Anche a Misano pero' il caldo da' alla testa
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Dal box alla boxe
Scazzottate, insulti, gestacci. Lo fanno in MotoGP, lo fanno pure in Superbike. La ‘moda’ va bloccata sul nascere, e non bastano multe salate, che spesso non sono nemmeno pagate dai protagonisti delle vicende
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
La scazzottata fra Cardoso e Kagayama nel box del Team DFX
Misano - C’è un po’ di confusione nel mondo delle corse in moto. Dal box si passa troppo in fretta alla boxe, ed è il caso di metterci un freno senza indugi.
Ad Assen si picchiano i divi della MotoGP? Perché non dovrebbero fare altrettanto i campioni della Superbike a Misano? In questa spiacevole gara a chi è più incivile non ci sono differenze di casta: non conta la categoria e neanche la cilindrata della moto. Conta solo chi alla moto ci sta in sella e conta la differenza fra chi usa il cervello e chi invece fa finta di ignorare a che cosa serve.
A Misano in due giorni sono capitati due episodi che non possiamo definire gravi: se questi fossero i fatti gravi, vivremmo nel paese di Bengodi. Ma sono estremamente spiacevoli perché sono la negazione dello sport. E noi in questo caso ci occupiamo di sport e fortunatamente non di criminalità.
Cardoso e Kagayama venerdì sono stati protagonisti di una rissa in pista e del suo seguito ai box. Calci, gestacci, offese, minacce, il tutto per un’incomprensione in pista fra due colleghi che certamente un attimo prima si rispettavano ed erano amici. Riportare i fatti non serve: sono comunque banalità sistemabili con uno scambio di idee, anche duro, e una stretta di mano conclusiva. La Federazione ha comminato loro una multa di 1000 dollari americani a testa. La pagheranno? Mah...
Sabato è stato il turno di Alfonsi e di Fonsi Nieto. Non si è visto esattamente che cosa sia successo in pista, ma solo che si erano fermati a discutere animatamente, poi, a un certo punto, Nieto ha allungato un braccio all’indietro, violentemente, colpendo col pugno la visiera del casco di Alfonsi, che è volata via. A lui la Federazione ha inflitto una sanzione di 3000 dollari.
C’è stato un caldo feroce nei primi due giorni del GP di San Marino, ma neanche questo giustifica ciò che è successo: se basta un po’ di sole per mandare in tilt l’autocontrollo dei piloti, meglio che cambino mestiere. L’incitazione a non reagire, comunque, non può essere intesa come una sottovalutazione dei fatti e dei comportamenti pericolosi che si possono verificare in pista: quelli seri, non le banalità, che sono la stragrande maggioranza, vanno presi in considerazione da una giuria, che, grazie anche alla possibilità di esaminare la “Moviola” del circuito televisivo interno, può pronunciarsi con cognizione di causa. Venga stabilita una procedura e si provveda a sanzionare, magari con la sospensione dalla corsa, chi si comporta in modo pericoloso e scorretto. Ma ai Rambo bisogna far capire subito che è meglio per loro cambiare sistema.