È già passato mezzogiorno quando due occhioni azzurri spuntano da un casco rosso fuoco. Vale parte timido, sceglie le gomme intermedie perché la pista non si è ancora asciugata del tutto ed è meglio evitare altre figure: 1’25’’340, dicono i cronometri alla prima uscita. Tradotto in parole: un abisso dagli altri piloti che invece già montavano le gomme asciutte (per dare un’idea Schumacher ha iniziato con un 1’13’’850). Così, il partito degli scettici aveva già iniziato ad abbassare il pollice.
Sono invece quasi le cinque della tarde quando Vale va forte e finisce a un secondo dal tedesco, con il nono tempo della giornata, davanti a gente come Coulthard e Trulli: 1’12’’851 sarà il tempo da appuntarsi all’occhiello. Un miglioramento incredibile, segno che il ragazzo impara in fretta. Molto in fretta. Alla fine, Schumi girerà in 1’11’’814, terzo tempo della giornata, a pochissimo da Alonso (1’11’’219) e Button (1’11’’327). E così, studiate le tabelle per tutti i confronti del caso, il pollice ritorna a indicare il cielo. Perché Vale la stoffa ce l’ha, anche per la F1. Come, a fine giornata, gli riconoscono pure gli altri piloti.
Il più convinto è Jacques Villeneuve: «È chiaro, deve lasciare le moto e venire a gareggiare con noi». Ma anche l’ex ferrarista Ivan Capelli ci crede: «Ha dimostrato di avere talento: secondo me lui oggi ha aperto un po’ di più la porta per entrare in F1». Vedremo. Di sicuro, papà Graziano può essere soddisfatto: ha scrutato il figlio dall’alto della tribuna per quasi tutto il tempo, cronometro in mano. L’ha visto andare prima lento, poi veloce, perdersi di nuovo nella sabbia e riprovare il brivido del testacoda, e poi prendere sempre più confidenza con l’auto. Alla fine, chissà se ha pensato a un regalo per la promozione ottenuta.
A dir proprio la verità, ieri il clima ricordava più il primo giorno di vacanza che non l’esame di una vita: sole splendente, tantissimi ragazzini in gita, cinquemila persone che si godono lo spettacolo dagli spalti, un certo ambiente familiare. Montoya, che è stato convocato d’urgenza per sostituire un Raikkonen febbricitante, si è portato dietro moglie Connie e piccolissimo bimbo Sebastian dotato di enormi cuffie anti-rumore e un ciuccio con la scritta menzognera ma tenerissima «mio papà è il più forte».
Eppure Vale non si lascia distrarre. Ma ai box, quando ha già infilato il suo corpo lungo lungo dentro la monoposto, ha lo spirito per scherzare con l’amico Uccio che gli ha fregato gli occhiali da sole (rosso fuoco, tanto per essere in tinta). In fondo, l’indovinello Valentino è proprio questo: se non si diverte non vince, se non vince non si diverte.
E ora? Ora appurato che un’uscita di pista non fa un pilota fallito, gli esperti hanno un altro dilemma da sciogliere: quanto la F2004 con motore V10 depotenziato favorisce Valentino rispetto agli altri piloti che provano con il V8? Tradotto: quel motore spinge di più? Per la Ferrari no, le prestazioni sono analoghe. Anche se resta il fatto che la F2004 è una delle auto più forti della storia dell’automobilismo.
Ecco allora di nuovo gli scettici dire che Vale è favorito di un secondo. «Non credo, penso che possa guadagnare qualcosa ma non molto - dice Capelli -; perché di certo il motore V10 depotenziato è più guidabile e la squadra conosce meglio la macchina vecchia. Però su una pista come quella di Valencia, dove le velocità non sono elevatissime, il vantaggio è relativo».
La giornata di oggi potrà dare qualche indicazione in più. La Ferrari infatti schiererà tre punte. Schumi, contrariamente ai programmi, ha deciso che proverà ancora, così Felipe Massa dovrà salire su una F2004 (seppur con motore V8). Un termine di paragone in più per misurare le prestazioni di Valentino. Perché come diceva Eduardo e come probabilmente sottoscriverebbe anche Uccio, gli esami non finiscono mai e Vale oggi ne ha subito un altro da superare: ci sono ancora gli scettici da convincere.

Arianna Ravelli


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MessaggioInviato: gio 02 feb, 2006 8:57 am 
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Michael: «Non ha bisogno dei miei consigli»

DAL NOSTRO INVIATO
VALENCIA - Forse non accadrà mai, ma Michael Schumacher comincia a trovare qualche vantaggio ad avere come compagno di squadra uno come Valentino Rossi: non ha più i giornalisti attorno. «Questo mi rende la vita un po’ più facile. Altro che problema, è un cambiamento benvenuto». Chissà se è vero. Se c’è un pizzico di invidia o irritazione per la confusione portata da Vale, re Schumi la dissimula benissimo e, da perfetto padrone di casa, rinnova il welcome a Valentino: «Ha un grande talento, credo che potrebbe arrivare in F1. È tutta una questione di feeling: se uno ha una sensibilità particolare per le due ruote, può trasferirla sulle quattro». Con altrettanta eleganza il tedesco minimizza la brutta figura di Vale dell’altro giorno: «Non si è trattato di un vero errore, è normale che si possa uscire quando la pista è bagnata e le gomme si raffreddano velocemente».
I due sono stati vicini tutto il giorno, un garage a fianco dell’altro: «Abbiamo parlato del più e del meno, non dei dettagli. Anche perché non credo che Rossi abbia bisogno dei miei consigli». Magari qualche dritta invece poteva servire, ma Michael era troppo impegnato a testare la nuova macchina: «Siamo competitivi come ci aspettavamo di essere. Non c’è nessuna ragione per non essere ottimisti. I miei pronostici? La Renault è in prima posizione, poi non molto distanti ci siamo noi, la Honda e qualcun altro».

a.rav.


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dalla "LA STAMPA" di stamattina





[FIRMA]Stefano Mancini
inviato a VALENCIA
Valentino Rossi 9°. Fosse un Gran Premio, avrebbe sfiorato la zona punti. L'orrore del primo giorno, quell'uscita di pista dopo mezzo giro, è archiviato. Non proprio dimenticato, ma il mondo della Formula 1 ha assolto unanime il testacoda: pista bagnata più gomme fredde uguale viaggiare sul ghiaccio, è l'equazione che ripetono i vari Michael Schumacher, Trulli e Barrichello.
Nel caos del traffico Valentino sembra un pilota vero. Sorpassa quando è lanciato, dà strada quando rallenta, finisce nella sabbia e ne emerge senza dover chiamare il carroattrezzi, fa un testacoda e riesce a raddrizzare la macchina, comunica impressioni sensate agli ingegneri della Ferrari. La seconda giornata di test sul circuito «Ricardo Tormo» di Valencia serve a qualcosa: innanzitutto a fargli prendere le misure. Cinquantadue giri da aggiungere alle precedenti esperienze solitarie a Fiorano al Mugello. «Il ragazzo si sta facendo - garantisce Schumi -. Ha talento e sensibilità. L'abilità sulle due ruote può essere sfruttata alla guida di una monoposto. Me lo vedo proprio in Formula 1». E' una raccomandazione doc. Il tedescone della Ferrari non teme di essere oscurato. «Tutti cercano Valentino? Tanto meglio, così lavoro in pace. Stiamo migliorando, anche se Renault e Honda sono in vantaggio». Per recuperare, oggi la Ferrari schiera il tridente: Schumi, Massa e Rossi.
Sulle prestazioni del «dottore» va fatta la tara. Il Cavallino gli dà in uso una F2004, la monoposto più veloce che si sia mai vista in F1. Due i vantaggi: un'aerodinamica favorevole (e oggi vietata) che vale 3-4 decimi a giro; un motore 10 cilindri da 3000 cc al posto del 2400 che usano gli altri. «E' vero, la differenza ci sarebbe - spiegano in Ferrari - però noi limitiamo il numero di giri in modo che le prestazioni della macchina di Rossi e della 248 F1 ufficiale si equivalgano». Altra considerazione dei maranelliani: «Valentino è qui per imparare, non per sostenere un esame con il cronometro». Si associa l'ex ferrarista Ivan Capelli: «A Valencia il pilota conta più dei cavalli. Bravo Vale, mi ha impressionato il tuo miglioramento. Anche i fuoripista sono un buon segno: significano la ricerca del limite e aiutano a imparare».
Chi diffida è Alonso: «I test di Rossi sono inutili, non mi importa di quello che si dice. Non gli hanno messo nessun limitatore di giri e lo fanno viaggiare con pochissima benzina perché vada più forte». Lo spagnolo campione del mondo ieri ha segnato il territorio con il miglior tempo. In tribuna c'erano 5500 spettatori: a vedere lui o il fenomeno che arriva dal mondo delle moto?
Un decimo dietro si è affacciato Button con la Honda, poi Schumi, staccato di altri sette decimi. Montoya (4°) ha sostituito in extremis Raikkonen alla guida della McLaren-Mercedes. Il finlandese se n'è andato con un febbrone, oltre al mal di fegato per la rottura di un altro propulsore. Juan Pablo si è presentato al circuito con la moglie Connie e il piccolo Sebastian, le orecchie protette da enormi cuffie rosse e in bocca un ciuccio personalizzato con la scritta «papà sei il più forte» (è l'unico a crederci ancora).
L'ex ferrarista Barrichello (5°) ha lavorato per 112 giri sullo sviluppo della nuova Honda. Il doppio dei chilometri rispetto a Valentino. Che ha perso la mattinata ad aspettare che l'asfalto si asciugasse. E alle 12,18, quando ha finalmente rimesso piede in pista, è dovuto rientrare ai box perché Trulli aveva avuto un incidente.
La giornata del «dottore» è cominciata sul serio alle 12,34: una prima serie di passaggi inaugurata con un prudente 1'25”34. Di tentativo in tentativo, l'allievo si è migliorato fino all'1'12”856 toccato intorno alle 4. Alle sue spalle è rimasta gente dell'esperienza di Coulthard, Webber e Trulli. Unico neo: l'uscita di pista a cinque minuti dalla chiusura serale dei test. Valentino l'ha presa male. Come un pilota vero.


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El mágico Guru de Cataluña
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Grazie motoaspes, solo un paio di commenti:





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Valentino Rossi 9°. Fosse un Gran Premio, avrebbe sfiorato la zona punti. L'orrore del primo giorno, quell'uscita di pista dopo mezzo giro, è archiviato. Non proprio dimenticato, ma il mondo della Formula 1 ha assolto unanime il testacoda: pista bagnata più gomme fredde uguale viaggiare sul ghiaccio, è l'equazione che ripetono i vari Michael Schumacher, Trulli e Barrichello.
Nel caos del traffico Valentino sembra un pilota vero. Sorpassa quando è lanciato, dà strada quando rallenta, finisce nella sabbia e ne emerge senza dover chiamare il carroattrezzi, fa un testacoda e riesce a raddrizzare la macchina, comunica impressioni sensate agli ingegneri della Ferrari. La seconda giornata di test sul circuito «Ricardo Tormo» di Valencia serve a qualcosa: innanzitutto a fargli prendere le misure. Cinquantadue giri da aggiungere alle precedenti esperienze solitarie a Fiorano al Mugello. «Il ragazzo si sta facendo ( :-o allora biaggi aveva ragione :-o )- garantisce Schumi -. Ha talento e sensibilità. L'abilità sulle due ruote può essere sfruttata alla guida di una monoposto. Me lo vedo proprio in Formula 1». E' una raccomandazione doc. Il tedescone della Ferrari non teme di essere oscurato. «Tutti cercano Valentino? Tanto meglio, così lavoro in pace. Stiamo migliorando, anche se Renault e Honda sono in vantaggio». Per recuperare, oggi la Ferrari schiera il tridente: Schumi, Massa e Rossi.
Sulle prestazioni del «dottore» va fatta la tara. Il Cavallino gli dà in uso una F2004, la monoposto più veloce che si sia mai vista in F1. Due i vantaggi: un'aerodinamica favorevole (e oggi vietata) che vale 3-4 decimi a giro; un motore 10 cilindri da 3000 cc al posto del 2400 che usano gli altri. «E' vero, la differenza ci sarebbe - spiegano in Ferrari - però noi limitiamo il numero di giri in modo che le prestazioni della macchina di Rossi e della 248 F1 ufficiale si equivalgano (allora silenzio signori rosiconi 8) ) ». Altra considerazione dei maranelliani: «Valentino è qui per imparare, non per sostenere un esame con il cronometro». Si associa l'ex ferrarista Ivan Capelli: «A Valencia il pilota conta più dei cavalli. Bravo Vale, mi ha impressionato il tuo miglioramento. Anche i fuoripista sono un buon segno: significano la ricerca del limite e aiutano a imparare».
Chi diffida è Alonso: «I test di Rossi sono inutili, non mi importa di quello che si dice( :-o :??: Non sará mica frustato il campioncino). Non gli hanno messo nessun limitatore di giri e lo fanno viaggiare con pochissima benzina perché vada più forte». Lo spagnolo campione del mondo ieri ha segnato il territorio (appunto, l'ha fatta un'altra volta fuori dal cesso!!! :lol: ) con il miglior tempo. In tribuna c'erano 5500 spettatori: a vedere lui o il fenomeno che arriva dal mondo delle moto?
Un decimo dietro si è affacciato Button con la Honda, poi Schumi, staccato di altri sette decimi. Montoya (4°) ha sostituito in extremis Raikkonen alla guida della McLaren-Mercedes. Il finlandese se n'è andato con un febbrone, oltre al mal di fegato per la rottura di un altro propulsore. Juan Pablo si è presentato al circuito con la moglie Connie e il piccolo Sebastian, le orecchie protette da enormi cuffie rosse e in bocca un ciuccio personalizzato con la scritta «papà sei il più forte» (è l'unico a crederci ancora).
L'ex ferrarista Barrichello (5°) ha lavorato per 112 giri sullo sviluppo della nuova Honda. Il doppio dei chilometri rispetto a Valentino. Che ha perso la mattinata ad aspettare che l'asfalto si asciugasse. E alle 12,18, quando ha finalmente rimesso piede in pista, è dovuto rientrare ai box perché Trulli aveva avuto un incidente.
La giornata del «dottore» è cominciata sul serio alle 12,34: una prima serie di passaggi inaugurata con un prudente 1'25”34. Di tentativo in tentativo, l'allievo si è migliorato fino all'1'12”856 toccato intorno alle 4. Alle sue spalle è rimasta gente dell'esperienza di Coulthard, Webber e Trulli. Unico neo: l'uscita di pista a cinque minuti dalla chiusura serale dei test. Valentino l'ha presa male. Come un pilota vero.


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Secondo me Oronzo ha girato con un 48 cilindri che sviluppa 10.000 cavalli e sparge chiodi sulla pista per rallentare gli avversari.
E non mi importa di quello che si dice :-o

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